Capitolo 14

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"Hai avuto davvero un intuizione brillante, Volpina" Si complimentò Monarch difronte alla sua seconda adepta, divenuta ormai a tutti gli effetti la portatrice ufficiale del Miraculous della Volpe.
Volpina sfiorò la collana che le cadeva un pò sopra il seno "Non volevo che nessuno sospettasse di me. Tutti sanno che Vespa Regina ha fallito la prima volta e che è stata salvata da un'illusione." Spiegò melliflua volgendo  uno sguardo di disprezzo verso la compagna di classe che pestò i piedi dopo quell'insolenza "... Lady Bug e Chat Noir sapevano bene che io ero stata akumatizzata da te, ma quello che a loro sfugge è il fatto che sono stata io a volerlo."
"Se anch'io avessi il potere dell'illusione sarebbe stata la prima cosa che avrei fatto, ovvero fargli credere che a casa mia non ci fosse nessuno." Berciò Vespa Regina con aria altezzosa.
Monarch si schiaffeggiò la faccia, quelle due sembravano due sorelle un pò troppo viziate che stavano giocando a chi fosse più brava e bella agli occhi del padre.
"Smettetela, voi due. Non è il momento di litigare questo."
Entrambe le ragazze si fermarono ad ascoltare il loro leader con attenzione.
Volpina digrignò i denti senza darlo a vedere, tenendo d'occhio il suo obiettivo principale, ovvero prendere la spilla della farfalla che Monarch portava in bella vista sulla sua giacca. Le sarebbe bastato creare un'illusione e sfilargliela senza che lui se ne accorgesse, ma non ancora. Non era il momento per agire e fargliela sotto il naso. 
Monarch aveva ancora tutti i Miraculous con sè e se solo avesse potuto, sarebbe ritornato subito indietro con facilità per riprendersi la spilla e lasciarla senza poteri dopo il suo tradimento.
Ingoiò il rospo e fece quello che sapeva fare meglio, ovvero mentire e recitare la parte della vittima.
"Scusami, è solo che Vespa Regina mi stava provocando!" Pignucolò.
"Ma sentila... quella che si pavoneggia e si fa bella agli occhi degli altri."
"Avrò preso da te..."
"ANCORA??? Se continuate dovrete restituirmi i vostri Miraculous!" Le minacciò e loro abbassarono la testa scusandosi ancora per il loro comportamento insolente.
"Provaci soltanto e io dirò a Lady Bug dove ti nascondi..." Intervenne Vespa Regina indurendo lo sguardo, ma in suo soccorso intervenne Volpina da brava partner.
"Oh... oh... non è il caso di scaldarsi Vespa Regina. Qui abbiamo tutti un obiettivo comune, ovvero di fargliela pagare a quei due super eroi da strapazzo che continuano ad umiliarci. E per farlo dovremo essere uniti."
"Ben detto" Confermò Monarch composto. "... e poi non è che le fogne siano un gran bel nascondiglio."
"Però... mi spiace annunciarvi che questo week end non potrò essere dei vostri, mia madre vuole che la raggiunga a Londra, quindi se vi servirà il mio aiuto, non potrò darvelo."
Vespa Regina avrebbe preferito dirle che quella sua assenza arrivò come una manna dal cielo, così le avrebbe dimostrato quanto valeva anche senza il suo supporto, ma si limitò a sorriderle di circostanza, abbracciarla ed augurarle un buon viaggio.
"Ci prenderemo anche noi una pausa, due giorni non sono così tanti, infondo. Al tuo ritorno penseremo ad un piano per attaccare Lady Bug e Chat Noir."
*
Adrien si sedette sul bordo del suo letto, quella sera non aveva toccato cibo perchè il suo chiodo fisso era Marinette.
Vederla ridotta in quello stato quel pomeriggio lo aveva messo in uno stato di ansia tale da non voler più andarsene da quella stanza, ma la sua missione, purtroppo, era più importante.
