Plagg aveva avvertito Adrien che quella non sarebbe stata una buona idea.
Ma lui non aveva voluto ascoltarlo, perché agire di testa sua era un modo per ribellarsi ed essere finalmente se' stesso, a volte senza considerare le conseguenze delle proprie azioni.
Gli occhi verdi di Adrien erano puntati in quelli blu notte del padre, il quale se ne stava ancora imbambolato all'interno di quella capsula con la schiena ben salda alla parete, e senza via di fuga.
In trappola come un vile ratto, pensando ad una scusa più che plausibile per giustificare quel passaggio segreto in centro della stanza.
*
Lo stilista, in passato, si era interrogato più volte se quello che stava progettando all'insaputa del figlio, fosse effettivamente la cosa giusta da fare, oppure, se era meglio farglielo sapere accettando il fatto che Adrien sarebbe potuto letteralmente impazzire, raccontando per filo e per segno perché aveva deciso di vestire i panni del famigerato Monarch, al secolo Papillon.
E tutte le volte che provava a dirglielo, la gola si seccava di colpo e Gabriel veniva colto da una specie di rimorso, oltre che ad un attacco di panico, perché se le cose fossero andate male (non che fosse un'opzione che aveva tenuto in considerazione!), Adrien non ne sarebbe uscito pulito, anzi, c'era una remota possibilità che venisse accusato anche lui.
Si. Quella era la scusa, il fatto era che Gabriel non aveva il coraggio di ammettere di avere un serio problema, e che non riusciva a mandare giù la questione che Emilie fosse morta pagando il prezzo più grande per aver aiutato Amelie.
"Non ce la faccio, Nathalie! Adrien non dovrà mai saperlo." Gabriel si lasciò cadere, affranto, sul bordo del letto dove la segretaria se se stava in degenza da settimane.
Nathalie gli scoccò un'occhiata compassionevole ed abbozzò un sorriso dal sapore di casa.
Proprio come quello che usava rivolgergli Emilie quando lo doveva confortare.
Era chiaro che Gabriel tenesse molto ad Adrien, del resto era pur sempre suo figlio, e il solo metterlo in pericolo lo mandava fuori di testa.
Purtroppo però lo stilista aveva sempre pensato che l'avrebbe fatta franca, in quanto, una volta uniti i Miraculous di Lady Bug e Chat Noir il mondo sarebbe stato cancellato e ricreato secondo un suo preciso disegno, e di conseguenza, nessuno avrebbe ricordato qualcosa legato a quella realtà' dove Emilie aveva perso la vita, nemmeno lui.
E finalmente loro tre avrebbero avuto la loro vita, proprio come un tempo e soprattutto come la desiderava lui.
"Però... deve mettere in preventivo che possa accadere qualcosa di inaspettato. Ad esempio che Adrien scopra qualcosa da solo." Mormorò Nathalie tossendo poi.
Gabriel le riservò un'occhiata colpevole, a causa della sua smania di potere, Nathalie ne stava pagando il prezzo più alto, ma presto avrebbe risolto anche quella situazione.
"E come potrebbe?"
"Non ho idea di come, ma lei, signore, deve essere pronto anche a questa evenienza."
"E che cosa suggerisci di fare?"
"Beh! Potrebbe sempre giocare la carta della compassione, del resto Adrien è un ragazzo molto sensibile e non sarà difficile per lei versare qualche lacrima."
"Dici che funzionerà?" Chiese perplesso.
"Adrien è ancora giovane e ha perduto da poco la madre, vedrà che capirà il motivo per cui lo sta facendo, e magari, si unirà a lei in questa lotta." Nathalie gli posò la mano sopra la sua con fare gentile.
"Lo spero..." Seguì un attimo di assoluto silenzio dove i due adulti si scambiarono sguardi d'intesa "... anche se non vorrei che accadesse mai."
*
Il cuore di Gabriel batteva all'impazzata, seguendo il ritmo di quello di Adrien, mentre osservava lo sguardo torvo del figlio, contro il suo spaventato e sbigottito.
Per qualche minuto sperò che quello davanti a lui fosse suo nipote Felix, sarebbe stato tutto più facile e meno scabroso.
Gabriel deglutì di nuovo e si sistemò il nodo alla cravatta.
Lo sguardo di Adrien non aveva cambiato direzione, era sempre puntato su di lui come un segugio che attendeva la mossa della preda per scagliarsi contro e dilaniarla.
