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𝙘𝙝𝙖𝙥𝙩𝙚𝙧 :: 𝙨𝙚𝙫𝙚𝙣

박성훈
- 𝗮𝗽𝗼𝗰𝗮𝗹𝘆𝗽𝘀𝗲 -
𝙊𝙎𝙎𝙀𝙍𝙑𝘼𝙍𝙀 𝙄𝙉 𝙎𝙄𝙇𝙀𝙉𝙕𝙄𝙊

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Il giorno seguente era uno normalissimo e monotono come tutti gli altri per Y/N, anche se non poteva ignorare il mal di testa che la tormentava da quella notte in cui non aveva chiuso occhio.

La causa? Quel maledetto ragazzo, il suo nome ormai era sempre nella bocca della ragazza.

Park Sunghoon era la causa di tutti i problemi e stress di Y/N, perché la confondeva, infastidiva, stuzzicava e la rendeva vulnerabile.

Y/N non era così, non si era mai fatta mettere i piedi in testa da un uomo.

Non ha mai avuto una relazione seria proprio per volontà sua, avendo perso le speranze perché qualsiasi ragazzo con cui usciva non le faceva scattare quella scintilla che le sarebbe servita per sostenere una relazione.

Non ha mai provato sentimenti forti per un ragazzo, solo una piccola e stupida cotta in primo liceo.

Tutti gli altri gesti che ha fatto, sono stati solo per attrazione verso una persona.

Eppure Sunghoon, nonostante fosse un bel ragazzo ma tanto fastidioso, le provocava delle emozioni che non riusciva a saper riconoscere.

Niente da dire che quel ragazzo era un Dio greco, ma il suo carattere non dava pace alla ragazza.

Neanche sapeva perché avevano cominciato a non sopportarsi i due , probabilmente perché erano tra i più bravi della scuola, e quindi per competizione? Una delle tante ipotesi.

Ma tra le loro battutine ed i loro giochetti, c'è sempre stata una punta di malizia che non andava a parare da nessuna parte però.

Fino a un mese fa quando accadde quello.

Da lì la testa di Y/N è entrata in un caos immenso, cercando risposte alle miliardi di domande che si poneva.

Perché aveva ceduto a lui?
Perché ogni giorno si fingeva disinvolta quando incrociavano lo sguardo  ma in realtà sperava accadesse?
Perché quando leggeva dei libri romantici, la sua mente pensava proprio a lui?

Ovviamente la ragazza non era stupida, perciò pensò di essersi innamorata di lui; ma riflettendoci bene era impossibile.

Y/N non si era innamorata, e non lo avrebbe fatto di certo ora, di certo non di Sunghoon.

Non le interessava avere una relazione in quel momento, si convinceva.
Voleva concentrarsi negli studi ed avanzare con la sua carriera portandola ad un buon punto.
L'amore avrebbe potuto aspettare.

Eppure vedere le sue amiche che alcuni giorni non potevano uscire con lei perché avevano un appuntamento con il proprio ragazzo, vedere le loro foto insieme su instagram in cui si coccolavano o soltanto sentire le vicende che le raccontavano;
la facevano sentire un po' sola.

A risvegliarla dai suoi pensieri fu una voce scura appena entrata dalla classe.

"scusi il ritardo professoressa, la moto ha avuto qualche problema durante il tragitto" si scusò il ragazzo, prendendo posto al penultimo banco, nella fila accanto a quella della ragazza.

Parli del diavolo, spuntano le corna.

Era lì in tutta la sua bellezza, Park Sunghoon.

Con una camicia a maniche corte nera sbottonata ai primi tre bottoni lasciando vedere le sue clavicole, dei jeans scuri , alcune collane e degli anelli.

La ragazza si incantò a guardare le sue mani tirare fuori le penne dall' astuccio ed iniziare a  segnare le parole che la professoressa diceva.

Nel frattempo Y/N si accorse del grosso casco da moto nero che giaceva accanto alla sua sedia.

Quasi dimenticava che Sunghoon portava la moto, ciò che lo rendeva 100 volte più attraente di quanto già non lo fosse.

Avrebbe voluto fare un giro sulla sua moto?
Sinceramente si, ma chi non avrebbe voluto farlo.

I pensieri di Y/N furono nuovamente interrotti da un'altra voce stavolta femminile, della professoressa.

" Signorina Y/N , può anche smettere di osservare il signorino Sunghoon, per quello avrà tempo dopo. Adesso stia attenta alla lezione "

" io- si, mi scusi " rispose la ragazza imbarazzata, mentre le sue guance diventavano rosse.

Questa figura poteva anche risparmiarsela.

Alzò lo sguardo per riportarlo al suo libro di testo, quando lo incrociò col ragazzo di fianco a lei.

I loro occhi squadrarono velocemente l'altro , per poi Sunghoon alzare le sopracciglia e fare un sorrisetto beffardo.

Stronzo, pensò la ragazza, ritornando a prendere appunti, cercando di dimenticare la figura di merda.

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