Capitolo 31

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La testa di Chat Noir vorticava ancora, ma le carezze di Marinette lo aiutarono a rialzarsi ed a rimettersi in piedi.
"Come ti senti?" Gli chiese apprensiva.
"Non merito le tue attenzioni, non dopo quello che ho fatto. Non ho scusanti."
"È chiaro che c'è qualcosa che non va. Ma non capisco cosa."
Chat Noir si alzò lasciando lei in ginocchio che lo seguì subito dopo.
Era giunto per lui il momento della verità e Chat Noir pensò che forse avrebbe fatto prima se avesse ascoltato suo padre.
Colpire e scappare.
Era questo che doveva fare.
Ma il suo volto... Lui lo doveva vedere, anche se sapeva già essere un madornale errore, e infatti era quello che si era rivelato.
Marinette.
Lady Bug era Marinette.
A questo punto non poteva più andarsene, perché la sua etica non glielo permetteva, così, Chat Noir, andò a sedersi poco distante con la schiena ben salda alla parete, e invitò Marinette a fare lo stesso.
Lei tergiversò un attimo portandosi un pugno all'altezza del cuore.
Ma non aveva scelta...
"Sei arrabbiata?" Osò chiederle conoscendo già la risposta.
"Sono furibonda!" Marinette riuscì a nascondere la sua rabbia con la compassione e la curiosità che provava nei suoi confronti, sapeva che se voleva arrivare a una conclusione avrebbe dovuto mantenere la calma.
Chat Noir buttò fuori dell'aria dal naso velocemente.
"Sai... Anch'io lo sono..." Alzò gli occhi al cielo.
"Non sembrerebbe"
"Lo sospettavo" Chat Noir abbozzò un sorriso dolce, ma dal sapore amaro.
"Chat Noir... Adesso però voglio sapere, basta giocare!" L'espressione di Marinette mutò radicalmente e una luce  sinistra comparve nei suoi occhi, era giunto il momento per Chat Noir delle spiegazioni e lei non avrebbe gradito giri di parole inutili.
"Lo sto facendo per mia madre" Iniziò a dire e la schiena di Marinette venne percorsa da una scossa improvvisa, iniziando poi a sudare freddo in attesa che continuasse con il racconto "... Se riuscissi a mettere insieme i nostri Miraculous cancellerei questo tempo dove lei non c'è più e ne ricreerei un altro con lei al mio fianco."
Marinette iniziò a tremare vistosamente e non per il freddo, il venire a conoscenza che anche Chat Noir ha perduto suo madre accese nella sua testa un campanello d'allarme, non poteva essere, non ci poteva credere.
Il cuore accelerò i battiti all'inverosimile e i polmoni erano alla costante ricerca di aria che sembrò improvvisamente mancare.
Aveva bisogno di più informazioni per esserne sicura, anche se veramente nutriva dei sospetti da alcuni giorni, soprattutto dopo aver recuperato Pollen.
Non che Marinette si fosse soffermata apposita su quel dettaglio, per molti insignificante, ma le era balzato all'occhio il suo modo sicuro con il quale aveva aperto quel particolare portagioie, solo una persona molto vicina a Chloe' si sarebbe potuto muovere con quella sicurezza.
E poi, ultimamente, Chat Noir era cambiato, era diventato più dolce e gentile, mantenendo le stesse identiche movenze di Adrien, e forse era per questo che alla fine aveva ceduto alle sue lusinghe e si era finalmente innamorata di lui.
"Da quanto tempo lo stai progettando?" Gli domandò infine non volendo sapere altro.
"Marinette... Io..."
"DA QUANTO TEMPO??"
"In realtà' da adesso, ma..." Sospirò, era giusto dirglielo. Le mani gli tremavano e lo stomaco si svuotò di colpo. "... Ma mio padre lo sta facendo da un pò"
Marinette era una ragazza intelligente e fare due più due non le risultò poi così difficile, anche se buttare fuori le parole ora non fu affatto facile.
"Tuo padre è Monarch! Non è così?" Gli chiese con il volto provato dalla tristezza.
Chat Noir annuì con il capo e distolse lo sguardo per la troppa vergogna.
Marinette si portò entrambe le mani a coprirle il volto, respirò profondamente e ogni inalazione d'aria risultava difficoltosa, così Chat Noir cercò di confortarla, ma appena sentì le sue mani artigliate su di lei, si scanso'.
