Capitolo 20

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Il sole che filtra dalle tapparelle mi fa aprire gli occhi.
Con mia grande sorpresa, trovo Giulia già sveglia in piedi e di fronte allo specchio.
Non riesco a vedere bene la sua faccia, ma sono convinto che sia leggermente imbronciata mentre osserva il suo corpo cambiare.
"Hey Veronica, stai facendo diventare la tua mamma una strana creatura, però ti amo già".
Il tono di voce con cui le parla è amorevole, soave e mi fa stringere il cuore.
"Lo vedo che sei sveglio e mi stai spiando, papi".
Deve avermi notato dal riflesso. Forse stavo pure sorridendo come un ebete.
"Grazie per questa visione di te nuda comunque, mi sono svegliato subito meglio". Alza gli occhi al cielo. "Già sei eccitato?". Sospiro. "La mattina è problematica per il mio adorabile pene, dovresti saperlo". Alza un sopracciglio. "E per gli altri momenti della giornata che scusa hai, Pedrito?". Rido. "Tu sei il vero problema". Sogghigna. "Io? Non l'avrai mai detto".
Mi alzo dal letto e mi avvicino a lei abbracciandola.
"Buongiorno, amore". Mi bacia la guancia. "Buongiorno a te, papi". Le accarezzo la pancia con la punta delle dita. "E buongiorno anche a te, piccola Veronica".
La nostra immagine allo specchio è la più bella che abbia visto: io e lei abbracciati con le mani strette attorno al suo ventre.
Deve essere questa la vera felicità.
È senz'altro la mia, la sua, la nostra.
"Dovremmo fare delle foto! Tipo quelle che si fanno prima della nascita, potrebbe essere un bel ricordo per lei, oltre che per noi". Annuisco. "Se vuoi chiamo Luz, ha un'amica fotografa che è bravissima". E sicuramente farebbe un ottimo lavoro.
"Niente foto di te nudo però". Sorrido. "Ah no? Perché, sei forse gelosa che qualche altra donna possa vedermi?". Mi morde il labbro. "Non provocarmi, che poi divento troppo possessiva". Immaginavo lo dicesse. "Il tuo papi adora quando lo sei". Lascia una scia di baci sul mio collo. "Mi sa che il mio papi adora tante cose di me, dico bene?". Scuoto la testa. "È riduttivo. Adoro tutto di te. Tutto".
Per incontrare l'amica di Luz, ci diamo appuntamento al bar dove io e Giulia ci siamo conosciuti.
È passato diverso tempo da quando abbiamo messo piede lì, eppure nulla sembra cambiato.
I tavoli, le persone, il barman Luigi.
Quanto diavolo l'ho temuto. Credevo che riuscisse sul serio a conquistare Giulia con la sua simpatia, giovinezza e spensieratezza e invece no, lei ha preferito me.
Insomma, se mai avesse avuto in mente una qualche sfida tra noi, ma non lo credo.
"Quanto tempo! Come state?". Saluta prima lei, poi me. "Ma sei incinta? Non vorrei fare figuracce, mi scuso in anticipo". Lei sorride. "Lo sono, tra qualche mese dovrebbe nascere".
Continuiamo a parlare della gravidanza, fin quando non siamo interrotti da mia sorella e la sua amica.
"Eccoli i miei futuri genitori preferiti. Giulietta ma sei raggiante, fatti guardare!".
Il rapporto che hanno loro due è meraviglioso.
Hanno stabilito un legame profondo, come se si conoscessero da sempre.
"Tua nipote cresce a vista d'occhio, non vede l'ora di conoscere tutti". Luz sbarra gli occhi. "Un momento: sarà una femmina?".
Dimenticavo che gli altri non lo sanno ancora.
"Sì sorellina e la chiameremo come la mamma". Mi abbraccia, poi abbraccia Giulia. "Sto per mettermi a piangere, è una notizia splendida".
Non ci resta che dirlo, in seguito, al resto della nostra famiglia.
Prima però dobbiamo occuparci delle foto e non vedo l'ora.
Sarà emozionante, già fremo all'idea.

TI CIELO II // Pedro Pascal Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora