Capitolo 15

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Quello sarebbe stato un week end un po' noioso per Lila Rossi, costretta a subire le continue lamentele da parte della madre per come le cose tra lei e suo padre si erano messe male nell'ultimo periodo, e questo era uno dei motivi per cui non era presente a Londra quel fine settimana, se non fosse stata per la tempestiva chiamata di Felix, il quale le aveva chiesto di incontrarsi, visto che quel giorno di qualche settima fa, sul treno non erano riusciti a fare amicizia come si deve.
Lila, aveva preso la palla al balzo, ed era sicura che Felix nascondesse più di quanto volesse far credere. Un pò come lei.
Si erano incontrati in una caffetteria dietro al famoso Big Ben, Felix, da buon cavaliere era arrivato per primo ed aspettava la sua bella su un tavolino posto al sole sorseggiando la classica tazza di tè delle cinque di pomeriggio, come da buona tradizione britannica.
Non si alzò e non si scompose minimamente quando la vide arrivare ancheggiando come se stesse sfilando su una passerella sotto i riflettori, ma si limitò ad ordinare del tè anche per lei al cameriere appena notò la sua presenza in lontananza.
"Mi fa schifo il tè." Gli aveva comunicato con sommo disprezzo accomodandosi difronte a lui con aria minacciosa trovandosi davanti quella bevanda dall'aria antica.
"Fingi interesse, mia cara. Qui non sei in Francia o in Italia. Noi londinesi teniamo molto alle tradizioni." Felix le versò una tazza di quel liquido ambrato, caldo e fumante.
Lila sbuffò dal naso ed attese un pò, prima di berne un sorso, perchè stando al fumo che usciva dalla ceramica, doveva essere bollente come le fiamme dell'inferno.
Tutto sommato era anche buono quando lo buttò giù.
Lila accavallò le gambe e Felix seguì ogni movimento di sottecchi, sia mai che l'italiana tirasse fuori una qualche arma tagliente da una scarpa o da una tasca.
Del resto, un vecchio adagio recita proprio 'fidarsi e' bene, non fidarsi e' meglio'.
"Allora... mi vuoi dire perchè hai voluto vedermi?" Disse melliflua accennando un falso sorriso.
L'inglese si sistemò il nodo alla cravatta e poggiò il quotidiano che stava consultando.
Lila notò che Felix portava ancora appuntata quella strana spilla luccicante a forma di ventaglio, convinta più che mai fosse un Miraculous, per la precisione quello del pavone.
"Volevo conoscerti un pò meglio, sembri una persona interessante."
Lila gli rivolse un mezzo sorriso sinistro "Non prendermi in giro, ok? Smettiamola con questi inutili convenevoli e dimmi perché mi hai convocata qui."
"Cercavo solo di essere gentile" Alzò le mani in segno di resa.
"E' inutile che ci giriamo intorno, io non ti piaccio e tu non mi piaci, smettila di farmi perdere tempo!"
"Se avevi di meglio da fer perché hai accetto questo appuntamento? Avresti potuto darmi buca... anzi, mi hai sorpreso vederti qui."
"Sono una persona educata" Tagliò corto lei volgendo lo sguardo stizzito altrove.
In realtà, Lila, aveva accettato quell'invito solo per confermare il suo sospetto a riguardo quella spilla che portava appuntata sul doppio petto, se la sua deduzione si fosse ritenuta esatta, questo significava che presto avrebbe scoperto l'identità di Monarch.
Falena Oscura non avrebbe mai donato a qualcuno il Miraculous del Pavone di sua spontanea volontà, a meno che quel qualcuno non fosse riuscito a sottrargliela con l'inganno in cambio di qualcosa.
Lila aveva visto indistintamente Lady Bug consegnare il Miraculous del Cane a Adrien, o meglio a Felix, e lei sapeva bene quanto potesse essere pericoloso quel monile, o provvidenziale, dipende da come si guarda la situazione.
Avrebbe potuto tranquillamente barattare il collare del cane con qualcosa di più interessante. Astuto.
Felix si alzò tirando la sedia all'indietro, puntò i palmi delle mani sul tavolino ed avvicinò pericolosamente il suo volto a quello di lei.
"Non sei affatto gentile, mia cara. E sappiamo bene tutti e due che miri a qualcosa di più grande."
