Da solo.
Felix voleva parlare a suo zio da solo e Adrien aveva avuto la sua occasione per salire in camera sua dove Marinette lo stava aspettando con il cuore che batteva all'impazzata e le mani che sudavano come non mai.
Solo così si era sentita in un occasione, ovvero quando le erano stati rubati tutti i kwami in una volta sola.
Marinette continuava a girovagare per la camera di Adrien, a caso, e non per curiosare, ma proprio perché non riusciva a starsene ferma e buona.
Avrebbe tanto voluto scendere e aiutare il suo partner, ma non poteva, altrimenti avrebbe fatto saltare la copertura di Adrien e mandato a monte la missione.
C'erano quasi e tutti dipendeva da Adrien, ora.
Marinette strabuzzò gli occhi quando percepì la porta aprirsi e l'istinto le suggerì di accucciarsi e nascondersi dietro il divano di pelle bianca per non essere vista. Sia mai si fosse trovata davanti Natahlie o il Gorilla.
La testa corvina sbucò da un lato per vedere di chi si trattasse, e quando vide Adrien varcare la porta tirò un sospiro di sollievo e si rivelò a lui, non prima di essere inciampata su un cavo lasciato libero sul pavimento.
"Oh, mio, dio!" Esclamò Adrien correndole incontro per aiutarla ad alzarsi. "Stai bene?" Le domandò poi tirandole su il mento con un mano.
Marinette avvampò per la troppa vergogna.
"Si-sì" Farfugliò confusa.
"Stai tremando." Convenne lui bloccandole le mani con le sue, facendo sentire Marinette subito meglio e di conseguenza al sicuro.
"Ho un po' di paura." Gli confessò mestamente, essere senza la protezione del suo Miraculous e conseguentemente sapere Tikki non al sicuro le fece salire un po' d'ansia. Ma era anche vero che si fidava di Adrien.
"Non devi, ci sono io con te."
"Lo so... Ma non è questo" Marinette abbassò lo sguardo.
"E allora, perché?"
"Non voglio che ti accada nulla, appena tuo padre scoprirà il tuo tradimento si arrabbierà da morire e spero che non minacci di akumatizzarti. Non posso... Non posso..." Avrebbe voluto dirgli che non avrebbe retto il peso di tale colpa e che non sarebbe stata in grado di affrontarlo ancora una volta nelle vesti di Chat Blanc.
"Non glielo permetterò." Adrien l'abbraccio con tutto l'amore possibile e immaginabile intuendo che cosa le volesse dire.
"Come faremo a prendere Tikki?"
"Fidati di me... Ok?"
Marinette annuì con il capo.
"Intanto trasformati, e poi useremo il potere della seconda occasione."
La corvina indossò il bracciale e pronunciò le parole magiche.
Venne avvolta da una luce verde acqua e vestita di una tuta dello stesso colore ricoperta da squame di serpente color blu, in vita era comparsa una gonna di tulle molto corta e sulla mano la tipica lira.
I capelli erano sciolti e la parte alta legati in un codino.
"Wow!" Aveva esclamato Adrien rimanendo impietrito, Marinette era splendida con ogni trasformazione.
"Lo prendo come un complimento." Sogghignò lei portandosi l'indice sulla bocca.
"Lo è" Sottolineò lui non riuscendo a toglierle gli occhi di dosso.
"Dai, scemo! Smettila e trasformati anche tu."
"No, non è il momento. Io proverò a parlare poi con mio padre e cercherò di convincerlo nuovamente che quello che vuole fare è sbagliato. Se non dovessi riuscirci, tu porterai indietro il tempo finché non ci riuscirò."
Marinette incurvò le labbra da un lato poco convinta.
Il piano di Adrien non era molto efficace, ma forse grazie alla sua parlantina sarebbe stato in grado di convincere il genitore a mollare l'osso.
Il problema sussisteva se Gabriel fosse stato più testardo del figlio, e da quanto poteva vedere Marinette, lo era.
Gabriel non gli sembrava il tipo da arrendersi subito e chissà quante volte avrebbe dovuto riavvolgere il tempo finché avrebbero trovato la soluzione.
Ma valeva la pena tentare e dare una possibilità ad Adrien di riscattarsi.
"Stai atten..." Gli stava raccomandando quando un forte boato attirò l'attenzione dei due ragazzi che si precipitarono di fronte l'ampia finestra della camera di Adrien per vedere che cosa stava succedendo.
Di tutto.
Il cielo di Parigi aveva assunto un colore cremisi e in un punto preciso della città si stava propagando una colonna di fumo nero.
La gente si riversava per le strade urlando e quando i due ragazzi stavano pensando si trattasse di un incendio di dimensioni epiche, lo videro.
Un sentimostro dalle sembianze a fiamma infuocata che terrorizzava tutto e tutti sputando fuoco dalle fauci, appiccando incendi dove capitava.
*
Gabriel e Felix si fissarono negli occhi per un tempo che gli sembrò interminabile.
La tensione tra loro si poteva tagliare con un coltello, ma nessuno di loro due sembrava avere intenzione di spezzare quel momento.
Gabriel si stava chiedendo perché Felix fosse tornato a Parigi, eppure era stato abbastanza chiaro quando gli aveva consegnato il Miraculous del Pavone.
Felix aveva ottenuto quello che voleva e in cambio doveva lasciare in pace suo zio.
Niente minacce e niente infamie.
Eppure aveva spifferato tutto ad Adrien senza troppi problemi.
Poco importava in questo momento, Gabriel o Monarch aveva la vittoria in pugno, possedeva sia gli orecchini della Coccinella che l'anello del Gatto Nero.
Due monili che avevano il potere di cancellare e ricreare il mondo a suo piacimento, ovviamente non senza aver preteso qualcosa in cambio.
Ogni cosa aveva un prezzo e Gabriel lo sapeva benissimo, da bravo uomo d'affari qual era.
E in quel caso lì il prezzo da pagare sarebbe stato Felix, non sarebbe potuto andare diversamente. Non doveva andare diversamente.
"Ti ho già detto che non ti volevo più vedere." Ruggì lo stilista incontro al nipote indurendo lo sguardo.
"È importante! Per questo sono qua."
"Non mi interessano i tuoi capricci e se sei qui per minacciarmi, hai capito male."
"Come te lo devo dire... Non sono qui per minacciarti, te l'ho promesso, e io sono sempre di parola."
Gabriel allora pensò che l'unico modo per sbarazzarsi presto di lui era quello di farlo parlare e sentire quali castronerie aveva da dirgli.
"Sentiamo." Lo stilista ammorbidì lo sguardo, mantenendo però sempre un'aria severa.
"Si tratta di Lila."
Gabriel allertò tutti i sensi.
"E perché dovrebbe preoccuparmi quella ragazzina?"
"Vuole rubarti il Miraculous della Farfalla."
"Vaneggi." Scoppiò a ridere.
Felix strizzò gli occhi e strinse i pugni lungo i fianchi digrignando i denti.
"Non ti sto prendendo in giro, zio. È la verità. Mi ha chiamato..."
"I tuoi flirt non m'interessano."
"Mi vuoi lasciare spiegare?" Felix inveì contro di lui, non aveva tempo da perdere, perché chissà quando avrebbe agito quell'arpia dalla forma umana.
A Felix non interessava il dominio del mondo e men che meno farle da spalla, a dire il vero non interessava nemmeno se suo zio finiva in disgrazia, ma doveva proteggere sua madre e la donna che era riuscita a dargli la vita, per la sua.
Felix non escludeva che chi di dovere non avrebbe dato pace nemmeno a sua madre se suo zio fosse stato incriminato.
Forse si stava facendo diversi film mentali o troppo grossa, ma l'inglese aveva già capito quanto pericolosa fosse Lila, cosa che evidentemente a suo zio non era nemmeno passata per l'anticamera del cervello, troppo annebbiata dal potere e dalla smania di mettere le mani sui gioielli della Coccinella e del Gatto Nero.
"Mi stai solo facendo perdere tempo con le tue inutili accuse." Convenne lo stilista passando oltre al nipote per aprirgli la porta d'ingresso e invitarlo a uscire con le dovute maniere.
Felix invece la chiuse sbattendola infastidito.
"Lila è pericolosa, vuole rubarti la spilla, non chiedermi come ha fatto a scoprirlo."
"Glielo avrai detto tu, del resto non sei nuovo a pugnalare le persone alle spalle." Disse mellifluo e come se la cosa fosse ovvia.
"Tsk! Se credi che abbia detto qualcosa ad Adrien, beh! Ti sbagli, ha capito tutto da solo, io gli ho solo dato qualche indizio. Tuo figlio non è poi così tordo come sembra."
"Lo sospettavo! E comunque non ha più importanza."
"Ti prego, zio. Guardati le spalle da ora in poi."
