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Gira, gira e gira. La punta della bottiglia è rivolta dalla parte opposta alla mia. Alzai lentamente gli occhi incredula di quello che stava per succedere.
Precisamente la bottiglia puntava un ginocchio particolare. I miei occhi finirono rapidamente sui suoi occhi: quelli di Eddie.
"Buona fortuna" mi sussurra Robin.
Lo vidi alzarsi in piedi mentre io giacevo ancora a gambe incrociate sul pavimento di fianco a Gareth, che guardava senza parole me ed Eddie.
"Vieni" ordinò Eddie ponendomi la mano.
La afferrai gentilmente e, con il suo aiuto, mi alzai da terra per poi avviarmi insieme a lui verso lo stanzino.
Mi girai per qualche secondo e vidi la tensione che si trovava in quel cerchio.
"Porca merda" mormorò Steve guardandomi.
"Già" concordò Gareth.
A quel punto vidi Robin che mi faceva segno con le mani di andare avanti.
Ritornai con lo sguardo su Eddie che chiuse velocemente le ante dietro di noi.

Lo stanzino era buio, non c'era una luce tranne quella che proveniva dalla stanza fuori.
Per un minuto intero, il silenzio avvolse entrambe le nostre voci. Presi coraggio ed iniziai una conversazione.
"Come stai?" chiesi guardandolo profondamente.
"Oh come tutti gli altri giorni, credo" scrutava il pavimento per non osservarmi.
Capì che mi stava mentendo.
"Ti conosco, so quando menti" aggiunsi.
"Ci siamo invertiti i ruoli?" domandò con un sorrisetto di sfida e alzando lo sguardo.
"A quanto pare" ridacchiai.
"Tu come stai?" chiese lui stavolta.
"Come tutti gli altri giorni, credo" ripetei le ssue stesse parole facendolo ridere un po' sotto i baffi.

Ci fu un altro minuto di silenzio. Guardava dappertutto tranne lui: ero nervosa.
"Mi dispiace ancora..." mormorò davanti a me.
"Acqua passata" sul mio viso comparse un sorriso sincero.
"Ero solo geloso, parli con così tante persone tra cui ragazzi... Steve in particolare" aggiunse guardandomi pentito.
"Ascoltami, sono una stupida solo per te" affermai dicendo la verità.
"Davvero?" chiese stupito.
"Si Eddie, vuoi sentire in spagnolo?" chiesi ridacchiando.
"Si" rispose lui.

"Sì, Munson. Soy un tonto solo por ti" dichiarai maliziosamente.
"Esto era atractivo" disse lui avvicinandosi a me.
"Imagino" continuai a parlare in spagnolo con una voce provocante.
"Te extraño mucho" (Mi sei mancata tanto) mormorò a pochi centimetri alla mia faccia.
"Imagino" affermai con un sorriso che pensavo fosse perso.
Mise le sue mani sulla mia guancia incontrando qualche capello rosso e si chinò. I nostri occhi fremevano dalla voglia di risentire quella sensazione. Non riuscivo ad aspettare.
Feci combaciare le mie labbra con le sue in un profondo e dolce bacio.
Mi staccai dopo qualche secondo ma lui ansimò dicendo "No, vieni qui".
Continuò a baciarmi come prima.
Volevo sentirlo di nuovo, tutto per me. Il mio desiderarlo venne interrotto da un colpo alle ante.
"Ragazzi tempo scaduto" disse Nancy ridacchiando.
"Fanculo i minuti, Wheeler" esclamò Eddie che si staccò da me per pochi secondi.
"Se dovete fare altro, andate da un'altra parte" disse Nancy.
"Giocate da un'altra parte, non interromperci più" ordinò Eddie con un tono serio.
"Karla?" chiese lei.
"Cosa?" domandai.
"Non hai intenzione di uscire?" demandò lei.
"No" risposi guardando Eddie perdutamente.
"Come volete" se ne andò lasciandoci soli.

"Finalmente" mormorò Eddie guardando fuori le ante.
Ritornò da me in pochi secondi e riprese a baciarmi più appassionatamente facendo intrecciare le nostre lingue.
"Voglio sentirmi di nuovo" ansimai.
"Imagino" ridacchiò.
Mi prese per i fianchi, i suoi gelidi anelli mi fecero rabbrividire al tocco con la mia pelle.
Mi spinse lentamente verso il muro, dietro di me, riempendomi ancora di baci, ovunque.
Le mie mani si perdevano tra i suoi ricci corvini e il mio bacino si trovava attaccato al suo.
Un suo braccio lentamente scivolò nei miei pantaloni larghi. Le sue dita piano piano mi stimolarono massaggiando il mio punto debole.
Un leggero gemito uscì dalle mie labbra rosee.
Il mio respiro diventò anormale tanto quanto il mio battito che cresceva con il passare dei minuti.
Aprì gli occhi incontrando il suo sorriso malizioso e i suoi occhi magnetici che mi attraevano ogni secondo di più.
"Ti vedo un po' tesa, dolcezza. Che succede?" disse con un ghigno.
"Niente" ansimai irregolarmente.
"Ah si?" domandò infilando due dita dentro di me.
"Si" mormorai con gli occhi chiusi.
"Capisco" iniziò a muovere le dita con velocità.
Ansimai per così tanto tempo che la mia voce non riusciva più a trattenersi: dei gemiti uditi e piacevoli al suo orecchio, cominciarono ad uscire ininterrottamente dalla mia bocca.
"Ora?" chiese con un tono di sfida.
"Cosa?" domandai confusa.
"Perché sei così rigida, mia regina?" mi fece incontrare di nuovo i suoi occhi con due dita sotto il mento.
"Perché così tante domande retoriche, mio re?" chiesi in crisi dal piacere.
"Voglio avere la conferma, mia dolcezza" dichiarò ridacchiando sotto i baffi.
Cominciò ad aumentare la velocità fino a farmi arrivare al mio apice.
Le mie gambe iniziarono a tremare in modo anomalo come il mio respiro che cercava di riprendere il controllo.
Il mio battito cardiaco tentava di regolarsi fino a ritornare calma.
"Tutto bene, splendore?" chiesi scrutandomi compiaciuto dal suo lavoro.
"Si" risposi avvicinandomi per un ultimo bacio.
Mi guardò sorpreso e, alla vista della sua espressione, sorrisi dopo tanti giorni senza mentire a me stessa.

"Mi sei mancato, Munson" affermai abbracciandolo forte.
"Mi sei mancata anche tu, Henderson" dichiarò stringendomi più al suo caldo corpo.
"Andiamo a casa mia?" propose tornando a guardarmi perdutamente.
"Prima passo a casa, ad avvisare mia madre" dissi aprendo lentamente le ante di legno dello stanzino.
"Viene pure Gareth con noi" dichiarò uscendo con la sua mano intrecciata alla mia.
"Avete finito ora?" chiese Nancy guardandoci infastidita dalla nostra infrazione dei minuti.
"Si" risposi sorridendo.

"Noi andiamo a casa" affermò Eddie a tutti che erano rimasti nella sala.
"Va bene" rispose Robin che mi guardava incredula.
Le feci l'occhiolino e lei capì subito cosa era successo: avevamo fatto pace. Finalmente ero io e lui. Insieme.

"Andiamo" Eddie invitò Gareth ad alzarsi.




EUNOIA - Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora