Gabriel era salito in camera del figlio dopo aver accompagnato sua cognata a riposare.
Il viaggio non era stato lungo, ma intenso, colmo di ansia e preoccupazione.
Amelie continuava a tenersi stretta quella scatolina tra le mani, che non avrebbe mai lasciato andare per niente al mondo. Ancora non poteva credere che il suo amato bambino non ci fosse più. Non lo avrebbe più sentito mentre varcava la soglia di casa, e non avrebbe più presenziato alle sue gare di karate. La casa sarebbe stata così vuota senza di lui.
Amelie si addormentò solo perché l'ansia e il dolore le avevano asciugato l'anima, e quando non la sentì più singhiozzare, Gabriel poté proseguire verso la camera di Adrien.
Bussò alla sua porta e questo lo fece entrare senza farlo aspettare troppo.
Lo trovò seduto sulla panchina del piano forte mentre cercava di battere i tasti alla ricerca di qualche melodia da suonare.
"Non lo farei se fossi in te, tua zia si è addormentata ora. E' stata una giornata intensa per lei" Gli disse andandosi a sedere accanto a lui.
"Direi per tutti noi!" Sottolineò Adrien con un cipiglio alzato.
"Mmm... sì, direi di sì." Mormorò poco convinto accarezzando con l'indice alcuni tasti, attento a non emettere nessun suono.
"Lo sapevo!" Esclamò Adrien alzandosi in piedi e Gabriel lo guardò sorpreso nel sentire quell'affermazione "... a te non interessa se Felix ha perso la vita."
"A me importa che a te non sia capitato niente." Convenne lo stilista.
"Ma come puoi dire una cosa del genere?"
"Sei mio figlio, è chiaro che tengo più a te che a lui."
"Questo non giustifica il tuo atteggiamento."
"Adrien!" Lo richiamò all'ordine, sebbene fosse arrabbiato e in collera per aver perso suo cugino, non doveva dimenticarsi con chi stava parlando, il rispetto era alla base di ogni conversazione.
"Scusa." Lo disse in maniera poco convinta.
"Bene. Chiama la tua amica che ti porti subito il Miraculous della Coccinella."
Quella richiesta arrivò come un fulmine a ciel sereno e Adrien gli scoccò un'occhiata torva e di traverso, chiedendosi come suo padre, dopo una disgrazia del genere, avesse ancora la voglia di usare quei Miraculous per i suoi scopi.
"Non ci penso neanche."
"Tu invece lo farai." Disse perentorio e con l'espressione del suo volto che non ammetteva nessuna replica.
Adrien lo guardò per capire se stesse dicendo sul serio o se lo stava solo prendendo in giro.
"Sì, la chiamerò."
Gabriel si stava congedando gongolando, ma Adrien gli fece subito cadere ogni aspettativa.
"Per venirsi a riprendere il resto dei Miraculous."
"Non oserai." Berciò digrignando i denti.
Adrien sapeva benissimo che se lo faceva avrebbe perso definitivamente la speranza di riavere la madre con loro e Gabriel non glielo avrebbe potuto permettere.
"Sì, invece." Gli occhi di Adrien avevano il tipico luccichio di chi non avrebbe mai e poi mai tradito una persona amata, Gabriel lo sapeva benissimo e capì che non avrebbe potuto più fare una simile richiesta a suo figlio nel momento in cui Marinette era comparsa al posto di LadyVi, per poi trasformarsi in Lady Bug.
Ma la sua natura testarda gli intimò di provarci fino alla fine.
"Non pensi a tua madre?" Gli chiese insistendo, del resto c'era ancora speranza di rivederla.
"Certo! Ma non a questo prezzo... E poi... Non ti volevi liberare di Felix? Beh! È successo..."
Gabriel sollevò entrambe le sopracciglia sentendosi un emerito idiota.
"Tua zia non avrebbe sofferto." Cercò di salvarsi in calcio d'angolo facendo appello al suo buon cuore.
"Sì, invece. Non lo avrebbe potuto conoscere e amare, come invece ha fatto in questa vita."
Adrien era diventato così maturo in poco tempo e lui... Lui era rimasto ancora un bambino attaccato al suo sogno, al suo capriccio, perché sì, Gabriel si era reso conto che l' unico motivo per cui stava facendo tutto questo, non era per Emilie, ma per la soddisfazione di annientare Lady Bug e Chat Noir.
E per correre dietro a quella chimera aveva perso tempo prezioso che sarebbe servito a stare più vicino a suo figlio.
Gabriel deglutì e si alzò camminando lentamente verso la porta d'uscita.
Abbassò la maniglia e si voltò verso il figlio "Conosci la combinazione della cassaforte." Mormorò mestamente.
*
Marinette arrivò a Villa Agreste nei suoi panni civili, dopo aver posto il bracciale del Serpente all'interno della Miracle Box che andò a far compagnia a Pollen e Kaalki.
Tikki invece seguì la sua padroncina verso casa del suo amato, Marinette non se ne sarebbe separata e magari nel frattempo che sistemavano quei monili, le sarebbe balenata in testa un'idea brillante che avrebbe permesso a loro di riportare in vita Felix. Impossibile. Ma non si sa mai.
Non suonò il campanello perché Adrien l'attendeva nel vialetto, trepidante di rivederla.
"Ciao!" La salutò baciandole dolcemente la guancia che andò a fuoco subito dopo.
Marinette se l'accarezzò appena Adrien si voltò per accompagnarla in casa.
"Come sta tua zia?" Gli domandò mesta e pentendosi subito dopo per avergli posto una simile e stupida domanda.
Come poteva stare se non a pezzi? E dire così era riduttivo. Perdere un figlio era come perdere un pezzo di cuore, se non tutto. Il mondo ti crolla addosso in un istante e non hai nemmeno il tempo di renderti conto che la persona che ami di più al mondo non la rivedrai.
Non vedrei più quel sorriso, non sentirsi più la sua voce cristallina nel corridoio e nessuno ti manderà più messaggi, oppure ti farà penare per avere una risposta, anche con monosillabi.
Non la vedrai crescere, non la vedrei diplomarsi, vivere una storia d'amore, sposarsi e avere dei figli.
Più.... Tutto svanito in un secondo e senza nessun preavviso.
Sarebbe stata la stessa cosa se Felix fosse stato coinvolto in un terribile incidente.
Beh! In pratica lo era stato.
"Ora sta riposando, ma dopo torna a Londra per organizzare il funerale." Le ultime parole gli morirono in gola come se non volessero in alcun modo essere pronunciate o addirittura fossero proibite, ancora non poteva crederci che il suo amato cugino non ci fosse più.
E tutto svanito sotto i suoi occhi.
Lo stomaco cominciò a contorcersi e le viscere a diventare un ammasso informe di emozioni che gli oppressero il cuore.
Adrien abbassò lo sguardo e cercò di reprimere la voglia di farsi vedere debole davanti a lei.
Marinette gli prese delicatamente una mano "Non devi vergognarti. Buttare fuori quello che hai dentro ti aiuterà a stare bene." Anche lei soffriva, e Felix non lo conosceva neanche.
*
Adrien e Marinette entrarono nello studio di Gabriel a recuperare i Miraculous e attorno al cuore di lei si strinse una morsa.
Deglutì il nulla e cercò di sviare i suoi pensieri in un'altra direzione, in quanto, quell'episodio accaduto poche ore prima, l'avevano segnata e turbata.
"Di qua." Aveva detto Adrien per farsi seguire fino al dipinto della compianta madre
A Marinette batté il cuore come un tamburo per tutto il tempo, non che dubitasse di Adrien, questo era certo, ma temeva che suo padre sbucasse dal nulla e la tramortisse per prenderle il Miraculous.
In pratica, era quello che accadde, e quando udì dietro di lei quella voce austera e autoritaria che la salutava, un brivido di terrore le percorse lungo la schiena.
"Ciao, Marinette."
La ragazza lo guardò con sguardo attonito e spaventato mentre percorreva la stanza fino ad arrivare di fronte a loro.

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Promises
Fanfic[MIRACULOUS LADYBUG] ***ATTENZIONE: SPOILER QUARTA STAGIONE*** Chat Noir fa una promessa a Lady Bug. Una promessa che intende mantenere ad ogni costo, perchè sa che lei è la persona perfetta per ricoprire il suo ruolo. Ora sono davvero solo loro due...