Capitolo 22

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Tikki continuava a scuotere e a chiamare Marinette per cercare di convincerla a togliersi quel maledetto cuscino dalla faccia che teneva da qualche minuto per soffocare i singhiozzi convulsi che le uscivano prepotentemente dalla bocca, e che non erano in grado di fermarsi.
"Ti prego, Marinette. Mi sto preoccupando!" La vocina dolce della kwami le entrò ovattata all'interno delle orecchie, ma aveva ragione, Marinette aveva bisogno di prendere una boccata d'aria se non voleva soffocare e di conseguenza morire, col rischio di lasciare Chat Noir a combattere da solo contro Monarch.
Tikki tirò un sospiro di sollievo quando la sua padroncina, finalmente, si tolse quella possibile arma del delitto da sopra il volto provato dalla disperazione.
"Che cosa ho fatto, Tikki?" Singhiozzò lei rendendosi conto che forse la sua reazione era stata un tantino esagerata. Esageratamente bella ed appagante.
Perchè, il problema principale non era l'aver baciato il suo partner, ma il fatto che le era piaciuto farlo (e Chat Noir baciava dannatamente bene) e che le farfalle allo stomaco erano ancora presenti e continuavano a sfarfallare in maniera insistente se ripensava alle sue labbra dolci e calde, alla lingua che accarezzava delicatamente la sua.
Marinette riportò il cuscino sulla faccia dopo aver riempito per bene i polmoni d'aria fresca e soffocò un urlo.
"Dai... Marinette..." Sospirò la kwami della creazione dandole uno scossone sulla spalla per poi cercare di tirar via quel guanciale dalla faccia per parlarle a quattro occhi.
Dopo alcuni tentativi, e solo perchè Marinette lasciò la presa, Tikki riuscì a scagliare quel cuscino lontano da lei, ma la corvina, avrebbe sempre potuto voltarsi a pancia in giù ed affondare il volto sul pupazzo a forma di gatto (che ironia!!) che teneva sulla testiera del letto.
"Chissà che cosa penserà di me!" Esclamò portandosi entrambe le mani sul viso come se si vergognasse per l'accaduto, non era da lei reagire in quella maniera baciando il primo che le capitava a tiro, ma lo voleva fare ed il suo corpo si era mosso da solo nella direzione di Chat Noir.
"Che cosa vuoi che pensi? Che sei la ragazza straordinaria di sempre" Rispose con ovvietà la kwami alzando le spalle minute e quasi inesistenti.
Marinette scosse la testa e sospirò portando il busto in posizione seduta.
"Non voglio illuderlo, e sono convinta di averlo fatto. Passi il fatto che la prima volta che è successo era perchè era stato colpito dalla magia di Dark Cupido, passi la seconda che eravamo senza memoria, ma questa!!! QUESTA????!!" Urlò disperata portandosi le mani all'interno dei capelli iniziando a respirare più affannosamente perchè non trovava alcuna spiegazione logica al suo gesto avventato, dimenticando, in ogni caso, il bacio che si sono scambiati solo qualche tempo prima.
E se ci ripensava le saliva il magone.
"Io amo Adrien, non Chat Noir." Volse lo sguardo alle foto sulla bacheca di sughero dov'erano appuntate le immagini del modello, oltre che ad altre cose importanti.
"Stai cercando di convincere me o te stessa?" La kwami le svolazzò davanti agli occhi sovrapponendosi tra lei e le foto di Adrien, che risulto' poi solo uno sfondo sfocato.
Marinette scosse il capo per l'ennesima volta "Non lo so, ed è questo che mi spaventa."
"Forse Chat Noir ti ricorda Adrien, ed è per questo che lo hai baciato." Ipotizzò la kwami mettendole la pulce nell'orecchio, e solo dopo aver completato la frase, si era resa conto che forse aveva detto un pò troppo, ma Marinette aveva altro a cui pensare e non fece caso alle sue parole.
"No, sono così diversi."
"Allora è probabile che ti sei innamorata di lui. Non ci sarebbe nulla di male."
"Lo dici così, con superficialità." Rispose seccata da quell'affermazione "... hai dimenticato che cosa gli è successo? E' stato akumatizzato per colpa mia, e non voglio che accada. Tengo troppo a lui."
"Lo so, Marinette."
"E poi, può darsi che i miei sentimenti per lui si siano rafforzati perchè passiamo molto tempo assieme adesso." Marinette si portò le ginocchia vicino al volto e ci appoggiò il mento.
Tikki le alzò il volto con una zampetta "All'amore non si comanda, Marinette. Se ti sei innamorata di Chat Noir, io non ci vedo nulla di male."
"Devo parlare con lui, vero?" Disse sporgendo il labbro inferiore.
Tikki annuì.
La corvina invece si alzò dal letto stizzita e non per niente d'accordo, scese i pioli delle scale velocemente con l'intento di andarsene giù a mangiare qualcosa e tenere la mente occupata.
"Sappiamo bene come andrà a finire, e non voglio. E poi ho già parlato un sacco di volte con Chat Noir, e non abbiamo risolto nulla."
Tikki le si parò davanti prima che aprisse la botola.
"Questo perchè non gli hai aperto del tutto il tuo cuore come si deve. Rispondi a me... che cosa provi esattamente per lui?" Tikki non l'avrebbe lasciata andare via senza prima aver avuto la sua risposta, ovviamente una risposta sincera.
"E' solo un amico" Rispose frettolosamente aprendo la botola che Tikki richiuse prontamente.
"Non m'incanti. Riformulo la domanda: che sensazioni provi quando sei con lui?"
Marinette si sedette per terra ed appoggiò la schiena sulla parete rosa, guardò il soffitto e sospirò.
"Non so descriverlo, Tikki." Fece spallucce con occhi languidi.
"Provaci."
"Amo correre con lui tra i tetti, il vento che ci sfiora la faccia e gli sguardi d'intesa che ci scambiamo mentre raggiungiamo il nostro obiettivo. L'altro giorno quando stava male per via dell'allarme, il mio cuore non la smetteva di battere all'impazzata perchè non sapevo come aiutarlo e soprattutto se ce l'avremo fatta, non pensavo più a prendere il Miraculous dell'Ape, ma a salvargli la vita, perchè senza di lui, io non ho motivo di esistere. E' appagante vederlo che combatte e il modo in cui mi protegge mi fa stare bene. Ho desiderato ardentemente quel bacio perchè..." Le parole le morirono in gola quando provò a pronunciarle.
"Perchè?..." La invitò la kwami.
"Perc... Non ce la faccio, Tikki!" Marinette si alzò all'improvviso "... se lo dico, allora significa che è vero."
"Era il tuo cuore che parlava, non la tua mente, Marinette... dillo. Ti sentirai sicuramente meglio."
La corvina tirò un sospiro profondo ed espirò l'aria dalla bocca, il cuore le batteva forte e l'immagine di Chat Noir era viva e forte all'interno della sua mente, e non solo lì.
"Hai ragione, Tikki. Inconsciamente mi sono innamorata di Chat Noir."
*
Adrien se ne stava appollaiato sul balcone di camera sua a rimirar la luna, era così bella e piena da rischiarare tutto il cielo e anche la camera dello stesso ragazzo, il quale lasciò le luci spente apposita per godersi quello spettacolo da mozzare il fiato.
La luna, per qualche congiunzione astrale, si trovava molto vicina alla Terra.
"Ehi, Romeo..." Lo richiamò Plagg dal suo stato di trans.
"Che c'è, Plagg" Rispose voltandosi dalla sua parte.
"Stai bene?" Gli chiese semplicemente notando l'espressione del suo volto.
Adrien scosse il capo "Non lo so... cioè, dovrei essere al settimo cielo perchè lei mi ha baciato..."
"Non è la prima volta che capita" Lo interruppe con il suo fare petulante.
"... Già, però... non lo so, Plagg. E' stato, come dire, diverso."
Plagg già non capiva un' accidenti di amore, figuriamoci se fosse esperto di baci, così si limitò a mangiare formaggio, ovvero fare quello che gli riusciva meglio.
"Un bacio è un bacio." Mormorò con superficialità come se a quell'età, poi, non contasse nulla.
Adrien scosse il capo "Non è affatto come dici te, Plagg."
"E allora spiegami che cosa c'è che non va... forse non ti è piaciuto?"
"No, non ho detto questo. E' che quando ho chiuso gli occhi, mi è apparso il volto di Marinette per un' istante."
Plagg scoppiò in una fragorosa risata lasciando interdetto il ragazzo biondo che lo guardò stranito di primo acchito per poi passare all'indispettito.
"Non c'è niente da ridere, Plagg."
"Al contrario, c'è tutto da ridere. Non eri tu quello innamorato perdutamente di Milady?" Lo schernì facendogli gli occhi dolci sbattendo le palpebre come se avesse delle lunga ciglia da mostrare.
"Si, e lo sono ancora." Si morse la lingua.
"Non ti vedo così convinto, sai?"