Lo sguardo di Lila si fece serio "Non ti si può nascondere niente, vero?"
"Dove hai messo il Miraculous del Cane che Lady Bug ti ha dato?"
"Mmm... E qui veniamo finalmente al sodo." Felix si accomodò "... Vedo che la presenza della super eroina non è passata inosservata."
"E da come ti guardava, credo abbia un debole per tuo cugino" Ammiccò "... Ti mangiava con gli occhi, sai?."
"Tsk! Lo hai notato anche tu, e io che credevo essere solo una mia impressione."
"Potremo sfruttare la cosa a nostro vantaggio!" Lila sperava che il suo interlocutore fosse tanto fesso da cascarci, magari comprandolo con qualche moina da gatta morta, ma Felix era furbo ed aveva già capito da un pezzo l'antifona.
La collana che Lila portava al collo, ben in vista sopra la scollatura vertiginosa, era sicuramente il Miraculous della Volpe, Felix ne ricordava bene le fattezze, e al contrario suo, non aveva pensato di camuffarle.
L'inglese si alzò nuovamente dal suo posto e con fare circospetto si avvicinò a lei per sussurrale all'orecchio destro che non scende a patti con nessuno.
Felix sospettò del fatto che Lila fosse in combutta con suo zio Gabriel, e non escludeva che ci fosse di mezzo il suo zampino per recuperare il Miraculous che aveva barattato per la sua libertà.
Se la sua deduzione fosse stata confermata, l'inglese non ci avrebbe messo molto a fare le valigie, prendere un treno per Parigi e confessare tutto a quell'idiota cieco di suo cugino Adrien.
"Puoi dire a Papillon o come cavolo si fa chiamare adesso, Monarch, che non m'interessa lavorare per lui."
Quell'affermazione spiazzò l'italiana, non era di certo questa la sua intenzione, ma confermò il suo sospetto, ovvero che Felix sapesse di più di quello che lei credeva.
"Guarda che quel vecchio imbecille non c'entra nulla..."
Un ghigno maligno si materializzò sul volto del biondo "Tu sei davvero perfida... Vuoi il mio aiuto per prendere i Miraculous a Monarch?"
"Uno in realtà'" confermò melliflua.
Felix trovò quella proposta allettante, ma nonostante odiasse suo zio con tutto il suo cuore, gli aveva fatto una promessa, e lui mantiene sempre la parola data.
"Mi dispiace, ma non voglio immischiarmi in affari che non mi riguardano!"
"Nemmeno se devi aiutare una principessa in difficoltà?" Piagnucolò lei facendosi venire delle lacrime finte sugli occhi per impietosirlo.
Felix scoppiò in una risata fragorosa finendo per tenersi la pancia dolente dallo sforzo.
"Scusami mia cara, ma erano anni che non ridevo così di gusto."
"Credevo non ne fossi capace" Disse lei senza scomporsi minimamente, ma dentro invece moriva dalla voglia di scoccargli un sonoro ceffone che gli lasciasse il segno su quel bel faccino.
"... E non mi sembri neanche così indifesa come dici di essere, oltre che ad una principessa, s'intende."
"Tu... Inglese viziato! Ti pentirai amaramente di esserti messo contro di me." Berciò acida alzando l'indice.
"E' una minaccia?" Domandò lui.
Lila non rispose, si limitò ad alzarsi ed andarsene, quella conversazione l'aveva innervosita di parecchio.
"A presto!" La salutò prendendosi gioco di lei, perché sapeva che prima o poi sarebbe tornata da lui strisciando, o forse per orgoglio non si sarebbe abbassata a tanto? In ogni caso, Felix, sapeva bene in cuore suo, quella non sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe visto quel viso diabolico.
*
A Parigi, invece, le cose erano ben diverse.
Monarch non aveva atteso per nulla il ritorno di Lila e ne aveva approfittato per colpire una vittima ignara ed arrabbiata, così da costringere Lady Bug e Chat Noir ad uscire allo scoperto e combattere.
La sua sete di potere e voglia di raggiungere, nel lasso di tempo più breve possibile, il suo obbiettivo lo avevano obbligato ad agire da solo, con sommo dispiacere di Chloè, che appena appresa la notizia al telegiornale durante una diretta straordinaria, aveva richiamato la trasformazione in Queen Bee e si era precipitata nel luogo dello scontro rimanendo in disparte, controllando con circospezione le gesta dei super eroi.
L'eroina coccinella lanciò lo yo-yo e ne legò l'estremità al palo del lampione posto nella parte opposta della strada. Chat Noir attendeva sopra un comignolo il momento propizio per agire ed usare il suo cataclisma sulla cintura che l'akumatizzato portava attorno alla vita e che teneva ben salda. Sicuramente l'akuma era nascosta li, perché oltre a quell'oggetto, sul suo corpo non era presente niente che facesse pensare ad un altro nascondiglio per quella farfalla avvelenata.
Lady Bug lo avrebbe fatto cadere e stramazzare al suolo e legargli mani e piedi con la cintura di Chat Noir, mentre lui lo liberava dal potere di Monarch.
Un piano semplice, ed efficace, se non ci fossero stati intoppi, cosa che, purtroppo accade con sommo stupore di entrambi i super eroi, perchè non appena l'akumatizzato si accorse del filo luccicante alla luce del sole, iniziò a ricreare tante piccole copie di sè e a passarci sotto senza alcun problema.
"Mullo" Mormorò Lady Bug tristemente.
"Lady Bug, che succede?" Sentì dire dal suo auricolare.
Subito lei scosse la testa ritornando lucida, Chat Noir stava attendendo sue istruzioni per agire.
"Gattino, cambio di programma. Ti sto raggiungendo sul tetto."
In un sol balzo, la coccinella arrivo' dal partner e lo informò su quello che aveva appena visto e della collana che portava attorno al collo.
"Non ci avevo fatto caso" Mormoro' dispiaciuta, quel monile era dello stesso colore del costume e si era mimetizzato benissimo.
"Monarch sta dando i Miraculous alle sue vittime?" Ipotizzò Chat Noir.
"Che stia radunando un esercito era risaputo, ma questo mi ha completamente spiazzata. Ero convinta che con agisse cosi'."
"In che senso?"
"Pensaci bene, non credo che Monarch dispenderebbe Miraculous a destra e a manca se non si fidasse di loro. Questo è uno sconosciuto, non avrebbe senso dargli un gioiello magico."
"Potrebbe girare a nostro favore la cosa, no?"
"E come?"
Chat Noir espose il suo piano che consisteva nel concentrarsi per prima cosa nel prendere la collana del topo e poi liberarlo dall'akuma, in questo modo sarebbe stato più semplice batterlo, e loro avrebbero recuperato intanto un Miraculous.
"Non sara' facile."
*
Al contrario di come aveva detto Lady Bug, il piano ideato da Chat Noir aveva funzionato, peccato pero' che quello che quella vittima aveva al collo non fosse il Miraculous del Topo come avevano ipotizzato, ma solo un dispositivo inventato personalmente da quel signore, scopertosi poi uno scienziato dalla mente brillante, a cui pero', per colpa di alcune scartoffie non compilate a dovere, non aveva potuto presenziare e di conseguenza presentare, la sua ultima creazione, che consisteva proprio nella proiezione di copie di se' stessi.
Era li' comunque dove si nascondeva l'akuma. Tutto sommato la cosa aveva favorito Lady Bug e Chat Noir che erano riusciti a sconfiggere il cattivo, seppur con l'amaro in bocca.
"Non importa, milady. Ci riproveremo!" La consolo' Chat Noir mettendole una mano sulla spalla.
*
Queen Bee controllava la situazione appostata dietro un comignolo.
Quello era il momento più propizio per agire e prendere i Miraculous di Lady Bug e Chat Noir, le sarebbe bastato intanto paralizzare uno dei due, magari mentre li inseguiva prima che si ritrasformassero e raggiungessero casa, magari così scoprendo chi si celava dietro le loro maschere, se non fosse stato per un paio di ragazzini che per puro caso passarono di li' urlando il nome dell'ex super eroina.
Quel trambusto fece alzare gli occhi al cielo a Lady Bug e Chat Noir che, a causa dell'imminente trasformazione, si videro sfumare sotto gli occhi, l'occasione di inseguirla e riprendersi il pettine dell'ape.
*
continua

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