Capitolo 15

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Salve gente, spero che leggiate questo spazio prima di passare al capitolo. In questo periodo così difficile per noi, volevo dire solo alcune parole. So che è complicato ma cerchiamo di aiutarci a stare meglio, rispettiamo le regole, ascoltiamo ciò che ci viene detto e tutto si risolverà e ci ritroveremo sotto le stelle d'estate a cantare a squarcia gola con il nostro amato Nic, pensando a questo peridio come un mero ma brutto ricordo.

#IORESTOACASA

Buona lettura...

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Giulia si stava frizionando i capelli con l'asciugamani, mentre Niccolò si apprestava ad uscire dalla doccia. Si coprì, per poi andare alle spalle della ragazza e stringerla alla vita. Le lasciò un lungo bacio sulla guancia, per poi posare la testa sulla spalla sinistra di lei, assumendo un'espressione pensierosa mentre guardava la loro immagine riflessa nello specchio. Giulia intrecciò le dita a quelle di Niccolò, inclinando la testa indietro, osservando il riflesso pensieroso del moro.

- Cosa ti preoccupa? – gli chiese alzando una mano a sfiorargli la guancia sinistra. Niccolò chiuse gli occhi a quel tocco e sospirò rumorosamente. Non voleva essere pessimista, ma nella sua testa aveva preso forma un pensiero cupo: quanto sarebbe durata questa felicità? Era interdetto se dirlo o meno. Osservò nuovamente il viso di Giulia, vedendolo finalmente rilassato e optò per una menzogna.

- Sono solo stanco! Questa notte non mi hai fatto dormire molto! – la beffeggiò, mentendo spudoratamente. Perché quella notte, dopo averla osservata per un po' Niccolò le si era addormentato accanto e per la prima volta, da quando Giulia se n'era andata era riuscito a dormire tranquillo.

- Ti agitavi come un'anguilla! – rise rompendo l'abbraccio e rubandole l'asciugamani per frizionarsi i capelli ribelli. Giulia si lasciò sfuggire uno sbuffo divertito, tornando a specchiarsi.

- Cosa hai sognato? – le chiese, mentre si dirigeva in camera per cambiarsi.

- Niccolò mi ricordo a malapena quello che è accaduto ieri sera, figuriamoci se mi ricordo cosa ho sognato! – mentì a sua volta, mentre si scopriva una parte del corpo e la osservava riflessa allo specchio. Sul fianco e sulle braccia erano ancora presenti i lividi dell'attacco a Kabul, ormai in via di guarigione e di un colore giallastro, ma comunque lei riusciva a vederli. Niccolò si affacciò nel bagno scoprendola a fiorarli con la punta delle dita. Prima non se n'era minimamente accorto, troppo distratto dal fatto che lei fosse finalmente fra le sue braccia, ma adesso, anche lui come Giulia li vedeva. Vedeva la cicatrice sul suo braccio, ancora un po' rossa e gonfia. I graffi sulla spalla e i lividi accennati. Lo sguardo si fece cupo e subito capì cos'è che tanto agitava il sonno di Giulia.

- Ti fanno ancora male? – chiese con voce bassa e cupa. Giulia sobbalzò nel sentirlo e subito si richiuse l'accappatoio stringendolo forte.

- Non molto in realtà! – abbozzò un sorriso avanzando verso di lui. Niccolò teneva lo sguardo basso e lei capì che in qualche modo si sentiva in colpa. Giulia gli prese il viso fra le mani e lo costrinse a guardarla negli occhi.

- Ehi! – lo richiamò dolce – So cosa stai pensando, ma toglitelo immediatamente dalla testa! – gli ordinò in tono dolce. Lui chiuse gli occhi cercando di reprimere le lacrime e strinse forte i pugni lungo i fianchi.

- Nic, Niccolò guardami! – lo richiamò, ma lui sembrava irremovibile. – Amore! – provò ancora e a quelle parole Niccolò ebbe un fremito. – Guardami ti prego! – sussurrò. Il moro aprì lentamente gli occhi, scontrando le sue iridi scure con quelle chiare di Giulia.

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