"Non mi toccare" Scandì bene le parole con tono duro.
"Scusami... Non è facile nemmeno per me e non sai quanto non vorrei trovarmi in questa situazione. Non voglio venire meno alla promessa che ti ho fatto, ma non voglio nemmeno deludere mio padre."
"Adrien..." Marinette riuscì a prendere coraggio e pronunciare il suo nome.
Chat Noir la guardò con fare sorpreso, ma non troppo; Marinette era una ragazza intelligente e le bastarono due frasi in croce per farle scoprire la sua identità.
"Si, Marinette?"
Lei scoppiò a piangere dopo quella certezza ormai innegabile.
Chat Noir era Adrien. Non c'era altro da aggiungere.
Tranne il fatto che suo padre era Monarch, il cattivo che cercavano di sconfiggere portandogli via i Miraculous in suo possesso.
"Non fare così, ti prego" Ogni sua lacrima era un fendente in pieno petto, e leggere la rabbia e la delusione nei suoi occhi era ancora peggio.
Che cosa stava facendo?
Adrien, Chat Noir aveva rovinato tutto.
E Plagg lo aveva anche avvertito che questa storia non sarebbe andata a finire bene, ma compiacere suo padre era da sempre stato la massima aspirazione.
Adrien non aveva sogni, da piccolo desiderava solo fare contenti mamma e papà, perché era stato educato e cresciuto così.
Non aveva mai avuto amici perché i suoi non gli permettevano di frequentare una scuola, in quanto i ragazzi avrebbero potuto influenzarlo negativamente e rovinare i piani a loro due, ovvero l'avere un figlio perfetto.
"E cosa dovrei fare? Mi hai spezzato il cuore!" Singhiozzò.
"Mi dispiace!"
"È tutto quello che sai dire?"
"Non volevo che andasse a finire così, ma purtroppo ho scoperto che mio padre è Monarch e quello che stava tramando di fare. Come credi mi sia sentito in tutta questa storia? Anch'io sono rimasto deluso e ho dovuto prendere delle decisioni, soprattutto perché non facesse del male a te"
Marinette sussultò "Perché?"
"Ha minacciato di akumatizzarmi se non facevo quello che voleva." Sembrò quasi un sussurro quello che gli uscì dalla bocca.
Marinette si rese conto che il suo partner non aveva avuto scelta e che non era sua intenzione farle del male, ma dopotutto lo aveva fatto e nessuna spiegazione, anche la più plausibile, poteva giustificare un simile gesto.
Del resto, Chat Noir le aveva fatto una promessa a cui non era riuscito a tenere fede, finendo per essere affascinato dalle lusinghe del male.
"Abbiamo sempre una scelta, Chat Noir." Si alzò rimanendo dritta in piedi davanti a lui puntandogli uno sguardo truce e deluso.
"Non riesci nemmeno a dire il mio nome vero."
"Sei trasformato e ti chiamo con il nome da super eroe."
"Ritrasformarmi" Chat Noir venne avvolto da una luce verde brillante che quando svanì, rivelò la persona di Adrien.
Il cuore di Marinette mancò un battito sentendosi quasi morire ora che aveva l'assoluta certezza che dietro la maschera di Chat Noir c'era sempre e solo stato Adrien.
"Perché l'hai fatto?"
"Perché voglio che tu capisca come mi sto sentendo, sai che la maschera altera tutto e io non voglio che tu non ti renda veramente conto di quanto male ci sto per questa situazione."
"Non dovevamo conoscere le nostre identità così" disse con voce rotta dal pianto, forse Marinette in realtà non sarebbe mai stata pronta allo shock di sapere Adrien sotto la maschera nera.
"Molte cose non vanno mai come te le programmi." Fece spallucce con ovvietà.
"Ma quello che so con assoluta certezza è l'amore che provo per te, Milady" Disse poi lasciandola di stucco.
"Tu ami Lady Bug e non Marinette." Precisò rimarcando questa sua consapevolezza.
"Siete la stessa persona... È vero, forse inizialmente mi sono innamorato del tuo lato da Lady Bug, ma con il tempo e conoscendoti meglio ho imparato ad amare quel tuo lato sensibile e anche impacciato."
Marinette non ebbe il coraggio di rispondergli a modo, avrebbe voluto urlargli che anche lei era pazzamente innamorata di lui, ma era anche vero che non ci riusciva perché non era in grado di capacitarsi del fatto che Adrien l'aveva portato via il suo Miraculous a tradimento, e invece se ne rimase in assoluto silenzio con il suo cuore spezzato.
Adrien era innamorato di lei e non mentiva, Marinette contraccambiava il suo amore, ma al momento non poteva nemmeno  guardarlo negli occhi, tanta era la voglia di prenderlo a sberle finché le mani non le friggevano.
"Dì qualcosa, ti prego" Mormorò lui spezzando il silenzio della notte.
Marinette si voltò e raggiunse la scala antincendio che l'avrebbe condotta sulla strada, quando mise piede sul primo scalino parlò.
"Se davvero mi ami, dimostramelo." Lui avrebbe capito, in quanto gli lasciò sui palmi delle mani gli orecchini.
Marinette iniziò a scendere velocemente con le lacrime agli occhi, inseguita da Adrien che riuscì a bloccarla per un polso.
"Non andartene!" La supplicò con voce roca.
La corvina ancora non riusciva a emettere alcuni suono perché la gola era bloccata da uno strato grosso e colloso di lacrime.
Strattonò via Adrien, ma non se ne andò, rimase invece li continuando a scoccargli occhiate deluse ed amareggiate che gli arrivarono fin dritto al cuore.
"Adrien... Che dovrei fare? Questa sera mi è crollato il mondo addosso e a causarlo è stato proprio il ragazzo che amo..." Nemmeno Marinette seppe com'era riuscita a dirglielo, eppure ci stava provando da mesi senza riuscire a spiaccicare una parola.
Il cuore del ragazzo mancò un battito e d'istinto le prese le mani.
"Dici sul serio, Marinette? Cioè che anche tu provi qualcosa per me?" Ancora non ci poteva credere.
"Dal primo momento che ti ho incontrato e poi mi sono innamorata di Chat Noir."
L'entusiasmo di Adrien durò poco in quanto un ulteriore pugnalata lo prese in pieno petto.
"... Ma questo non cambia le cose tra noi. Questa sera ho conosciuto un lato di te che non mi sarei mai aspettata che tu possedessi."
"Ti ho detto il motivo, volevo proteggerti."
Marinette scosse la testa "Non ti credo, mi dispiace."
"Non sono un bugiardo! Ma rivoglio mia madre nella mia vita."
"Ci saranno delle conseguenze." Rimarcò l'importanza.
"Non mi interessa." Scosse il capo, lui.
"Allora io e te non abbiamo più nulla da dirci." Marinette si riprese le sue mani divenute incandescenti.
"Perché allora mi hai detto che mi ami?" Chiese serio e torvo.
"Questa potrebbe essere la nostra ultima conversazione, e di conseguenza non avrei più potuto dirti che cosa provavo per te e me ne sarei pentita."
"Ci rincontreremo."
"Non è detto..." Per quanto ne potesse sapere, nella nuova realtà magari a lui non sarebbe stato concesso di frequentare la scuola e quindi non si sarebbero mai conosciuti, oppure si sarebbe fidanzato con Kagami o Chloe', due ragazza appartenenti al suo stesso ceto sociale.
Marinette non ne poteva più di starsene li.
Aveva perso tutto: Tikki, Plagg, i kwami, la fiducia in Chat Noir e in Adrien, e ora Monarch sarebbe riuscito nel suo intento.
"Addio, Adrien!" Marinette lasciò la sua mano per sempre e corse via fino a raggiungere la fine delle scale, non si voltò mai indietro altrimenti sarebbe stata fregata.
Nemmeno quando Adrien invocò il suo nome più volte e la pregava di tornare indietro.
Aveva voglia di baciarlo un'ultima volta, ma già dirgli addio era stato piuttosto duro.
Era giusto così, infondo lui aveva deciso da che parte stare, e non era la sua, altrimenti le avrebbe restituito il Miraculous.
Adrien sentiva le gambe bloccate e la bocca impastata e pesante, voleva correrle dietro per non lasciarla andare mai più, ma il senso di colpa che lo colpì era stato più forte dell'amore che provava per lei.
L'aveva delusa e ora non poteva più tornare indietro, ma presto, avrebbe dimenticato tutto quanto.
Tutto quanto...
*
Continua

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