E se voleva dichiararsi a lei, oltre a fare chiarezza sui suoi sentimenti, doveva prima sconfiggere Monarch.
Sapeva bene che la sua identità doveva rimanere segreta, e l'avere una relazione con qualcuno comportava mantenerla tale.
Ma Adrien non avrebbe mai potuto mentire alla persona che amava. Lo aveva fatto con Kagami e non era di certo andata a finire bene, la giapponese l'aveva mollato senza tanti complimenti perchè sapeva bene che gli stava mentendo.
Adrien chiuse gli occhi inspirando profondamente e subito fu investito dal volto angelico di Marinette che si sovrappose a quello di Lady Bug.
Li apri' di scatto con il cuore che batteva all'impazzata.
Che gli stava succedendo? Era sicuro di essersi ormai lasciato alle spalle la super eroina, ed aver cambiato bersaglio, proprio come gli suggeri' in passato Kagami.
Eppure sentiva che lui e Lady Bug erano legati da qualcosa, e non era di certo la missione.
Fece cadere la schiena sul letto e per poco non schiaccio' il povero Plagg che si scanso' all'ultimo, imprecando qualcosa di incomprensibile nella lingua del kwami.
"Perché l'amore e' complicato?" Sospiro'.
"Che intendi, ragazzo?"
"Ho cercato per settimane di lasciarmi alle spalle Lady Bug e orientarmi su altro, e quando credo di esserci riuscito, lei ritorna nella mia mente."
"Posso sapere chi e' l'altra che ti fa battere il cuore?" Era serio. E Plagg non lo era mai, se non in rare occasioni, ma in quel caso lì doveva scegliere solo la qualità adatta di camembert.
"Marinette"
Plagg trattenne una risata, la cosa lo divertiva parecchio.
"Quando sono con lei, tutto intorno assume altre sfumature, mi sembra di essere più leggero e una strana forza mi attira verso di lei, ma quando faccio per avvicinarmi, qualcosa cerca di respingermi e finiamo come due calamite con lo stesso polo."
"A me capita con il Camembert... ma in quel caso lì, mordo e mando giù" Prese un triangolino di formaggio e lo divorò in un sol boccone.
"Capito l'analogia, ma non posso buttarmi così. Ci sono tante cose che devo sistemare prima se voglio avere una relazione con qualcuno."
"Le sistemerai... non devi temere."
"E poi come faccio a fare la prima mossa?... io non ne sono capace, rischio di fare casino come con Lady Bug."
"Beh! Hai avuto una ragazza."
"Si, ma hai visto com'è andata a finire? E poi in quel caso lì era stata lei a chiedermi di uscire."
"E tu ti sei buttato come un pollo... nemmeno ti piaceva!"
"Non è vero che non mi piaceva, nutrivo una grande stima per lei, ma il mio essere Chat Noir mi ha portato a mentirle e lei mi ha lasciato di conseguenza."
Plagg trasalì "L'avere stima di una persona è ben diverso dall'amare, ragazzo. E poi da quanto ho potuto capire a Kagami non piaceva il tuo lato più scherzoso, se non vado errato ti aveva definito un pagliaccio."
Adrien sospirò mestamente "Si, hai ragione... e se anche a Marinette non piacesse?"
Se Plagg avesse avuto una bottiglietta di azoto liquido, l'avrebbe bevuta d'un sorso al fine di congelarsi quella lingua che scottava. Vedere il suo padroncino struggersi per una ragazza, che poi è la stessa di cui si era innamorato la prima volta, gli fece venir voglia di vuotare il sacco, ma Tikki gli avrebbe fatto di sicuro una bella ramanzina.
"Se non provi non lo saprai mai."
Adrien sbuffo' tristemente, non era quello il momento più adatto per innamorarsi.
"Non posso, Plagg... E se poi mi rendessi conto che non e' Marinette la ragazza che voglio, ma e' Lady Bug? Non voglio deludere la mia migliore amica, rischierei di perdere la sua amicizia, e non deve andare così."
