47

1K 47 10
                                    

"Karla?"

Riconobbi subito la sua voce: Eddie.

"Non dovresti stare qui" dissi.
"E tu non dovresti fumare in bagno" rispose appoggiandosi dietro la mia porta con la schiena.
"Come se tu non lo facessi" mormorai sperando di non essere sentita.
"Ti ho sentita" affermò lui con un tono serio.

Una leggera risata mi scappò ma subito dopo misi una mano sulla bocca per non farmi udire da lui.
"Ti ho sentita anche ora" aggiunse lui accendendo una sigaretta.
"Non dovresti fumare qui" dissi continuando ad aspirare del fumo nella bocca per inviarlo nei polmoni.
"Huh?" disse lui.
"Perchè sei qui?" interruppi il silenzio che si era creato in pochi secondi.
"Ti ho vista andare via e avevo capito che era successo qualcosa" spiegò per poi restare in silenzio dandomi parola.
"Nance ha iniziato a farmi la predica per aver bevuto troppo ieri" dichiarai tenendo ancora la schiena al muretto.
"E' normale alle feste" cercò di tranquillizzarmi.
"E' quello che ho detto io" alzai la voce.

Un altro piccolo silenzio bloccò le nostre parole.

"Domani ci sei?" domandai.
"Dove?" chiese lui.
"Alla festa" risposi per poi buttare altro fumo fuori dalle mie labbra secche.
"Forse" disse lui.

"Tu mi vuoi lì?" chiese con un tono curioso e malizioso allo stesso tempo.
Per mia fortuna, la porta del bagno copriva dalla mia faccia quindi non poteva capire che espressione stava comparendo sul mio volto.
Un leggero rossore attraversò le mie soffici guance e con fatica cercai di rispondere con un tono responsabile ed autoritario.
"Non so" dichiarai mentendo ad entrambi.
"Stai mentendo?" domandò.
"No" risposi seriamente ancora.
"Ti conosco Henderson, so quando menti" affermò.

Di nuovo quella sensazione mi passò per la schiena e la pancia. Volevo riaverlo tra le mie braccia ma allo stesso tempo no. 
"Prevedibile" aggiunse subito dopo di lui.
Da sotto la porta vidi le sue scarpe incamminarsi verso l'uscita del bagno.
"A domani" disse prima di andarsene.
Sbattei la testa contro il muretto alle mie spalle e successivamente spensi la sigaretta sul bordo della toilette. Aprì la porta e andai verso il lavandino. Mi sciacquai nuovamente la faccia per poi asciugarmela un po'.
Uscì e mi recai alle mie due ultime ore. Finita scuola andai a casa pedalando la mia bici grigia e mezza trasandata.
Corsi di subito in camera senza salutare mia madre ed finì per studiare tutto il programma. Finalmente avevo imparato ogni cosa ed ero pronta per l'esame.
Decisi di chiamare Robin per avere un po' di compagnia.

"Hey Robin, sei libera?" chiesi.
"Si, hai bisogno?" domandò lei dall'altra parte della linea.
"Vieni da me?" proposi.
"Va bene però a cena ho un appuntamento con Vickie quindi sto per un po'" dichiarò lei.
"Ti aspetto" dissi per poi chiudere la chiamata.

"Karla, abbiamo ospiti?" chiese mia madre in cucina.
"Viene da noi Robin per un po'" spiegai a lei che stava preparando la cena per tante persone.
"Chi è che mangia con noi oggi" domandai confusa.
"Dustin ha invitato i suoi amici. Ha detto che giocheranno a Dungeons and Dragons subito dopo mangiato" dichiarò lei continuando a preparare del cibo.
Una sensazione strana nello stomaco comparse di nuovo facendomi sentire una nausea pesante.
"Oh ok, sai per caso chi?" cercai di ottenere più informazioni.
"Mike, Will, Lucas e quelli del suo club" rispose lei condendo un'enorme ciotola di insalata.

"Merda..." mormorai.
"Cosa? C'è qualche problema?" domandò mia madre che alzò lo sguardo incontrando i miei occhi chiari.
"Nono, ho dimenticato una cosa a scuola e solo ora me ne sono accorta" mentì.

"Mi sa che è arrivata, vedo la sua macchina fuori" disse guardando fuori dalla finestra.
Aprì la porta d'ingresso e feci entrare Robin.
"Andiamo su" ordinai chiudendo la porta dietro le sue spalle.
"Buongiorno signora" salutò a mia madre salendo le scale per poi entrare in camera mia.

