Capitolo 16

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Angolo autrice

Salve a tutti gente, il mio angolino lo faccio all'inizio questa volta perché ho una cosa importante da dirvi.  Non so se è accaduto, ma forse vi dovrebbero essere arrivate delle notifiche che ho ripubblicato alcuni capitoli ora vi spiego il perché. Se andate nella scheda personaggi di colpa delle favole, vedrete che oltre ad aver cambiato il volto di Giulia, ho cambiato anche quello di Federica. Si perché ho deciso che non sarà più la "vera" Federica l'antagonista della storia. Sostanzialmente le ho cambiato solo volto e alcuni dati anagrafici perché scrivendo la storia mi sono resa conto (e scoprirete più avanti perché) che alcune cose sarebbero risultate "pesanti" non so come spiegarvi bene, lo capirete in futuro. La nuova antagonista su chiama Federica Castoldi ecco tutto. Beh vi lascio a questo brevissimo capitolo.... ciaooo

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Anna, Fabio, Laura e Adriano fissavano i due ragazzi difronte a loro con perplessità ed incredulità. Giulia e Niccolò si stupirono di quello strano silenzio, dal momento che tutti tifavano per il loro ritorno insieme. Si guardarono straniti, prima di tornare dagli altri.

- C-ci state dicendo che voi due siete tornati insieme? – domandò Anna con scetticismo, indicandoli.

- Ehm, sì! – rispose Giulia con un mezzo sorriso, indicando poi le loro mani intrecciate.

- Tirami un pizzico! – disse Laura ad Adriano con tono atono. Il ragazzo corrucciò lo sguardo non capendola. Mentre Fabio si avvicinò a grandi falcate ai due, osservò attentamente Giulia negli occhi, per poi metterle una mano sulla fronte.

- Non ha la febbre, non sta delirando! – si rivolse agli altri, fingendo serietà. Giulia scansò la mano del cognato roteando gli occhi al cielo, mentre a Niccolò gli scappò una risatina.

- Oh, per l'amor del cielo è vero, siamo tornati insieme. Festeggiate! – disse buttando le braccia all'aria, con tono esasperato. Laura si lasciò sfuggire un gridolino per poi appendersi letteralmente al collo dell'amica, mentre la stritolava in un forte abbraccio.

- Sono stracontenta! – fece entusiasta, mentre Adriano batteva il cinque all'amico. Anna fu l'unica a restarsene interdetta vicino ai fornelli, guardando i due con scetticismo.

- Okay, gente. Ora però diamoci una mossa dobbiamo essere in chiesa fra meno di un'ora! – borbottò battendo forte le mani per attirare l'attenzione.

- Va bene, vado a prepararmi ci vediamo più tardi! – disse Giulia, lasciando un bacio a fior di labbra a Niccolò. Il ragazzo annuì per poi seguire gli amici e Fabio all'ingresso. Nel corridoio si ricordò di aver lasciato il telefono sul tavolo e tornò indietro. Anna era di spalle e trafficava con i bicchieri nella credenza, preparandoli per la festa che si sarebbe tenuta dopo. Niccolò aveva notato il suo scarso entusiasmo e non riuscì a trattenersi dal chiederlo.

- Va tutto bene? – domandò facendola sobbalzare.

- Ah, credevo fossi andato via! – rispose atona la donna, dopo essersi voltata a guardarlo brevemente.

- Ho dimenticato il telefono! – disse lui agitandolo in mano, per farglielo vedere. Anna annuì semplicemente e poi si voltò di nuovo verso la credenza.

- Anna... - la richiamò incerto – Va tutto bene? – chiese di nuovo azzardando qualche passo nella sua direzione.

- Certo! – rispose la donna restando di spalle.

- Intendo la situazione mia e di Giulia, per te va bene? – si morse il labbro timoroso della risposta. Anna si bloccò, non voltandosi a guardarlo e sospirò pesantemente. Poi si voltò restando a sguardo basso.

- Va bene... - disse più a sé stessa che a lui – Ascolta Niccolò, vorrei tanto essere felice per voi due, ma qualcosa mi frena. So che nonostante tutto sei un bravo ragazzo e so che ami molto mia sorella, ma non posso che chiedermi se l'amore basterà in questa situazione. È molto complicato e Giulia ne ha passate veramente troppe... - si bloccò guardando gli occhi di Niccolò incupirsi – Detesto fare la sorella cattiva, ma ti prego fa molta attenzione. Falla soffrire ancora e non risponderò più di me! – lo additò ad occhi lucidi. Lui annuì incapace di risponderle, conscio in cuor suo del fatto che Anna avesse ragione.

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