"Sai..." Il kwami della distruzione si sedette sulla sua spalla destra come il grillo parlante "... Anche a me piacciono due tipi di Camembert, ma, nonostante la diversita' e' sempre... Camembert."
Adrien scosse la testa "Vuoi dire che sono sempre ragazze, che non importa se amo più una dell'altra?"
Plagg degluti' il nulla mordendosi successivamente la lingua.
Adrien a volte, sapeva essere veramente ingenuo, eppure era un ragazzo brillante ed intelligente, ma in fatto di ragazze lasciava molto a desiderare.
Il kwami fece spallucce e preferi' dargli ragione per evitare di tradirsi o rivelare troppo, con quella sua analogia si era spinto fin troppo oltre, ora stava al suo portatore coglierne il senso.
"Mmm... Si, anche! Buona notte, Adrien!". Taglio' corto, lasciando il bel modello a pensare al chiaro di luna.
*
Il treno di Lila Rossi arrivò un po' dopo l'orario di cena, e l'italiana venne accolta dalla madre che l'abbracciò appena scesa dalla locomotiva.
Fredda e distaccata, ricambiò la cortesia.
Lila e sua madre non avevano mai avuto un buon rapporto, complice il fatto che spesso per lavoro lei era costretta a rimanere via di casa anche dei mesi, e lo stesso suo padre, visto che condividevano lo stesso lavoro.
Erano ambasciatori di un certo spicco e si dividevano per gli uffici di diversi paesi mondiali.
Purtroppo Lila rimaneva spesso a Parigi dai nonni, questo per evitare che perdesse anni di scuola o cambiasse spesso professori ed amici.
"Tesoro!" Fece la signora Rossi incontro alla figlia "... quanto mi sei mancata!" Il che era anche vero, perché nonostante tutto, Lila era sempre sua figlia e lasciarla a Parigi da sola non le garbava più di tanto, così ogni occasione era buona per riunire la famiglia, anche se soltanto per pochi giorni.
"Non fare così, mamma. Ci guardano tutti" Lila si sentì a disagio con tutti quegli sguardi indiscreti e sconosciuti puntati addosso. Lila non amava molto le manifestazioni d'affetto, se poi ci aggiungiamo in pubblico, la cosa si complica.
"Scusami, tesoro, ma sono troppo contenta di vederti. Forza, andiamo in hotel e poi a mettere qualcosa sotto i denti" La signora Rossi prese il bagaglio della figlia.
"Papà c'è?" Chiese mentre si apprestavano a varcare l'uscita della stazione del treno.
"No, tesoro. E' dovuto rimanere in Iraq a sbrigare delle pratiche urgenti."
"Come al solito" Si stava per mettere a dire, ed invece le uscì un sommesso "Peccato."
"Ma non ti preoccupare, ha detto che ci chiamerà presto."
*
Lila e sua madre entrarono poi in un lussuoso ristorante nel centro di Londra, e presero posto in un tavolino sulla terrazza, da cui si poteva godere di una splendida vista sul Tamigi.
Il cameriere portò subito alle due donne il menù accompagnato da un aperitivo analcolico di benvenuto e qualche assaggio.
Quando se ne andò, Lila alzò per puro caso lo sguardo e lo volse al tavolo difronte dov'era seduta una bellissima signora bionda dell'età più o meno di sua madre, che dopo poco fu raggiunta da un ragazzo elegante molto assomigliante ad Adrien Agreste: Felix. Non c'erano dubbi che fosse lui, anche perchè l'occhiataccia che gli aveva lanciato faceva presagire che l'italiana non si era di certo sbagliata.
Non lo salutò però, si limitò ad abbassare lo sguardo in maniera altezzosa e consultare il menù che teneva tra le mani.
Felix strizzò gli occhi.
"Tutto bene, tesoro?" Chiese Ameliè notando il volto corrugato del figlio.
"Si" Rispose semplicemente imitando il gesto di Lila.
Ameliè si voltò disinvolta in cerca di qualche indizio che confermasse la sua risposta affermativa e notò la ragazza molto carina dietro di loro.
