Se c'era qualcosa che odiava era l'incoerenza delle persone o meglio, l'incoerenza del suo stronzo, antipatico, ma bellissimo vicino di casa; in poche parole, Jungkook.
Ormai erano passati tre giorni da quando venne cacciato da casa sua e il castano non aveva mai osato andare a cercarlo. Neanche una scusa via messaggio o una telefonata, niente. Molte furono le volte in cui si trovò davanti alla sua porta per citofonare al campanello e dirgliene quattro, ma si bloccava ogni volta prima di fare quel passo.
Non era stato lui a chiedergli di uscire di casa, non aveva sbagliato lui, non era stato lui l'incoerente; l'unica persona che doveva scusarsi e che doveva suonare all'altro campanello non era lui, bensì Jungkook. Quella serata era stato così incoerente che non se ne capacitò neanche una volta entrato nel suo stesso appartamento.
Si erano baciati, avevano parlato e Jungkook era stato molto dolce nei suoi confronti; di certo non poteva negare che qualcosa dentro sé si fosse iniziato a sviluppare. Aveva compreso che dopotutto provasse veramente qualcosa nei suoi confronti o meglio, che continuasse a provare qualcosa.
Sin da quando lo vide per la prima volta aveva capito che fosse un ragazzo alquanto diverso e con i giorni questo pensiero divenne sempre più concreto. Non abbracciava le persone, non sorrideva, non rideva ed era tutto purché dolce; sbatteva le porte in faccia, lo lasciava parlare da solo, lo insultava e faceva di tutto per farlo arrabbiare.
Eppure in quegli ultimi giorni aveva speso parole veramente belle, lo aveva trattato benissimo, era stato molto dolce e specialmente lo aveva fatto sentire bene. Era felice e non sentiva quasi più il dolore che la tristezza nel ricordare il passato gli provocava. Si sentiva finalmente felice.
Non si sarebbe mai allontanato dalle sue braccia e tantomeno dalle sue labbra: amava così tanto baciarlo che ogni volta che accadeva non riusciva a desiderare altro che quello. Lo aveva trattato molto bene, dalla buonanotte al risveglio alla cena insieme.
Stavano così tanto bene.. quindi perché ha deciso di smorzare quella felicità chiedendogli di andarsene? Perché? E per quale ragione Namjoon era nella sua casa? Beh, di idee ne aveva pensate molte ed era certo che fossero quasi tutte giuste. D'altronde erano anni che si conoscevano e quindi era normale che conoscesse anche Jungkook.
In quei giorni il lavoro continuò a gonfie vele e altrettanto lo fece la propria vita all'infuori del suo ufficio. Quel giorno aveva invitato Taehyung a casa sua per fare una maratona di k-drama; erano giorni che non passavano più del tempo insieme e rivivere i vecchi tempi avrebbe fatto bene ad entrambi.
Era finito il terzo k-drama quando decisero di parlare un pò e fu quello il momento in cui Jimin ammise per la prima volta cosa fosse successo con il proprio vicino di casa ⎯ ovviamente omettendo tutti i baci che si sono scambiati, dal primo all'ultimo. Sperava che il suo amico lo avrebbe aiutato dandogli qualche suggerimento; quando però aprì bocca quasi non si pentì di avergli raccontato tutte quelle cose.
«Io non so se tu sia diventato stupido adesso o lo sia sempre stato.» parlò Taehyung, lasciando Jimin confuso. «Perché non mi ascolti mai? Ti avevo chiaramente detto di smettere di cercarlo; quel ragazzo non fa bene né a te né tantomeno alla tua salute. Ma ci pensi mai quanti sforzi hai fatto per riuscire a essere chi sei oggi? Ci pensi mai a quanto ti sia costato il tuo passato?»
Erano seduti vicini sul divano nel momento in cui il minore dei due parlò. Al sentire la sua voce Jimin si girò subito, confuso da quelle sue parole improvvise. Ma più Taehyung continuava a parlare più egli non comprendeva perché gli stesse dicendo tutte quelle cose, a quale scopo poi.
Credeva che avesse dimenticato gli sforzi fatti per stare meglio? Pensava veramente che fosse così meschino da non pensare agli aiuti che gli sono stati dati? Si sarebbe aspettato tutto dal suo migliore amico, ma non quello; è rimasto con lui e quindi era a conoscenza delle difficoltà che dovette superare gli anni precedenti.
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love will remember | kookmin
Fanfiction"Ai miei occhi brilli di una luce che neanche puoi immaginare, brilli così tanto che a distanza di anni il mio cuore si riconosce sempre e solo tuo." ‧₊˚ ☁️⋅♡🪐༘⋆ Park Jimin, project manager per un'importante impresa coreana, decide, dopo mesi di...