"Figliolo..." Provò a dire in tono calmo.
"Che cos'è questa cosa?" Berciò digrignando i denti non dandogli la possibilita' finire di parlare.
Era chiaro che vedere suo padre risalire da un ascensore di vetro dal pavimento lo aveva disorientato e fatto andare fuori di testa nell'immediato, dando ancora di più valore alle parole del cugino, in cui lo avvertiva che suo padre aveva dei segreti.
Gabriel non poteva più mentire, Nathalie aveva ragione, prima o poi, Adrien sarebbe venuto a conoscenza della verità, una verità che aveva provato a raccontargli un sacco di volte, ma che puntualmente evitava di farla venire a galla, e non era semplicemente bastato evitarlo, anzi, forse questo allontanamento aveva spinto Adrien a cercare il vero motivo del suo comportamento.
E le sue indagini, lo avevano condotto nel suo studio privato di lavoro.
"Secondo te, cos'è?" Domandò spiazzandolo con un ghigno di sfida.
"Un ascensore" Rispose con ovvietà "... e credo che si azioni con i tasti presenti sul dipinto della mamma." Farfugliò togliendosi il monocolo che ripose poi all'interno della tasca dei pantaloni.
"Ottima osservazione, scommetto che quello è un regalino di tuo cugino Felix, dico bene?"
Adrien fece spallucce "No, l'ho solo trovato sul pavimento dello studio... Un momento..." Disse ripercorrendo la frase che suo padre aveva pronunciato qualche attimo prima. "...Felix sapeva dell'ascensore?"
"Mmm..."
Quel mugugno valse per Adrien come un sì, ma già immaginava che Felix fosse a conoscenza di qualcosa, del resto era stato lui a spingerlo a parlare con suo padre.
"Dove porta?"
Gabriel non rispose.
"DOVE PORTA???" Urlo' piu' forte per far sentire la sua voce e tutta la sua rabbia.
"Sei sicuro di volerlo sapere?" Domando' mellifluo e pronto a vuotare il sacco.
"Si" Rispose semplicemente.
*
Parlare con Nathalie lo rincuorava sempre.
Era una donna intelligente e con la testa sulle spalle, forte e coraggiosa se ce ne fosse stata la necessita'.
"Com'è andata con Lila? Alla fine le ha consegnato la collana?" Chiese mascherando la sua più totale preoccupazione.
Era convinta che Lila si sarebbe rivelata un'ottima alleata, ma che il suo sorriso nascondesse ben altro, per questo aveva avvertito il suo capo di fare attenzione e di guardarsi bene le spalle.
"Si, e..." Gabriel si morse il labbro inferiore ripensando alla pulce nell'orecchio che gli aveva messo.
"Cosa?" Fece, invitandolo a parlare.
"Sospetta che Adrien sia Chat Noir."
Nathalie ebbe un tuffo al cuore.
*
"Sono stufo dei tuoi segreti..."
"Che cosa vuoi sapere, Adrien?" Chiese mettendo le mani avanti.
Il modello non ebbe alcun dubbio su che cosa iniziare "Perché la mamma e' morta?"
"Era ammalata!" Rispose impassibile ed in maniera del tutto naturale, in quanto, quella era una menzogna che si era abituato a raccontare nel corso degli anni.
"Questo lo so, ma voglio sapere perche'!"
"E' successo, nessuno puo' prevede..."
"QUESTE SONO UN MUCCHIO DI STRONZATE!"
Gabriel strabuzzo' gli occhi non immaginando che suo figlio fosse capace di parlargli in quella maniera, ma evidentemente la scuola insegna anche altro, avrebbe rimediato poi, ora c'erano altre questioni in sospeso.
"Che cosa ti ha detto di preciso Felix?"
"Sicuramente e' stato molto più sincero lui in cinque minuti che te in tutta la tua vita!" Esclamo' indispettito, perché sembrava che suo padre volesse prendere tempo invece di arrivare subito al sodo, con la conseguenza che Adrien si stava innervosendo sempre di più.
"Lo immaginavo..."
"BASTA GIOCARE, VOGLIO LA VERITA'!"
*
"Se fosse vero, come ha intenzione di procedere?"
"Non lo so." Gabriel scosse la testa in quanto non voleva pensarci e credere che uno dei Miraculous più potenti fosse proprio sotto il suo naso, e che lui era stato così stupido da non accorgersene.