"E' una tua amica? O fidanzata?" Iniziò a chiedere curiosa abbassando il tono della voce per non essere sentita dagli altri commensali.
Felix trasalì quasi sconvolto "No, ma che stai dicendo, mamma? Se non sbaglio è una compagna di classe di Adrien."
"Uhm.. quindi è francese."
"Italiana, per la precisone!" Il biondo seguì di soppiatto tutte le mosse di Lila ed in contemporanea sfogliava il menù alla ricerca di un piatto prelibato da provare.
"Sembra che tu la conosca bene." Ameliè assottigliò gli occhi quasi compiaciuta.
"Mamma... ti prego."
*
Lila passò l'intera serata a parlare con sua madre, anche se mentire sarebbe stato il termine più corretto, le raccontò dei suoi amici a Parigi e di come era molto amata e popolare tra i suoi compagni di classe e lei ne fu ammaliata ed estasiata.
Di come era stata scelta da Gabriel Agreste in persona come volto femminile per il suo marchio accanto a quello di suo figlio.
"Sei cresciuta tantissimo, tesoro."
"Tutto per merito tuo, mamma." Alzò un calice in sua direzione "... brindiamo a te."
"E a te!" Fece lei di rimando toccando appena il suo bicchiere facendoli tintinnare.
"Ora scusami, ma il bagno chiama." Pochi attimi prima, Lila aveva visto Felix dirigersi verso la toilette.
Per tutta la serata non le aveva tolto gli occhi di dosso e doveva assolutamente capire perchè.
Lila non fece tempo a voltare la colonna di marmo che Felix la bloccò al muro, lontano da occhi indiscreti.
"Sei brava a mentire." Le alitò sul volto.
"Che vuoi?" Le domandò acida ancora arrabbiata per il brutto scherzo che le aveva giocato l'ultima volta, e lei c'era cascata come un pollo. Come poteva scambiare Adrien per Felix? Eppure bastava guardarli bene per rendersi conto dell'inganno, ma nemmeno Lady Bug se ne era accorta e lei era finita sicuramente peggio. "... e poi mi sembra che anche tu ci riesca benissimo!"
Felix sogghignò lasciandola andare "Uh... sei ancora arrabbiata con me per lo scambio di identità con mio cugino? Non pensavo ci tenessi così a lui."
Lila si sistemò la camicetta spiegazzata "No, infatti non è così."
"Mmm... devi imparare meglio a mentire, ragazza italiana." Gli alitò sul volto avvicinandosi pericolosamente ad esso.
Per quanto fosse irritante, quello era proprio il tipo di ragazzo che attirava l'attenzione di Lila e quella vicinanza gli fece andare lo stomaco in subbuglio.
Nemmeno lei sapeva bene che cosa le stava succedendo, era eccitata proprio come se dovesse impicciarsi in qualcosa di pericoloso, e lei, sapeva che Felix lo era, perchè nonostante la lontananza geografica, condividevano lo stesso carattere e magari anche lo stesso scopo.
Lila abbassò lo sguardo perchè attirata dal luccichio della strana spilla che portava appuntata nel doppio petto nero.
"E' un cimelio di famiglia." Disse avvicinandosi ancora di più a lei fino a sfiorarle le labbra accorgendosi del suo sguardo lungo.
Lila si sentiva attirata da lui e gli posò le mani un pò sotto le spalle.
"Interessante..." Sussurrò assottigliando gli occhi e cercando di sfiorarla ancora, ma venne bloccata dalla mano di Felix che le strinse il polso per poi lasciarlo andare subito dopo.
"Ho detto che è un cimelio di famiglia, non ti è permesso toccarlo."
Lila lo allontanò con entrambe le mani.
"Sai una cosa? Forse anche tu dovresti imparare a mentire meglio." La rossa italiana aprì la porta battente del bagno ancheggiando sensuale.
"Non finisce qui." Mormorò a denti stretti l'inglese contro quella ragazza irritante.

*

continua

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