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"Si"

Si staccò lentamente dal mio corpo lasciandomi sola sulle lenzuola.
Si mise davanti a me accennando un sorriso malizioso e compiaciuto come quello di poco fa.
Capì imediatamente le sue intenzioni quindi divaricai le gambe per poi chiuderle come atto di sfida.
Eddie sbuffò ed io ridacchiai.
"Aprile per me, dolcezza" mormorò avvicinandosi di più al mio corpo.
Gentilmente posò le sue mani sulle mie ginocchia aprendo lentamente la sua visuale.
Il mio inguine era coperto ancora dai pantaloni che mi aveva prestato prima.
"Ora chiudi gli occhi, M' Lady" sussurrò mettendosi più vicino al mio orecchio.
Feci come aveva detto e mi lasciai trasportare dalle sue invitanti parole.


Mi tolse cautamente i pantaloni facendo attenzione al mio corpo nonostante non ci fosse alcun tipo di pericolo.
Osservò con piacere il mio corpo un po' spoglio e successivamente iniziò a baciarmi l'interno cosce con foga.
Fui così euforica in quel momento che la mia schiena si inarcò dall'emozione.
Piano piano, Eddie cominciò lentamente a togliermi le mutande che proteggevano il mio inguine.
Alzò lo sguardo incontrando i miei occhi chiusi e la mia espressione che ansimava dalla voglia che provavo in quel momento.
Divertito, ripose lo sguardo sulla mia zona intima di cui mi vergognavo molto spesso.
Iniziò a baciarmi perdutamente lì sotto, stimolandomi in pochi secondi con l'aiuto delle dita che si trovavano al mio interno.
La mia schiena a quel punto si inarcò di più e la mia testa si pose con aggressività sul soffice cuscino di Eddie.
Cominciò ad usare la lingua sul mio punto debole facendomi stringere le mani sulle lenzuola. Le stroppicciai per sua sfortuna, però, quando lui alzò lo sguardo sul mio volto, capì che lo stava facendo bene. Compiaciuto continuò per ancora tanti secondi. Misi una mano sulla sua testa, presa dalla foga, e lo spinsi più sul mio climax aprendo di più le gambe.
Mi gustò come se non mangiasse da anni.
Appena un verso acuto uscì dalle mie labbra attirando la sua attenzione, mollai la presa dal letto e riposai la schiena appoggiandola delicatamente sulle lenzuola.
"Miglior dessert che io abbia mai gustato" mi guardò ricreato e divertito.
Mi limitai a ridacchiare senza dire parola, per riprendere il fiato da quello che era appena successo.

Aprì finalmente gli occhi e lo cercai attorno a me disperatamente.
"Dovresti fare il degustatore come lavoro" ridacchiai incontrando il suo sguardo puntato da lontano su di me.
"Però voglio mangiare solo una cosa" rispose con un sorriso malizioso mentre io mi rimettevo i pantaloni addosso.
"Sempre sarà" dissi infilandomi sotto le sue leggere coperte.
"Ci conto" rispose lui raggiungendomi nel letto.

Invece di metterci nella solita posizione, lui si distese di lato abbracciandomi da dietro con le sue grandi braccia confortanti.
La mia testa trovò finalmente riposo quando il mio corpo era avvolto dal suo calore.
"Mi fai sentire viva" mormorai tenendo stretta la sua mano.
"E' sempre stato il mio obbiettivo" rispose dolcemente lui al mio orecchio.
"Sei la mia droga preferita" ridacchiai sarcasticamente.
"Prevedibile, ora dormiamo che domani abbiamo scuola" sussurrò lui.
"Buonanotte mio re" dissi a bassa voce e chiudendo lentamente gli occhi.
"Buonanotte mia regina" rispose Eddie dandomi un profondo bacio sulla mia testa da dietro.


[...]


Mi svegliai bruscamente quando ormai tutti erano in piedi tranne, ovviamente, Eddie ed io.
Mi alzai velocemente e lavai velocemente i denti senza farci molta attenzione.
Presi il mio zaino e salì in macchina insieme a tutti gli altri che mi stavano aspettando dentro.
Arrivati a scuola, scesi rapidamente dal veicolo e mi avviai verso i corridoi, ormai vuoti.
Merda...
Entrai nella mia classe senza salutare gli altri, cosa di cui mi sentì subito in colpa.

"Henderson, sei in ritardo pure negli ultimi giorni di scuola" mi sgridò il professore Adams, insegnante di scienze e matematica.
"Mi scusi, non era mia intenzione" risposi sedendomi con molta velocità al banco tanto che, con lo zaino, feci cadere il libro dal banco di un mio compagno.
Mi girai per vedere chi fosse e notai che si trattò di Steve.
"Scusami" mormorai.
"Fa niente" rispose lui con un tono seccato.
"Dopo possiamo parlare?" chiesi curiosa dal suo comportamento recente.
"Di cosa vorresti parlare?" domandò ancora scontrosamente senza girarsi.
"Ok, va bene..." mormorai cercando di ignorare il suo atteggiamento nei miei confronti.

Ritornai alla lezione prendendo seriamente appunti. Non volevo che finissi la scuola con pessimi voti, quindi decisi di impegnarmi fino alla fine. Costi quel che costi.
Finita la lezione, mi recai al mio armadietto per recuperare altri libri.
Mi avviai verso la mia classe ma sfortunatamente mi imbattei sul corpo di qualcuno.
"Scusami non ho visto" dissi alzando lo sguardo.
"Stai più attenta" rispose Steve scrutandomi male.
"Steve, aspetta" dissi afferrando il suo braccio.
"Che c'è" affermò seccato dalla mia presenza.
"Perchè mi rispondi in questo modo?" chiesi.
"Me lo chiedi pure? Prima dici che lo hai mollato e poi..." spiegò guardandosi attorno.
"Steve, lo ho mollato per via di mio padre, mi ha ridotta a lasciarlo anche se non lo volevo. Per questo preferivo tenere tutto segreto... Steve, lo amo... come potrei mai fare una cosa simile" dichiarai tenendolo ancora fermo per il suo braccio.
"Potevi dirlo prima" mormorò prima di staccare il mio braccio e andarsene.
Lo guardai andarsene velocemente mentre io stavo ancora in piedi ad osservare il tutto in terza persona.

Grazie al suono della campanella, tornai alla realtà nel giro di pochi secondi. Raccolsi tutti i libri che mi erano caduti a terra, durante l'impatto con lui, e andai rapidamente verso la mia prossima classe con il professore Clarke.
Le ore passarono velocemente. Invece di andare a mangiare in mensa, decisi di andare via prima, visto che dopo avrei avuto lezioni di argomenti già studiati.

Camminai per una mezz'oretta circa e, quando arrivai, mi trovai davanti a casa.
Aprì la porta con le chiavi che tenevo sempre nello zaino e raggiunsi velocemente la cucina incontrando mia madre procinta a cucinare il pranzo per me e Dustin.
"Che ci fai già qui?" chiese lei confusa.
"Le ultime due lezioni che avevo erano di una materia facile e che ho già finito di studiare. Quindi... eccomi qua" spiegai imitando un caloroso abbraccio all'aria.
"Mi aiuti?" domandò sempre lei tornando al banco di lavoro.
"Certo" mollai lo zaino a terra e mi avvicinai ai fornelli.

EUNOIA - Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora