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La mattina seguente andammo insieme a scuola.
"Ci vediamo in punizione?" ridacchiò lui.
"In punizione? Non possiamo vederci a mensa?" chiesi io.
"E' più bello ricordare come ti ho conosciuta" affermò lui.
"Ci vediamo lì allora" dissi maliziosamente.
"A dopo mia signora" rispose lui abbozzando un leggero e cattivo sorriso.
Annuì e poi gli diedi un profondo bacio sulle sue labbra rosee.
Uscì dalla porta e andai nella mia aula.

"Henderson, anche oggi in ritardo" affermò l'insegnante di educazione fisica.
"Mi scusi professore, c'era traffico" mentì.
Mi allontanai e iniziai a palleggiare come stavano facendo tutti i miei compagni.
"Karla, devo scusarmi per l'altra sera, dovevo stare zitto" affermò Steve vicino a me.
"Tranquillo, abbiammo risolto" risposi io accennando un delicato sorriso.
"Mi fa piacere, dopo vieni a vedere Tammy Thompson cantare? Lo fa per il pep relly" chiese lui.
"Molto probabilmente vengo per sentire Robin non quella lì che sembra un muppet" ridacchiai io.
"In effetti assomiglia ad un muppet" disse Steve passandomi la palla.
"Sto progettando di finire in punizione, ma non so come con questo qua di motoria attorno" dissi.
"Lui non sopporta quando qualcuno fa male ad un altro per sbaglio, tipo scivolare su una persona facendola cadere, ecc" affermò lui.
"E chi faccio cadere, non voglio che qualcuno si faccia del male" risposi io guardandolo.
"Me, buttati su di me, così cado" ordinò lui.
"Non voglio farti male" dissi io.
"Fallo" mi comandò.

Mi allontanai e feci finta di correre. Andai a sbattere su Steve che cadde subito a terra insieme al mio corpo.
"Henderson!" esclamò il professore.
"Avevo la scarpa slacciata" risposi.
"In punizione, oggi dopo le lezioni" urlò l'insegnante.
"Ma sono semplicemente inciampata, non è giusto" dissi cercando di rendere il tutto più credibile.
"Niente ma, dovevi stare più attenta, non tollero avere alunni sbadati e superficiali in palestra" affermò lui allontanandosi.
"Complimenti Henderson, perchè non fai parte del club di teatro?" ridacchiò lui sul legno sporco della sala da ginnastica.
Li posi una mano per aiutarlo ad alzarsi. Afferrò la presa e mi guardò negli occhi.
"Grazie" sorrisi io.
"Di niente" abbassò lo sguardo timidamente.

Le altre ore passarono velocemente e finalmente arrivò l'ora di punizione.
Lo vidi lì che attendeva la mia figura entrare nell'aula.
Il professore come l'ultima volta dormiva profondamente sulla sua scomoda sedia.

"Buongiorno M' Lord" sussurrai io sedendomi vicino a lui.
"Buongiorno M' Lady, come mai una come lei si trova oggi in punizione?" chiese maliziosamente.
"Sono caduta accidentalmente su un mio compagno durante l'ora di ginnastica" affermai.
"Ti sei fatta male?" domandò lui preoccipato guardandomi negli occhi.

"No, invece lei com'è finito qua?" demandai io voltandomi verso di lui.
"Come sempre ho fatto casino in mensa" ridacchiò lui.
"Ce ne andiamo da qui?" mi pose la mano.
"Volentieri" afferrai la sua mano.
Inizialmente camminammo per uscire dall'aula, ma appena i nostri piedi valcarono il segno della porta, iniziammo a correre per i corridoi.
"Hai poca resistenza?" chiese lui con poco fiato.
"Abbastanza" affermai io con fatica.

"Oggi devo portare a termine degli affari ma ti voglio portare con me" disse lui uscendo nel cortile della scuola.
"A chi devi vendere"  chiesi aumentando la velocità del mio corpo.
"Non ci crederai ma a... Chrissy Cunningham " disse lui.
"Impossibile..." affermai con poco fiato.
"Dopo ti spiego tutto" disse portandomi in mezzo agli alberi.
"Dovrebbe essere già qui" dichiarò lui.

Iniziai a guardarmi intorno per cercarla e finalmente notai la sua piccola figura girata verso un albero.
"Eccola!" dissi puntando il dito.
Lui si staccò dalla mia mano e andò verso di lei.
Chrissy, però, sembrava spaventata e appena vide Eddie trasalì dalla paura.
"Scusa non intendevo spaventarti, tutto ok?" domandò Eddie confuso.
Io nel frattempo mi sedetti alla pachina da pic-nic.
"Si, sto bene" mormorò lei per poi sedersi accanto a me.

"Piacere Karla Henderson" dissi ponendole il palmo della mia mano.
"Piacere Chrissy, Chrissy Cunningham" balbettò lei.

"Non c'è niente di cui preoccuparsi, ok? Non viene mai nessuno qui" affermò lui mentre guardavo la gamba di Chrissy che tremava.
"Siamo al sicuro, puoi fidarti" aggiunse subito dopo aprendo la sua scatolina che conteneva l'erba.
"Allora come funziona esattamente?" chiese lei.
"Oh, esattamente come ogni normale vendita, ma si paga solo in contanti e, per ovvie ragioni, niente ricevute" dissi voltandomi verso di lei.
"Te ne do una mezza oncia per 20 dollari, che ne dici?" domandò lui con in mano una busta.
"E' tanta per quella somma, ti durerà un bel po'" aggiunse Eddie subito dopo, cercando di convincerla.
All'improvviso dietro di noi un rumore indiscreto si fece più forte. Uno scoiattolo su un albero.
Chrissy si spaventò tanto che si girò di scatto ansimando.
Ero onestamente preoccupata per lei. Non sembrava la solita Chrissy di quando la vedevo a mensa.

"Ehi non sei obbligata. Basta che me lo chiedi e io me ne vado, ok?" dichiarò lui chiudendo la scatola.
"No non è per questo. Non voglio che te ne vada via" rispose lei.
"E' solo che... avete mai la sensazione che state per perdere la testa?" chiese lei alzando lo sguardo su me ed Eddie.
"Quasi tutti i giorni" ridacchiai io mentre Eddie mi osservava.
"Ehm... sai, tutti i giorni in pratica" ridacchiò lui guardandomi.
"Insomma, anche adesso, mentre sto vendendo della droga a Chrissy Cunningham, reginetta del liceo Hawkins" disse lui.
Lei accennò un leggero sorriso. 
"Sai questa non è la prima volta che ci vediamo" affermò Eddie posando lo sguardo su Chrissy.
"No?" chiese confusa.
"Non ti ricordi?" domandò lui.
"Mi dispiace io..." mormorò lei.
"Tranquilla" disse lui.

Eddie si diede sul petto un pugno al cuore per cadere tra le foglie, come per cercare di farla divertire.
Chrissy dopo essere trasalita per lo spavento iniziò a ridacchiare.
"Non lo ricorderei nemmeno io, Chrissy" affermò Eddie alzandosi dal terreno e sistemandosi i capelli.
Io osservavo la scena dall'esterno come se fossi Chrissy.
Mi ricordavo di aver avuto la stessa conversazione con lui, però ero felice che Chrissy potesse essere se stessa in compagnia di Eddie.
Io stavo in silenzio a ridacchiare quasi tutto il tempo.
"Sinceramente, ho qualcosa tra i capelli? Tu non ti ricordi i me?" chiese lui.
"Mi dispiace.." rise lei.
"La scuola media. Il talent show. Facevi la cosa da cheerleader" spiegò Eddie.
"Insomma... quella che fai tu" mimò i movimenti dei pon pon.
"E' stato bello a dire il vero. Io... suonavo con la mia band" continuò lui.
"Bara Acida!" si ricordò lei scioccata da quanto tempo sia passato da all'ora.
"Acida! Te lo ricordi" esclamò lui.
"Oddio si. Un nome simile come si può dimenticare" disse lei.
"Non lo so. Sei una svitata?" domandò lui guardandola e poi osservando me accanto a lei.
"No è solo che... sembravi così.." affermò lei confusa.
"Diverso? Sì, portavo la testa rasata e non avevo ancora questi splendidi tatuaggi" spiegò lui abbassandosi il colletto dalla sua maglia e guardandomi profondamente.
"Suonavi la chitarra, giusto?" rammentò lei.
"Già. Suono ancora. Suono ancora" disse lui, distogliendo il contatto visivo da me, ancora in piedi.
"Dovresti vederci. Ehm suoniamo al The Hideout, il martedì. E' davvero fico. Di solito abbiamo un seguito di almeno 5 ubriaconi" continuò lui con le braccia incrociate.
"Non è esattamente il Garden, ma bisogna pur cominciare, no? Quindi.." disse lui colpendo leggermente l'albero.
"Sai, non sei affatto come pensavo" disse lei.
"Cattivo e spaventoso?" domandò lui coprendosi il viso con una ciocca dei suoi capelli.
"Già" affermò lei.
"Si beh, in realtà anch'io ti credevo cattiva e spaventosa" rispose lui avvicinandosi al tavolo di nuovo.
"Io?" chiese Chrissy confusa.
"Terrificante" rispose lui ridacchiando.

"Bene quindi, un'altra bella notizia è che l'adulazione funziona con me, perchiò venticinque per cento di sconto per mezza oncia" dichiarò lui.
"Quindi dollari, in pratica mi stai derubando. Lo sai?" ridacchiò lui.
"Non hai qualcosa di un po' più forte?" domandò lei.

A quelle parole il mio corpo trasalì, mi andava bene parlare di erba ma stavo cercando di rimanere il più pulita possibile. Quella conversazione non mi aiutava affatto.

Eddie diventò d'un tratto serio, come se fosse scioccato dalle parole di Chrissy.
Si voltò verso di me e con lo sguardo mi disse di stare tranquilla. Adoro quando faceva così.
Mi faceva sentire sempre protetta, in qualunque momento.

Il silenzio iniziò a prevalere in quel momento fino a quando...

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SPAZIO AUTORE:

Scusate se sto facendo capitoli più brevi del solito ma non mi sento tanto bene. Probabilmente pubblicherò ancora un altro capitolo stasera. 

Spero che vi sia piaciuto e che non vi siate annoiati cos tanto. Fatemi sapere cosa ne pensate.

Baci stellari <3


EUNOIA - Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora