06. Fingi che lui non esista

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La sfortuna lo colpì in volto senza lasciar su esso alcun segno del suo passaggio. Non doveva accettare di uscire con Taehyung e specialmente non doveva andare nel locale. Erano ormai passati vari anni dall'ultima volta che bevve così tanto come in quella serata; era capitato e non poteva tornare indietro.

Seduto al bancone, Jimin guardava con tristezza quel bicchiere ormai vuoto di soju davanti a sé. Ne aveva bevuti così tanti in quell'ora che non ricordava neanche il numero di bicchieri chiesti. Ormai erano passati quasi dieci giorni da quando era rimasto stupito da quello che Jungkook gli avesse detto: non lo aveva trattato così, non poteva averlo fatto veramente.

Quella nottata ebbe nuovamente un attacco di panico e conosceva benissimo quale fosse il motivo: ecco perché dopo dieci sere decise di seguire il suo migliore amico in quel locale, lasciandosi per una volta andare. Sapeva che i problemi mai si sarebbero risolti con l'alcool, ma per una serata non voleva avere preoccupazioni.

Alzò lo sguardo dal suo bicchiere e girò il volto nel momento in cui vide il suo amico avvicinarsi; le labbra si stavano muovendo e quindi stava parlando, ma non comprese quello che disse. Forse aveva bevuto troppo per non comprendere ciò che disse, ma perlomeno sapeva che quello fosse il suo amico e non un perfetto sconosciuto.

Lo vide poi prendere il telefono dalla tasca, metterlo vicino all'orecchio e parlare. Passarono altri minuti in cui Taehyung gli rimase accanto, dovendolo persino fermare dal chiedere un altro drink. All'improvviso il telefono squillò, si sentì prendere per un braccio e presto poté sentire l'aria della notte: erano finalmente fuori, erano usciti da quel locale.

«Ma perché hai bevuto così tanto Jiminie? Erano anni che non lo facevi più, chissà per quanto avresti continuato se non me ne fossi accorto.» disse Taehyung scuotendo la testa e fermandosi. «Dovevamo solo divertirci un pò. Ho fatto uno sbaglio, non dovevo proporti di venire qua stasera. Adesso saliamo in macchina e andiamo a casa tua, va bene?»

Una volta visto il suo migliore amico annuire Taehyung s'incamminò verso l'auto del suo ragazzo, poco distante da loro. Non appena intravide la sua figura lo chiamò e insieme aiutarono Jimin a salire in macchina. Diede un veloce bacio a stampo a Yoongi per ringraziarlo per essere corso fino a lì nel mezzo della notte, affiancando poi il suo migliore amico e chiudendo la portiera.

Sistemati entrambi Yoongi entrò in auto e domandò se potesse partire; dopo aver avuto un cenno positivo dal suo ragazzo, accese il motore e partì. Il silenzio regnò sereno per molti minuti tra i tre ragazzi, interrotto poi da Jimin quando decise di aprir bocca, non sapendo però che cosa stesse dicendo.

«Lui.. lui è così cattivo nei miei confronti, sembra avere quasi una doppia personalità.» parlò posando la testa sulla spalla di Taehyung, il quale fece un lungo sospiro. «È proprio stronzo, veramente tanto. Eppure..»

«Eppure cosa?» domandò Taehyung, incitando il suo migliore amico a continuare.

Taehyung sentendo quelle frasi s'irrigidì subito al pensiero di sapere a chi potesse riferirsi. Girò la testa per vedere se Jimin stesse bene visto che non aveva risposto, ma quando lo fece notò la sua bocca mezza aperta e i suoi occhi ormai chiusi: tutto quell'alcool lo aveva fatto addormentare.

Fece un piccolo sorriso, portò una mano tra i capelli biondi di Jimin e lo coccolò; lo guardò ancora qualche secondo e dopo aver tolto la mano dai suoi capelli mossi posò la testa sulla sua. Yoongi osservò tramite lo specchietto retrovisore quella scena con un sorriso sul volto, riportando poi l'attenzione sulla strada.

Non passò molto tempo prima che l'auto di Yoongi arrivò davanti al portone del palazzo in cui viveva il suo amico; la parcheggiò, uscì dal veicolo e svegliò i due ragazzi sistemati nei sedili posteriori. Taehyung si fece dare le chiavi dell'appartamento e insieme al suo ragazzo accompagnò Jimin in casa.

love will remember | kookminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora