Capitolo 13

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La prima reazione di Adrien era stata quella di balzare dalla sedia e cercare una via di fuga,  un luogo sicuro per trasformarsi ed attendere l'arrivo di Lady Bug per combattere Marinette.
Ma si rese subito conto che non ci sarebbe riuscito, poteva sopportare la vista di Nino, Alya o di qualunque altro amico sotto l'influenza di Monarch, persino lo stesso padre.
Non Marinette.
Non Marinette.
Il cuore gli galoppava veloce nel petto e quel movimento convulsivo gli fece contorcere le budella, doveva fare qualcosa e non scappare come stava facendo in quel momento, Marinette aveva bisogno di lui e avrebbe fatto di tutto per impedire che quel parassita di Monarch la prendesse.
Vide gli occhi della sua migliore amica diventare inespressivi e privi di vita, e fu quello a farlo rabbrividire e dargli la forza di reagire.
Fino a pochi secondi prima stavano parlando tranquillamente e anche nei momenti di silenzio sembrava che lei gli stesse dicendo qualcosa solo con lo sguardo.
"Marinette..." Gli uscì come un sussurro mentre la bocca si muoveva da sola ed invece il suo corpo rimaneva immobile senza reagire, proprio come il corpo dell'amica.
"Princess Justice, io sono..." Disse mellifluo senza possibilità di completare il suo monologo, che la sua vittima lo interruppe.
"So chi sei e cosa vuoi, ma sappi solo che questa volta hai scelto la vittima sbagliata" Rispose convinta e senza troppi convenevoli.
La testa le doleva per lo sforzo della resistenza e si muoveva come a volerlo scacciare via.
Il cuore di Adrien si riempì d'orgoglio e questo gli diede la forza per aiutare Marinette a liberarsi di quell'akuma.
"Resisti, Marinette. Non dargli modo di diventare una sua schiava."
Monarch riconobbe la voce di suo figlio ed esito' a continuare, pero' non poteva giunti a questo punto fare marcia indietro, sia Adrien che Chloe', la quale in quel momento si trova a insieme a lui in un luogo segreto, si sarebbero potuti insospettire circa la sua identità.
"Perche' lo fai, Monarch? Che cos'hanno di speciale i Miraculous di Lady Bug e Chat Noir?" Fu quello che riuscì a dire con uno sforzo immane, infatti poi Marinette cadde sulle ginocchia con il fiato corto.
Inspirava ed espirava in maniera frenetica attendendo che i battiti del cuore si regolarizzassero.
"Già'... Perché lo fai?" Ripete' Vespa Regina con voce stridula, l'obiettivo finale di Monarch era tutt'ora un mistero anche per lei.
"Non sono affari che ti riguardano!" Berciò cercando di non farsi distrarre da simili domande inopportune, a loro non doveva interessare il perché.
Adrien si accovacciò difronte a Marinette, le mise le mani sulle spalle e cercò di parlare all'amica evitando che cadesse vittima di Monarch. Era calda, come se avesse la febbre.
Marinette era una ragazza forte ed era sicuro che con il suo aiuto non si sarebbe fatta influenzare facilmente.
"Allora non li avrai mai" Digrignò i denti la corvina sopraffatta dal dolore pulsante alla calotta cranica.
La voce di Monarch rimbombava incessante all'interno della sua testa e sembrava che qualcuno le stesse strappando via letteralmente il cervello.
Resistergli stava diventando una lotta troppo dura persino per lei, poi si ricordò di come i suoi amici e la stessa cretina di Chloe', erano riusciti a scacciare via quel parassita.
"Marinette... Non ascoltarlo... Tu sei straordinariamente forte e coraggiosa, non hai bisogno del suo potere." La guardò dritta negli occhi vitrei, vedendoli animarsi un po' alla volta.
"No, non lo sei... Sei stata anche sospesa da scuola oggi, questo significa che non sei cosi' buona, brava e gentile come tutti vogliono farti credere."
Adrien non sapeva che cosa quel parassita le stava dicendo, fatto sta che vide cambiare nuovamente espressione.
"Marinette... Ti prego... Fallo per me... Non ascoltarlo." Le prese le mani intrecciando le dita con le sue, gelide e diafane.
"NON ASCOLTARE LUI!" Alzò la voce come a farle capito chi realmente stava manovrando i fili di quella situazione.
Quell'ordine rimbombò sordo all'interno della sua testa ormai vuota.
Marinette non riusciva a capire quale forza misteriosa l' attirasse verso Monarch eppure quella voce non aveva nulla di armonioso o invitate, e nonostante questo, si sentiva estasiata ed ammaliata.
Lei però, doveva resistere, sapeva bene che non poteva per nessun motivo cadere vittima del suo potere, oppure anche il suo Miraculous sarebbe caduto nelle mani sbagliate, e Chat Noir si sarebbe ritrovato a combattere da solo.
Ed era proprio la sua voce a richiamarla all'ordine. O almeno così credeva.
*
Quando apri completamente gli occhi, Marinette si ritrovò in camera sua tra le braccia calorose di Adrien mentre la stringeva forte.
Confusa e in preda al dolore alla testa.
Vorticava e per poco non le uscì dalla bocca un bolo di vomito che le era risalito dalla stomaco alla gola, ma che preventivamente era riuscita a buttare giù.
"Che... chè è successo? Sono stata akumatizzata?" Chiese confusa cercando di alzarsi in qualche modo, anche se il calore di Adrien era così confortevole, e Marinette non escluse il fatto che la causa del suo giramento di testa derivasse direttamente da quel bellissimo ragazzo che voleva lasciarsi alle spalle.
Adrien le sorrise sghembo.
"No... sei stata brava! Sei riuscita a scacciarlo via. E io sono fiero di te!"
"Tutto per merito tuo... non so come sarebbe andata se non fossi stato qui." Gli scoccò un'occhiata languida e grata.
Adrien le spostò un ciuffo dalla fronte sudata con un movimento deciso della mano, quella frangia le stava crescendo un pò troppo, oscurando così i suoi bellissimi occhi che erano ritornati quelli di prima, ovvero quelli che in quel preciso momento gli fecero accelerare i battiti del suo cuore all'inverosimile, desideroso di avvicinarsi di più al suo volto per assaggiare quelle labbra carnose ed invitanti, ma non poteva, gli sembrava in qualche modo di tradire la sua milady.
"Sei una persona forte e decisa, Marinette. Hai fatto tutto da sola." Le sorrise per poi abbracciarla "... e sono fortunato ad averti nella mia vita." Le sussurrò all'orecchio, facendole così accapponare la pelle. Era la prima volta che Adrien si rivolgeva a lei con tanta grazia.
"Io sono fortunata ad avere te." Marinette appoggiò la testa dolorante sulla sua spalla confortevole.
"Sei sicura di stare bene?" Continuò lui sciogliendo l'abbraccio per allontanarsi un pò, quel tanto che bastava per permettergli di far entrare ossigeno all'interno dei suoi polmoni, perchè quella situazione lo stava privando l'aria attorno a lui, e solo una persona riusciva sempre a lasciarlo senza fiato.

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