"Emergenza!" alzai la voce.
"Che succede?" chiese lei.
"Dustin ha invitato i suoi amici, tra cui di sicuro Eddie..." spiegai camminando avanti e indietro.
"Oh merda" sussurrò lei alzando gli occhi al cielo.
"Non mangio, semplice" ridacchiai.
"Prima o poi lo dovrai vedere di nuovo" disse lei.
"Stamattina a scuola abbiamo parlato" raccontai.
"E?" cercò di farmi continuare invano.
"E niente" risposi con un tono serio mentre continuavo a sembrare una pazza camminando per la mia camera.
"Menti" affermò lei.
"Domani c'è alla festa" dichiarai coprendomi la faccia che stava diventando rossa da tanto tempo.
"Avete occasione di risolvere" cercò di confortarmi.
"E se risuccede?" chiesi con un tono preoccupato.
"Non succederà" cercò di tranquillizzarmi.

"Come mi vesto per scendere a cena?" chiesi come se fosse la prima volta.
"In pigiama?" propose.
"Mh, tutto qua?" domandai.
"Si, è casa tua e devi sembrare del tutto indifferente. Tanto mangi e poi ritorni in camera tua, no?" chiese.
"Si..." mi immaginai cosa sarebbe potuto succedere dopo.
"Ora tu devi aiutarmi per stasera" affermò Robin che si sedette sul mio letto ancora disfatto.
"A che punto siete voi due?" domandai curiosa.
"Stiamo per metterci assieme, lo so, me lo sento nelle tette" dichiarò lei palpandosi il seno.
"Divertente" dissi con un tono ironico.

Aprì il mio armadio e tirai fuori un vestito azzurro.
"Questo? Ti dona l'azzurro" proposi facendoglielo vedere.
"Odio i vestiti" spiegò lei.
"Mhh.." mormorai guardando il mio mobile.
Cercai tra un sacco di appendi abiti e finalmente trovai un paio di jeans larghi insieme ad una camicia a quadri azzurra.
"Ce l'hai proprio con l'azzurro" ridacchiò Robin guardano il completo che avevo creato.
"Ti dona" affermai cercando un papillon tra i cassetti.
"Non ti vedo bene con i vestiti lunghi, avevi ragione. Prova questo" dissi.
Lei prese il tutto e si avviò verso il bagno di camera mia.
Uscì dopo qualche minuto e rimasi a bocca aperta.
"Come mi sta?" chiese lei allarmata.
"Robin, questo è proprio il tuo stile" dissi guardandola dall'alto al basso.
"Grazie" mormorò lei mettendosi del mascara.
"Te ne vai?" domandai.
"Si, sono le 20:13. Tra 2 minuti devo partire per andarla a prendere a casa sua" mi spiegò mettendosi del blush sulle guance.
"Buona fortuna" sorrisi accompagnandola giù per le scale.

"Oh eccovi ragazze, sono arrivati anche gli altri" dichiarò mia madre facendomi girare lo sguardo verso il gruppo di Dustin.
"Buona fortuna anche a te" dichiarò Robin guardandomi con un tono divertito.
"Si. Grazie" risposi seccata aprendole la porta.
"A domani" disse lei andando verso la sua macchina.

"Mangi con noi, vero?" chiese mio fratello dal tavolo della sala.
"Si ma poi penso che andrò in camera" spiegai.
E proprio in quel momento tornò una persona in sala.
"Oh" disse Eddie asciugandosi le mani sui suoi pantaloni strappati alle ginocchia.
"Il vostro bagno è molto pulito" cercò sempre lui di interrompere l'imbarazzo invano.
"Bhe?" domandò Dustin guardandomi.
"Cosa?" chiesi cercando di rimanere seria.
"Quando è pronto?" alzò la voce a mia madre.
"Arrivo arrivo" dichiarò mia mamma portando dei grandi piatti.
"Io stasera, esco di nuovo" disse lei subito dopo poggiando una mano sulla mia spalla che Eddie notò subito.
"Un altro appuntamento?" ridacchiai.
"Si" affermò lei.
"A dopo o a domani" le feci l'occhiolino.
"Non fare la stupida" mi diede un colpetto alla nuca tanto che risi sotto i baffi.
Alzai lo sgaurdo e vidi Eddie che mi guardava divertito.
"Avete fatto pace" dichiarò tagliando la sua bistecca.
"Si" risposi.
Iniziai a mangiare mentre lei andava a recuperare la sua borsa.
"A domani ragazzi" ci salutò ridendo.
"Lo sapevo" mormorai guardando il piatto.
Mentre mi versavo nel piatto dell'insalata, una presenza da sotto il tavolo mi sorprese.




EUNOIA - Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora