Capitolo 27

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Quando Adriano fermò l'auto nel parcheggio del Sant'Adrea, Niccolò non aspettò nemmeno che l'auto fosse completamente ferma prima di scendere, con Laura al suo seguito. Con il cuore accelerato e il fiato corto si diresse verso l'accettazione del pronto soccorso, facendo sobbalzare l'addetto di turno.
- Giulia Santini! - sibilò senza fiato e paonazzo.
- Chi scusi? -
- Giulia Santini che per caso è sordo? - urlò Laura accanto al moro, mentre dentro di se pregava che questo fosse l'ultimo brutto scherzo che l'amica le tirava. Quando alla decima chiamata che Laura aveva fatto a Giulia, aveva risposto la voce di un uomo di mezza età, presentandosi come un maresciallo dei carabinieri e le aveva detto che l'amica era stata portata d'urgenza in ospedale a causa di un incidente, per poco non le veniva un infarto. L'uomo davanti a loro alzò gli occhi al cielo e bofonchiò qualcosa come "dovete accomodarvi e aspettare lì in fondo!"
Laura boccheggiò in cerca di calma per non insultarlo, mentre Niccolò lasciò sfogo alla sua rabbia, battendo i pugni sul bancone e sporgendosi per prendere il tizio dal colletto.
- Niccolò! - lo richiamò qualcuno prima che potesse commettere errori irreparabili.
- Oh Stefano! - fece Laura voltandosi assieme all'amico e vedendo il medico sulla porta che dava alle salette di visita.
- Ci penso io a loro! - si voltò verso l'inserviente ammutolendolo con lo sguardo. - Da questa parte! - aggiunse guardando i due e facendo un cenno del capo ad Adriano che aveva appena varcato la soglia d'ingresso. Li condusse nel corridoio antecedente alle sale di visita per poi bloccarsi prima di aprire con il suo badge.
- Quando è arrivata m'è preso un colpo! - disse sospirando.
- L'hai vista? Come sta? - chiese Laura a raffica.
- Sì e l'ho anche visitata io! Adesso dovrebbe essere su un TAC! - rispose appoggiandosi al muro.
- Che è successo? - domandò Niccolò che era rimasto zitto dal momento in cui aveva visto il dottore.
- Pare che all'incrocio con un semaforo, un auto le sia andata dritta addosso senza fermasi al rosso! Da quanto ne so il tizio che l'ha investita è scappato via! - spiegò brevemente. Niccolò chiuse gli occhi passandosi una mano tra i capelli e cercando la forza di non tirare i pugni contro il muro.
- Hai detto di averla visitata! - fece poi tornando a guardare Stefano. L'uomo annuì silenzioso.
- Allora? - allargò le braccia il moro in attesa di una risposta.
- Quando è arrivata era incosciente, aveva una ferita alla testa, segno che avesse battuto, le ho preso i parametri e l'ho mandata in TAC e... - Stefano si bloccò nel vedere le porte scorrevoli aprirsi e scorgere la barella su cui si trovava Giulia.
- Eccola! - disse andandole in contro seguito a ruota dagli altri tre. Niccolò lo superò raggiungendo la barella con il cuore in gola. Quando vide quegli occhi verdi fissarlo leggermente lucidi, si lasciò andare.
- Dio stai bene! - sussurrò chinandosi su di lei poggiandole la testa sul petto. Giulia lo strinse forte nonostante si sentisse debole e gli accarezzò i capelli, sentendosi il petto bagnato dalle lacrime di lui.
- Sto bene! - disse poi voltando lo sguardo verso Laura che piangeva sulla spalla di Adriano.
- Dobbiamo spostarci, altrimenti blocchiamo il passaggio! - disse invece Stefano dove un sospiro, facendo segno agli ausiliari di portare Giulia nella sua stanza delle visite. Niccolò si sollevò dal petto della castana, si asciugò gli occhi con il dorso della mano sinistra, mentre la destra la intrecciava alle dita di lei non avendo la minima intenzione di lasciarla andare. E benché fosse contro le regole far entrare qualcuno nella saletta, Stefano non proferì parola quando entrarono tutti quanti assieme alla barella, certo che sarebbe stata una guerra persa.
- A dottó qua ce sta er referto! - disse Antonio, l'ausiliario lasciandoglielo sulla scrivania. Quando la porta si fu chiusa Laura non perde tempo a far sfogo alla sua rabbia.
- Quanti altri spaventi hai intenzione di farci prendere? Non so cosa ti manca ora? Vuoi che muoia d'infarto così giovane? - disse tutto d'un fiato, facendo ridere Stefano e Adriano sotto i baffi.
- Fammi un favore, sta lontana dagli aerei, perché con la sfiga che c'hai può essere che se ci sali quello va a cadere! - aggiunse poi incrociando le braccia al petto.
- Laura ma per favore! - rispose scocciata Giulia con la voce rauca.
- Beh non ha torto! - rise Stefano mentre apriva la busta con il referto della TAC. Niccolò non prese parte a quello scambio di battute, si limitò a stringere la mano della sua ragazza e a guardarla con gli occhi lucidi ancora incredulo del fatto che stesse bene.
- Cosa dice la TAC! - chiesero contemporaneamente le due ragazze.
- Nonostante la botta che hai preso non ci sono versamenti, questo conferma che hai la testa dura! - cercò di sdrammatizzare la situazione Stefano, solo che l'unico a ridere, a parte lui, fu Adriano, gli altri si limitarono a tirare un sospiro di sollievo.
- Per cui posso tornare a casa, senza dovermi prendere la malattia! - commentò Giulia, sistemandosi il cerotto che le avevano messo sulla mano dove si era tagliata con i vetri dell'auto.
- Dobbiamo ancora aspettare i risultati dell'emocromo! - le rispose Stefano, mentre controllava sul computer se fossero pronti.
- Ah eccoli!- disse poi aprendo il file. Laura intanto si era voltata a guardare lo stipetto dei farmaci, quando qualcosa le saltò all'occhio. Una scatola, molto simile a quella che aveva visto fra le mani di Federica quella stessa mattina.
- Stefano? - lo richiamo continuando a fissarla, mentre il ragazzo controllava i risultati.
- Mmh? - rispose distrattamente lui mentre leggeva.
- Il Carbolitium era per i disturbi di personalità? - chiese la ragazza voltandosi poi verso di Giulia e guardandola di sottecchi. La ragazza aggrottò lo sguardo, non capendo cosa centrava ora questa cosa.
- Stefano? - lo richiamò nuovamente la ragazza vedendolo estremamente concentrato a guarda il computer.
- C-c'è qualcosa che non va? - chiese Giulia preoccupata.
- No tutto a posto, preparo le carte per la dimissione. Voi iniziate ad uscire intanto! - disse poi alzando lo sguardo sugli altri.
- Ti ho fatto una domanda comunque! - disse scocciata Laura.
- Scusa non ho capito, cosa mi hai chiesto? -
- Il CARBOLITIUM è per i disturbi di personalità? - chiese di nuovo. Il ragazzo ci pensò su prima di rispondere. Mentre Adriano e Niccolò si scambiavo sguardi straniti.
- Sì è a base di Litio, si usa per curare il bipolarismo. Perché me lo chiedi? -  rispose stranito da quell'insolita domanda. Laura sbarrò gli occhi come se una lampadina le si fosse accesa nella testa e si voltò a guardare Giulia che fra i vari dolori e gli antidolorifici che le avevano somministrato non stava capendo più nulla.
- Non ricordavo bene! - rispose infine fingendo un sorriso, per poi uscire dalla stanza al seguito di Niccolò e Adriano, mentre carie idee e congetture le affollavano la mente.

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Angolo autrice
Buonasera e scusate l'enorme ritardo. Chiedo anche scusa mi sono accorta solo ora di aver pubblicato il capitolo senza un pezzo. La storia volge al termine e a poco poco iniziano ad uscire fuori alcune cose... Cosa starà pensando Laura?? Lo scoprire nei prossimi capitoli 😁😁😁😁😁 Hasta la vista 👋🏼👋🏼👋🏼👋🏼👋🏼

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