"Ci siamo preoccupati quando ci hai chiamati. State bene, è successo qualcosa?".
Giulia non sembra riuscire a parlare, anzi mi guarda in attesa che io la aiuti.
"No, nulla di grave. Entrate pure, dobbiamo parlarvi di una cosa".
Quando raggiungono il salotto, io le stringo una mano.
"Se non riesci a dirglielo, lo faccio io". Sospira. "Ci provo, però stammi vicino ti prego". Le bacio una guancia. "Sono qui. Sono sempre qui".
Gliel'ho giurato quando eravamo fidanzati e l'ho fatto quando ci siamo sposati.
Così è stato, così è e così sarà.
"Sono stata male qualche giorno fa, così ho deciso di fare un test di gravidanza ed è risultato positivo. Siamo andati dalla ginecologa e ci ha confermato la diagnosi. Quindi, vi ho fatti venire qui per dirvi che la famiglia si allargherà". Ci scambiamo un sorriso. "So che sono giovane e siamo sposati da poco, ma ci amiamo tanto e anche se non ho mai desiderato concretamente di diventare madre, ora so che le cose sono cambiate e sono pronta a prendermi cura del bambino, insieme a mio marito e a voi".
Sono contento che sia riuscita a dire tutto quello che le passava per la testa senza problemi.
È una donna forte, anche se spesso si sente troppo fragile.
Può affrontare ogni cosa, deve solo crederci di più.
"E come farete col lavoro? Pedro lavora spesso fuori città e tu hai le traduzioni dei libri da fare". Annuisce. "Lo sappiamo bene. Abbiamo pensato ad ogni evenienza, ma sapremo gestirla". Le accarezzo una spalla. "Eviterò di recarmi all'estero, almeno fin quando Giulia non partorirà, poi vedremo che fare".
Posso evitare di lavorare come un ossesso per qualche tempo.
Soprattutto perché voglio starle vicino e voglio vedere la crescita del bambino, senza perdermi un istante.
"Siete sicuri della scelta? Crescere un figlio non è facile". Mostra ai genitori l'ecografia del bambino. "Come potremmo non esserlo? Già lo amiamo follemente".
Alla fine, i genitori di Giulia si lasciano andare e la abbracciano. Sua madre sta persino piangendo.
Avevo ragione a pensare che avrebbero accettato il tutto senza particolari ritegni.
Sono la sua famiglia, era scontato.
"Fatti abbracciare pure tu, Pedro".
Sono sempre stati gentilissimi con me, seppur a debita distanza, stavolta mi sento parte di loro.
"Immagino che avreste voluto aspettare per diventare nonni, mi dispiace che Giulia abbia sposato un vecchio come me". Scoppiano a ridere. "Ci avremmo scommesso. È attratta dagli uomini maturi. Tu sei stato l'unico a farle cambiare idea sulla maternità però".
Lei ha fatto lo stesso con me: prima col matrimonio e poi con i figli.
"Se avrete bisogno di qualcosa, fatecelo sapere e vi aiuteremo, d'accordo? Questo piccolino, o piccolina, è già una star: che meraviglia".
Mentre li lascio parlare, io mando un messaggio veloce a mio padre.
Manca solo lui, poi tutti sapranno la lieta notizia.
Bisognerà preparare i fazzoletti, soprattutto quando gli diremo che, se fosse una bambina, vorremmo chiamarla come la mamma.
Si commuoverà sicuramente, come già ho fatto io e continuo a fare, ma gli farà piacere, ne sono sicurissimo.
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TI CIELO II // Pedro Pascal
FanfictionSeconda parte di "TI CIELO", un anno dopo. DISCLAIMER: Questa è un'opera di fantasia con linguaggio spesso esplicito. Nomi, personaggi, luoghi ed eventi narrati sono il frutto della fantasia dell'autrice o sono usati in maniera fittizia. Qualsiasi...