- Come ti sembra? – domandò Fatima, facendo delle giravolte di fronte a Giulia, aspettando un parere sul vestito che stava indossando. La castana sollevò la testa dal libro che stava leggendo e scorse la figura dell'amica da capo a piedi. Indossava un abito nero molto aderente, che le arrivava a mezza coscia e con una profonda scollatura a "V", una lunga collana dorata e infine delle décolleté rosse.
- Stai bene! – le sorrise poi. Tornando al suo libro.
- Dici? Non è un po' troppo, con questa scollatura? Sai voglio sembrare sexy non una.... Beh ci siamo capite! –
- Il sergente Colucci resterà a bocca aperta, tranquilla! – le fece l'occhiolino, vedendo l'amica diventare rossa.
- Tu sei proprio sicura di non voler venire? È Capodanno! – le chiese per l'ennesima volta - Ci sarà anche Marco! – aggiunse maliziosa.
- Fatima io sto con Niccolò! – aggiunse con tono che non ammetteva repliche.
- Sì, ma sono già quattro giorni che sei qui e lui non si è degnato nemmeno di scriverti, come se la colpa di tutto fosse la tua! – borbottò infastidita. Giulia restò in silenzio, non sapendo cosa ribattere. Era stata lei a volere una pausa, ma si sarebbe aspettata che Niccolò sarebbe andato a riprendersela, invece da quella sera in ospedale non lo aveva più visto né sentito. Nemmeno Adriano aveva sue notizie. Il telefono vibrò sul tavolino del salotto e la ragazza si fiondò, in un misto di paura e speranza, a recuperarlo sperando fosse lui. Restò delusa leggendo l'ennesimo messaggio di preoccupazione di Laura. Anche lei come Fatima non voleva che l'amica restasse sola a Capodanno, ma se già prima di quel casino Giulia non era molto intenzionata a festeggiare il nuovo anno, adesso senza Nic era anche peggio. Voleva solo finire la sua tazza di thè e andarsene a dormire, sperando che tutto finisse al più presto. Il campanello suonò e Fatima si apprestò a rispondere.
- Chi è? – domandò speranzosa di sentire la voce di quel "nanetto canterino" come lo aveva soprannominato lei.
- Oh, sì scendo subito! – rispose a Claudio che era passato a prenderla. – Giulia? – richiamò l'attenzione dell'amica, mentre prendeva la borsetta che aveva lasciato sul divano. Giulia si voltò a guardarla fingendo un sorriso. – Allora io vado!? – disse la marocchina sentendosi un po' a disagio, era combattuta se uscire a divertirsi o restare sul divano accanto all'amica.
- Va e divertiti, non pensare minimamente a me! – le disse Giulia, mentre rispondeva la stessa cosa a Laura. Fatima annuì con incertezza ma poi si diresse alla porta salutando la castana con un gesto della mano. Giulia sospirò affranta quando la porta si chiuse e stringendosi di più nella sua coperta accese la tv alla ricerca di qualche vecchio film natalizio, evitando di guardare i concertoni di fine anno. "Chissà cosa starà facendo?" pensò stringendosi le ginocchia al petto.
***
Erano già le undici e mezza di quel 31 Dicembre, Giulia era profondamente addormentata sul divano quando il telecomando le scivolò dalle mani finendo sul pavimento, risvegliandola bruscamente.
- Che succede? – si domandò, per poi sospirare vedendo il telecomando a terra che si era aperto.
- Ma che ore sono? – borbottò con voce assonnata recuperando il cellulare dal tavolino. Sul display erano segnate quattro chiamate perse da Niccolò. Giulia non poté fare a meno di strabuzzare gli occhi incredula. Si maledisse per aver tolto la suoneria prima di digitare il tasto di chiamata. Non aveva controllato nemmeno a che ora risalisse l'ultima telefonata. Mordicchiandosi la pellicina del pollice, pregava che Niccolò le rispondesse.
- Ehi! – disse il moro aprendo la chiamata. Giulia ebbe un tuffo al cuore nel risentire la sua voce dopo quei quattro giorni di silenzio.
- Ehi! – rispose lei tremante.
- Credevo non volessi più parlarmi! – fece Niccolò dopo qualche istante di silenzio.
- Mi ero addormentata ed avevo tolto la suoneria al telefono! – spiegò lei frettolosamente.
- Oh quindi sei da Fatima? – domandò lui aspirando la sigaretta che aveva fra le mani.
- Sì, sono qui.... – Giulia si morse le labbra prima di proseguire – E tu sei a casa? – domandò titubante.
- No! – rispose immediatamente Niccolò. Giulia sentì dei rumori nel telefono, come il cicalino intermittente del sensore della cintura di sicurezza. Istintivamente si alzò dal divano e corse alla finestra. Scostò le tende e vide Niccolò scendere dall'auto, coprendosi bene con un berretto.
- Sei qui! – disse in un sussurro la ragazza sentendo gli occhi pizzicarle fissando la figura del moro che si portava alla bocca la sigaretta mentre le diceva qualcosa che lei non riusciva a capire per via dell'emozione. Senza pensarci due volte, recuperò gli stivaletti sul pavimento e se li infilò saltellando, non dando retta a Niccolò che le parlava nel telefono. Aprì la porta d'ingresso, sbattendosela alle spalle e corse a perdifiato giù per le cinque rampe di scale del palazzo, sentendo distrattamente la voce di Niccolò che le parlava al telefono, ma non capendoci molto. Arrivata al portone, si arrestò un istante cercando di riprendere fiato, non dando importanza al fatto che indossasse una vecchia felpa dismessa e che i capelli fossero in disordine. Spalancò il portone, vedendo Niccolò dall'altro lato del marciapiede, con il naso all'insù che cercava di scorgerla affacciata alla finestra. Troppo preso dal suo discorso non si era reso conto che Giulia avesse sceso di tutta fretta le scale e che si trovava a pochi passi davanti a lui.
- Nicco! – lo richiamò lei con il fiatone. Il moro guizzò il capo in direzione della voce, con ancora il telefono all'orecchio. Giulia di fronte a lui aveva i capelli arruffati con delle ciocche sparse sul viso e le guance bagnate dalle lacrime. La ragazza mosse qualche passo incerto verso di lui, prima di dare uno scatto e fiondarsi letteralmente fra le sue braccia. Niccolò la strinse forte a sé, nascondendo il viso fra i suoi capelli.
- Perdonami – sussurrò vicino al suo orecchio, lasciando che un singulto gli uscisse dalle labbra. Giulia rimase sbigottita dal sentire il corpo del ragazzo essere scosso dai singhiozzi e provò a divincolarsi per guardarlo negli occhi, ma Niccolò non ne voleva sapere di lasciarla andare. Così restò accoccolata contro il suo petto lasciando che il moro si sfogasse e aspettando con pazienza che smettesse di piangere. Le parole le avrebbe rimandate a dopo, adesso voleva solo restare così, stretta fra le braccia dell'uomo che amava.
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Colpa delle Favole // Ultimo
FanficSalve gente, per chi mi conosce sa che questo è il sequel di Piccola Stella. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Giulia è partita per il volontariato...