Capitolo 30

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- Noi due dobbiamo parlare! – Federica teneva lo sguardo basso e la voce le tremava. – Si tratta di Niccolò e del bambino! – aggiunse lasciando che un nodo si formasse nello stomaco di Giulia. La ragazza continuò a fissare la bionda con sguardo vuoto, prima di spalancare completamente la porta di casa e farle segno di entrare. Federica l'assecondò mantenendo la testa bassa, mentre entrava in quella casa così familiare. Si diresse da sola verso il salotto e senza troppi complimenti si accomodò sul divano.

- Perdonami ma con questo pancione mi affaticò facilmente! – disse rivolgendosi alla castana che restava a fissarla in piedi con sguardo scettico. Scosse il capo facendo finta di soprassedere a quanto la bionda avesse detto e si concentrò sul perché fosse andata lì quando Niccolò non c'era.

- Cosa significa che dobbiamo parlare di Niccolò e del bambino!? – domandò incrociando le braccia al petto.

- È meglio se ti siedi, ho molte cose da raccontarti e sappi che sei la prima a cui lo dico! Neanche Niccolò sa quanto sto per dirti! – asserì sfiorandosi il ventre gonfio sentendo la piccola creatura che aveva in grembo scalciare e una lieve fitta propagarsi dalla pancia fino a tutto il corpo. Giulia sospirò, provando a mantenere la calma. Era innegabile che volesse arrivare al dunque senza giri di parole, forse perché sentiva che quanto volesse rivelarle Federica fossero le risposte a tutti i dubbi che Laura le aveva fatto venire, ma lo sguardo implorante della bionda e la premessa che aveva fatto la incuriosivano troppo. Perciò, diede ascolto a Federica e si sedette sul divano di fronte a lei tendendo le orecchie a quanto stava per sentire.

- Allora... - sospirò Federica, portando uno sguardo alla finestra aperta che dava su Roma. – Penso tu sappia o almeno immagino che Niccolò ti abbia accennato quanto complicato sia il rapporto fra me ed i miei genitori!? – asserì tornando a guardarla. Giulia annuì, senza aggiungere altro, l'ultima cosa che voleva era provare compassione per lei.

- Tutto nasce dal fatto che io non sono la figlia biologica di mio padre! – rivelò chinando il capo provando a nascondere quanto quella verità le facesse ancora male. Giulia si mosse a disagio sul divano, cercando di sistemarsi meglio e restando in silenzio aspettando che la bionda continuasse. – Mia mamma è sempre stata una donna ambiziosa ed arrivista, ha sempre immaginato un futuro nell'agiatezza per lei e i suoi figli. Disprezzava l'essere nata in un quartiere "povero" – mimò i segni delle virgolette – e cercava in tutti i modi e maniere di scappare da lì! Era sempre stata una bella donna che attirava lo sguardo di ogni uomo o ragazzo che incontrasse. Lei non sognava l'amore, sognava solo un uomo abbastanza ricco da portarla via dalla sua patetica vita. Non so come abbia conosciuto mio padre, in realtà non ce lo ha mai raccontato davvero, l'unica cosa che so è che dopo poco che avevano preso a frequentarsi lei era rimasta incinta di me e che per questo si erano sposati! – raccontò gesticolando irrequieta mentre un'altra fitta le inondava il ventre. Giulia si sentiva sempre più a disagio nel sentire quella storia che le sembrava la brutta copia di un film di serie b che passavano di tanto in tanto alla tv. – Quello che mio padre non sapeva era che lei non era rimasta incinta di lui, ma di un ragazzo del quartiere che le faceva il filo da sempre e con il quale aveva perso il controllo dopo non aver preso le pillole! -   sputò quasi rabbiosa. Giulia aggrottò la fronte nel sentir parlare di pillole, reazione che a Federica non sfuggì. La bionda sorrise tristemente prima di accarezzarsi la pancia. – Ricordi lo scontro tra tua sorella e mia mamma davanti la farmacia? – domandò conscia che Giulia non l'avesse dimenticato.

- Certo, mi pare impossibile non ricordarlo! – rispose aspramente la castana rabbrividendo al ricordo di quanto accaduto dopo.

- Ricordi anche che Laura aveva raccolto una scatola di farmaci che mi era caduta? – domandò nuovamente. Giulia aggrottò ancora le ciglia non capendo cosa c'entrasse in tutto il discorso una scatola di carbone vegetale. Poi sobbalzò, ricordando che Laura non era riuscita a leggere completamente il nome del farmaco e il suo sguardo si rabbuiò. Cosa avevano nascosto fino ad ora.

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