Adrien ritornò ad appollaiarsi sul balcone con aria affranta, ora che Lady Bug sembrava mostrargli un minimo d'interesse, e dal quel bacio che si erano scambiati lo aveva potuto sentire indistintamente perchè non era stato come la prima volta, tralasciando i primi che ci sono stati e che nemmeno ricorda, l'altro giorno era stato intenso e sentiva che lei emanava un altro calore, peccato che lui non sembrava essere dello stesso avviso.
Il bacio di Lady Bug lo scosse dal profondo, ma mentre era sicuro che lei provasse ad avvicinarsi, lui invece si sentiva che si stava allontanando, a causa dell'amore non corrisposto della coccinella.
Adrien inconsapevolmente si stava sporgendo verso altri lidi, e quel lido, ora, era proprio la sua compagna di classe, nonche' migliore amica, Marinette.
"Hai detto tu che non ne capisci molto di queste cose."
"Si, esatto. Pero' posso capire quando qualcosa ti turba. Vuoi dirmi che cosa annebbia i tuoi pensieri e perché stai facendo marcia indietro con Lady Bug?"
"Semplicemente non provo più quel sentimento forte di prima. Non fraintendermi. Le voglio un bene dell'anima e Dio solo sa quanto, ma e' come se stessi perdendo interesse verso di lei."
"Non e' che per caso ti sei innamorato di Marinette?" Plagg assottiglio' gli occhi nell'alto della sua saggezza o spocchiosita', il tutto dipendeva da come la si guardava
Adrien ebbe un sussulto ed una piccola farfalla inizio' a svolazzare libera e felice all'interno del suo stomaco, allegerendogli le viscere.
"Ma-Marinette?" Sospiro' alzando gli occhi alla luna con un enorme sorriso stampato sulla faccia.
"Si, Marinette!" Scimiotto' il kwami tirando fuori la lingua.
"Non lo so. Fatto sta che qualcosa e' cambiato tra noi. O meglio, su quello che provo io. Ma... Ma nonostante questo, finche' io e Lady Bug non sconfiggiamo Monarch, non posso avvicinarmi a lei."
Mormoro' con aria affranta mentre una gocciolina salata gli rigava il volto e faceva scoppiare il suo cuore rompendolo in mille pezzi.
"Perché?" Starnazzo' il kwami convinto che questa volta sarebbe stata l'occasione giusta per quei due di rivelare i reciproci sentimenti, e vivere cosi' felici e contenti, come si confa' alle migliori favole amorose.
Come essere anche Adrien e Marinette avrebbero avuto il loro lieto fine.
"E' semplice, finché Monarch deterra' ancora il potere, io non potro' rivelare a Marinette di essere Chat Noir, Lady Bug e' stata chiara in questo. Le nostre identità devono rimanere segrete."
Perché doveva essere tutto così complicato? Perché l'amore lo doveva essere?
Plagg non riusciva proprio a capacitarsene di cio', ma capiva anche il perché tutto doveva rimanere nel più totale anonimato.
"E non potrei mai nascondere la mia identita' alla ragazza che amo." Continuo' il biondo ululando alla luna.
"Quindi ammetti di amare Marinette?"
Adrien sorrise rendendosi conto di aver appena detto ad alta voce quello che il suo cuore gli urlava ormai da tempo, ma lui era troppo afono per dirlo apertamente.
"Si, Plagg. Amo Marinette, ma sono anche consapevole di non poterglielo dire al momento."
Il kwami della distruzione si schiaffeggio' la faccia da solo non avendo consigli concreti da dare al suo portatore senza tradirsi o rivelare troppo.
Odiava vedere Adrien ridotto in quello stato, c'era già passato con Lady Bug a causa del suo amore non corrisposto, ora pero' che aveva ammesso di essersi innamorato di Marinette, le cose si sono complicate ulteriormente.
"Io ti consiglierei di parlare con Lady Bug."
"Per dirle cose?"
"Intanto per iniziare... Potreste parlare di quanto successo, cosi' almeno sapresti se hai ragione, ovvero se lei si e' innamorata di te. Amico mio, lei non e' una che dispensa a tutti certi tipi di baci, lo dovresti sapere bene."
"Hai ragione... Plagg, trasformami!!" Esclamo' determinato.
"Si, ma non subitooooooo" disse prima di venire risucchiato dall'anello, non era questo che intendeva, ma evidentemente il suo portatore era uno che agiva prima di pensare.
Chat Noir aziono' il catphone con l'intento di lasciare un messaggio a Lady Bug con un appuntamento e ti sorpreso di notare che lei per prima lo aveva fatto.
"Chaton, dobbiamo parlare..."
*
Continua


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