"Non ce ne sarà bisogno" Tagliò corto lui.
Felix aprì la porta blindata dopo essersi congedato e udì quel preciso istante che un boato squarciò il silenzio del cielo.
*
Felix era corso fuori dal cancello per vedere con i propri occhi che costa stava succedendo.
E nel frattempo che lui era uscito, un'altra presenza entrò a Villa Agreste senza farsi vedere, aggredendo alle spalle Gabriel, sorprendendolo e buttandolo a terra.
Lo stilista perse gli occhiali che riuscì a ritrovare poco distante andando a tentoni con la mano destra.
Quando se li infilò sul ponte del naso e gli occhi misero a fuoco le immagini, non vide nulla. Era solo.
Non poteva essere stato un colpo di vento a fargli perdere l'equilibrio, perché la nuca gli doleva e per far passare il formicolio si massaggiò la parte lesa con la mano.
Si alzò guardandosi bene attorno.
Era solo, o almeno era quello che credeva.
"Adri..." Non fece a tempo a chiamare suo figlio che Gabriel si ritrovò ancora faccia a terra a causa di uno sgambetto.
"Chi c'è?" Starnazzò rialzandosi di nuovo, facendo leva con i palmi delle mani e infine con le ginocchia.
Ora tutti i suoi sensi erano all'erta e grazie al potere del Miraculous della Farfalla, che teneva appuntato sotto il foulard rosso e bianco, captò della rabbia intorno a lui.
Non disse nulla per non destare sospetti, perché sapeva benissimo che solo una persona era in grado di camuffarsi grazie al suo potere, la stessa che Felix l'aveva messo in guardia pochi minuti prima.
"Fatti vedere!" Urlò più forte girando su se stesso per scorgere qualche movimento strano.
Volpina di materializzò pochi attimi dopo davanti a lui.
"Ciao, Monarch!" Lo salutò.
Gabriel inarcò un sopracciglio sorpreso e fece finta di non sapere di che cosa stesse parlando la ragazza.
"Monarch? Mi spiace, ma non so di che cosa ti stia parlando."
Volpina incurvò il labbro superiore "Sei bravo a mentire."
"Tu chi sei?" Lo domandò continuando con quella commedia.
Gabriel doveva essere più convincente possibile per ingannare la regina delle illusioni, e non sarebbe stato facile.
Lei era furba, intelligente e calcolatrice, peccato avesse deciso di tradirlo e pugnalarlo alle spalle.
Lila Rossi si era rivelata la sua seconda delusione, dopo Chloè Bourgeois.
Solo che Chloè non aveva agito con cattiveria, ma semplicemente con la stupidità che la contraddistingueva, invece l'italiana si era rivelata cattiva fino al midollo.
"Non fare il finto tonto, sei stato tu a darmi il Miraculous della Volpe e prendermi come tua alleata, mi ci è voluto un po', ma alla fine ho capito che c'eri tu dietro a tutto questo."
Gabriel era totalmente spaesato e non sapeva veramente come comportarsi, beh! A dire il vero sì, ma non poteva davanti a lei.
L'unica cosa da fare era quella di continuare a fingere e attendere che suo figlio che si trovava al piano di sopra sentisse le sue urla e si precipitasse a salvarlo.
"Davvero, hai... Hai preso un abbaglio, non sono io la persona che cerchi. Sono solo uno stilista e nulla più."
Volpina continuava a guardarlo torva e di traverso, del resto fiutava la menzogna a chilometri di distanza e lei era assolutamente abituata a mentire. Non poteva di certo fregare lei.
"Non provare a raggirarmi con inutili parole! So chi sei e ormai sei in trappola... Vuoi forse che salga e che racconti tutto a tuo figlio?" Chiese melliflua e sicura di sé.
Gabriel tirò un sospiro di sollievo in quanto Lila non sospettava assolutamente che Adrien era Chat Noir.
"Lascia fuori Adrien da tutto questo. Lui non c'entra nulla e nemmeno io..."
"Questo è tutto da vedere!" Esclamò a denti stretti, pronta a scagliare la sua prossima mossa.
*
Continua

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Promises
Fanfiction[MIRACULOUS LADYBUG] ***ATTENZIONE: SPOILER QUARTA STAGIONE*** Chat Noir fa una promessa a Lady Bug. Una promessa che intende mantenere ad ogni costo, perchè sa che lei è la persona perfetta per ricoprire il suo ruolo. Ora sono davvero solo loro due...