*
Gabriel lo guardo' di traverso, nonostante Adrien avesse ragione ad essere alterato, non tollerava un simile comportamento ed insolenza da parte di suo figlio.
"Non rivolgerti a me con quel tono!" Prese la parola alzando anch'egli la voce.
Adrien sussulto' sul posto.
"Ho bisogno di spiegazioni, papa' e cascasse il mondo ora tu me le darai."
"Bene!" Disse spiazzandolo "... Hai ragione, devo spiegarti molte cose."
Gabriel usci' dall'ascensore portandosi davanti al figlio che non smetteva di guardarlo in modo truce.
Adrien era determinato a scoprire la verità', ed un po' si maledi' per non aver dato retta a Plagg e parlare prima con Lady Bug.
Ma era anche convinto che suo padre non gli avrebbe fatto alcun male.
Fisicamente s'intende, perché Adrien non era pronto alla verita', e non lo sarebbe mai stato.
Gabriel gli confesso', scoppiando in una valle di lacrime, e senza mezzi termini, che lui era Monarch e che sua madre era morta a causa delle conseguenze dell'utilizzo del Miraculous del Pavone.
Quella notizia arrivo' peggio di una doccia gelata e travolse Adrien come un fiume in piena, mandandolo giu', sempre più giu', mano a mano che la verita' veniva a galla, ed invece lui affondava sempre di più, sbattendo anche contro le rocce sotterranee.
Adrien non riusciva a respirare e la voce ovattata del padre era distorta e apparentemente senza senso.
Annaspava alla ricerca di aria fresca da buttare dentro i polmoni ormai saturi di anidride carbonica, sarebbe soffocato se qualcuno non fosse arrivato al più presto con una bombola d'ossigeno.
Gabriel invece continuava con la sua tiritera, cercando con le più disparate parole di incantarlo per scuotergli il cuore.
Sapeva che Emilie era molto importante anche per Adrien, e dirgli che essenzialmente stava facendo tutto questo per ritornare ad essere una famiglia, sarebbe bastato a lui per passare dalla parte della ragione.
Adrien si sentiva un pesce fuor d'acqua e sperava che qualcuno di desse al più presto un pizzicotto per destarlo da quell'assurdo sogno.
Suo padre era Papillon, poi Monarch.
Ancora non ci poteva credere, e a dire il vero non ci credeva, perché troppe cose non combaciavano, soprattutto il fatto che per ben due volte era stato akumatizzato ne 'Il collezionista'.
"Non mi credi, vero?" Gli domando' notando la sua espressione attonita.
"E'... E'..." Balbetto' non riuscendo a proferire parola.
"Non mi sono inventato niente, Adrien." Sottolineo' con voce roca e con il volto rosso provato dal pianto.
E non era per niente finto.
Solo l'espressione delusa ed affranta di suo figlio gli avevano fatto andare il cuore letteralmente in frantumi, facendogli desiderare di lasciare perdere tutto e di redimersi in qualche modo, se mai ce ne fosse stata la possibilita' e soprattutto se Adrien lo voleva.
Gli bastava una sua parola e lui avrebbe smesso di cercare i Miraculous di Lady Bug e Chat Noir, cambiando definitivamente vita, anche se Emilie non avrebbe smesso di amarla e di desiderarla al suo fianco.
Adrien non credeva possibile suo padre capace di provare tristezza, e ora che ci pensava bene, non ricordava di aver visto suo padre versare una lacrima nemmeno durante il funerale di sua madre.
Doveva tenere molto a lei, tanto da trasformarsi, per amore, in un mostro senza scrupoli.
"Che cosa ti aspetti che dica?" Gli domando' con una voragine al posto del cuore.
Adrien tremava e Plagg con lui, quest'ultimo avrebbe voluto avere il potere dell'invisibilita' cosi' da poter correre da Marinette e spifferare tutto.
Adrien aveva assoluto bisogno di aiuto prima che potesse commettere un errore di cui se ne sarebbe pentito poco dopo.
Ed infatti, non tardo' ad arrivare.
"Io sono Chat Noir!"
*
Continua

STAI LEGGENDO
Promises
Fanfiction[MIRACULOUS LADYBUG] ***ATTENZIONE: SPOILER QUARTA STAGIONE*** Chat Noir fa una promessa a Lady Bug. Una promessa che intende mantenere ad ogni costo, perchè sa che lei è la persona perfetta per ricoprire il suo ruolo. Ora sono davvero solo loro due...