28. Confusioni e sorprese

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Erano passati solo due giorni da quando Taehyung fece visita a Jungkook nel suo appartamento. Aveva continuato a pensare al perché fosse stato così strano in quel momento, ma non riuscì mai a trovare una risposta plausibile a quel suo atteggiamento.

Molte erano le teorie che aveva pensato però, nonostante non sapesse se fossero o meno vere. La prima era che non si fosse aspettato di vedere proprio lui dietro a quella porta e che quindi si fosse sorpreso, giustamente. Ma allora perché continuò a mostrare grande "sorpresa" anche durante i minuti a seguire?

La seconda era che, forse, non credeva che lo andasse a cercare: le settimane precedenti erano usciti parecchie volte, ma mai avevano accennato ad un incontro in casa di uno dei due. È stata forse questa la ragione per la quale Jungkook si è sorpreso? Ma perché poi? Non era certamente la prima volta che si vedevano e ormai stavano anche iniziando ad andare oltre i loro problemi.

E questo porta alla sua terza teoria: che si fosse stancato di fingere che quell'amicizia sarebbe potuta rinascere? Magari ha fatto tutto quello solo perché Jimin glielo ha chiesto, mentendo e dicendo parole che mai avrebbe voluto dire. Eppure.. eppure quelle lacrime, quella rabbia e quella delusione sul suo volto erano vere; perché mai avrebbe dovuto fare quello? Perché avrebbe dovuto mentire e soffrire ancora?

Jungkook non avrebbe mai sofferto di nuovo solo per fare una ripicca, non avrebbe mentito ancora a Jimin, o a sé stesso. Non avrebbe sopportato altre bugie, altro dolore; proprio per questo Taehyung fece scomparire dalla propria mente questa teoria: era quella sbagliata, era certamente la più sbagliata.

Un'altra teoria alla quale pensò profondamente era che stesse facendo qualcosa per Jimin e non glielo volesse dire. Il problema era cosa. Non approfondì molto questa teoria perché non sapeva da dove cominciare, ma sapeva che qualcosa stesse accadendo. E sperava che presto, il castano, avrebbe parlato. E magari, proprio con lui.

Quella serata era stato invitato da Jimin a passare del tempo insieme, in memoria dei vecchi tempi e delle vecchie cene trascorse a ridere. Aveva portato con sé un dolce e, ovviamente, delle caramelle gommose che il suo amico amava mangiare. Parcheggiò l'auto e si diresse verso il condominio, citofonando poi al biondo; si trovò al quinto piano in pochi minuti, vedendolo poi Jimin fuori casa.

Dopo un caloroso abbraccio entrò nel suo appartamento, mostrando al maggiore quel sacchetto di caramelle ⎯ inutile è dire che i suoi occhi si illuminarono al vedere quelle delizie. Parlarono qualche minuto finché decisero di vedere un film; fu a metà di questo che Taehyung notò lo sguardo perso del suo amico, non rivolto più alla televisione.

«Hey Jiminie.. va tutto bene?» parlò, sistemandosi meglio sul divano. «Lo sai che puoi dirmi tut- no, scusami. Dopo quello che è successo e che ho fatto non avrei neanche dovuto dirtelo, ma mi viene naturale dirti queste cose.. scusami.»

Erano giorni, settimane forse, che tratteneva frasi e parole che avrebbe voluto dire o a Jungkook o a Jimin. Come poteva dire al minore che ci sarebbe sempre stato, quando fu lui ad abbandonarlo e a voltargli le spalle? E come poteva dire al biondo di fidarsi quando decise di mentirgli per lunghissimi anni?

Avrebbe fatto e detto molte più cose se avesse potuto, ma sapeva che se lo avesse fatto avrebbe potuto ricevere in cambio confusione o rabbia. Decise così di tenersi dentro quelle parole, sperando che prima o poi sarebbe riuscito a dirle senza bloccarsi per paura di dire qualcosa di troppo.

Non appena terminò di parlare vide il suo amico girarsi di scatto, forse per chiedere di spiegare perché si fosse comportato così, forse per chiedere di non dire più quelle parole. Eppure, quando percepì le sue mani ai lati del proprio volto e incontrò i suoi occhi, vide tutte le emozioni purché rabbia.

love will remember | kookminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora