Capitolo 26

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"Pedro, toglimi una curiosità: ma tu non eri fidanzato con quella Laura o come si chiama? Mi ricordo che spesso era a casa tua". Scuoto la testa. "Era una delle mie migliori amiche. Io, lei e Roberto siamo stati inseparabili".
Fino a quando non ha deciso di comportarsi da autentica stronza, ovviamente.
"Sicuro? Mi pare di avervi visti in atteggiamenti intimi una volta". Alzo un sopracciglio. "Intimi, del tipo?".
Non capisco se questo Francesco stia facendo di tutto per infastidirmi, o per attirare l'attenzione di Giulia mettendomi, di conseguenza, in cattiva luce.
"Di preciso non ricordo, ero troppo piccolo, però forse vi ho visti baciarvi o qualcosa di simile".
Mio dio, Giulia sta per sclerare. Posso percepirlo.
"Sei sicuro che fossero loro due?". Domanda infastidita. "Sì sì, ho sentito che lei lo chiamava per nome".
Era proprio attento pur essendo un bambino.
"Ti prego: dimmi che non è vero. Mi hai sempre detto che non c'è stato nulla tra di voi". La prendo per mano e la porto in un'altra stanza. Non mi pare il caso parlare di una cosa privata di fronte a tutti.
"È così. Non è successo niente". Sospira. "L'hai baciata o lei ha baciato te? Devo saperlo". Faccio per accarezzarle la guancia, ma si allontana.
"Dimmelo, parlami, dannazione!". Mi gratto la testa. "È stato un bacio a stampo, che non ricordavo neppure prima che lo nominasse Francesco. Ero ubriaco e se n'è approfittata".
Sperando chissà cosa poi.
"Cazzo, dovevo immaginarlo. Lei era troppo invaghita da te". Si siede sulla sedia per calmarsi.
"È successo altre volte? Siete andati oltre?". Faccio cenno di 'no' con la testa. "Te l'ho detto: per me è sempre stata solo un'amica. Abbiamo pure litigato dopo il fatto". Si accarezza la pancia. "Piccola Veronica che dici: dovrei perdonare papà? Aveva giurato che non fosse successo assolutamente nulla, ma mi ha mentito guardandomi negli occhi".
Mi sento un cretino.
Sapevo che sarebbe venuto fuori, prima o poi, però per me non ha mai avuto importanza e sono passati anni.
"So che il passato sta nel passato, non m'importa di quello che ha cercato di fare quella. M'importa di quello che non mi hai detto, o meglio, di quello che hai occultato". Mi avvicino e mi inginocchio di fronte a lei. "Se non l'ho fatto, non è stato volontario. L'avevo rimosso completamente". Sospira. "È la verità stavolta?". Annuisco. "Non ti ho mai detto una bugia da quando ti conosco, amore". Mi accarezza una guancia. "Torniamo a casa, per favore". La prendo in braccio sotto i suoi lamenti e sogghigni. "Papi non così, mettimi giù!". Rido. "Fa' silenzio, facciamo le nostre solite scenate da innamorati pazzi". Mi morde il collo. "Se mi nascondi qualche altra cosa, ti lascio senza sesso per un mese". Sbarro gli occhi. "Sei malvagia, bimba". Me lo merito. "Mi piacciono queste dimostrazioni di amore esagerate, comunque". Immaginavo. "Sei pronta a tornare a casa?".
Abbiamo proprio bisogno di restare da soli, per fare pace come si deve.
"Corri, sono impaziente".
Pure io.

TI CIELO II // Pedro Pascal Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora