Capitolo 10

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Come immaginavo, ha pianto dal momento in cui gli abbiamo dato la notizia, con tanto di abbracci collettivi a me e Giulia e foto all'ecografia.
Ha detto che deve mostrarla agli amici del club di golf in cui gioca.
Mi sembra di vederlo gongolarsi con tutti, dicendo che la sua famiglia è la più bella di tutte e cose simili.
L'ho sempre ammirato mio papà: ha perso l'amore della sua vita quando erano entrambi ancora giovanissimi, con tutta la vita davanti da vivere insieme eppure non si è mai arreso, né con noi né con se stesso.
Avrà sicuramente avuto i suoi momenti no, però a noi figli non li ha mai fatti vedere.
Era sempre col sorriso. So già che sarà un nonno straordinario, come d'altronde già lo è con i figli di mia sorella maggiore.
"Tuo papà è impazzito. Se dovesse essere una bambina, la porterebbe ovunque". Sorrido. "E i suoi amici del club dovranno sopportarlo per bene nove mesi, finché non nascerà e pure dopo". Annuisce. "Credevo non gli piacesse l'idea del nome, invece mi è sembrato colpito". Decisamente sì. "Come hai detto tu: è un modo per averla con noi, in un'altra forma". Mi accarezza una guancia. "Lei vive in te e continuerà a vivere in nostro figlio". La bacio. "Stavo pensando, perché non andiamo a fare un giro per i musei? Mi va proprio di perdermi tra le tue spiegazioni da donna di cultura, amore". Alza un sopracciglio. "Ah, vuoi che faccia la tua professoressa?". Rido. "Saresti molto sexy dietro la scrivania, o anche sopra per quanto mi riguarda". Mi morde il labbro. "Sopra la scrivania con te sopra di me?". Bingo. "Esattamente". Sogghigna. "Dovremmo comprare una scrivania allora".
Sarebbe semplicemente uno degli ennesimi posti in cui potremmo fare tutto tranne che parlare, ecco.
"È un appuntamento al museo, quindi?".
Considerando che non abbiamo avuto tecnicamente dei veri appuntamenti da quando stiamo insieme, perché no.
"Non è il tuo primo appuntamento ideale?". Mi guarda confusa. "Non te l'ho mai detto. Come facevi a saperlo?". Alzo le spalle. "Forse le tue amiche mi hanno accennato qualcosa". Diverse cose, per essere preciso. "Quelle due sono tremende. Che altro ti hanno detto?".
Saranno pure un po' pettegole per lei, ma la adorano. Come potrebbero non farlo?
"Che vorresti essere presa e baciata di fronte ad un'opera d'arte e vorresti camminare per i corridoi del museo mano nella mano, tipo le persone nei film". Si gratta la testa. "Beh, non posso negarlo. Lo trovo romantico e al tempo stesso profondo". Le bacio la fronte. "Il tuo papi può accontentarti senza problemi. Esci con me?". Mi bacia. "È il nostro primo appuntamento, signor Pascal?". Sorrido. "Lo è, signora Pascal".
Nel giro di mezz'ora siamo lì fuori.
Ci sono alcuni turisti, ma Giulia non sembra curarsene troppo.
Ha gli occhi che le brillano, è bellissimo vederla presa.
Come promesso, la tengo per mano mentre camminiamo ammirando i vari dipinti.
Di colpo si blocca di fronte ad uno.
"Dovresti proprio baciarmi di fronte a questo di Hayez, papi".
Considerando che rappresenta due amanti che si baciano, direi che è perfetto.
La attiro a me, poi prendo a baciarla con passione.
"Ti amo, mi luz". Arrossisce. "E io amo te. Ora però ci stanno guardando tutti".
Abbiamo dato spettacolo, come al solito. Chissà, magari finiamo in qualche pagina online dove fotografano amanti che ricopiano pose nei dipinti. Sarebbe bello.
"Hai appena realizzato un altro dei miei sogni. Sono una donna fortunata".
Non smetterei mai di darle tutto quello che ha sempre desiderato.
Nel mio piccolo, proverò a farlo in ogni modo.
Come so che lei farò lo stesso per me.
Fino alla fine.

TI CIELO II // Pedro Pascal Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora