Capitolo 8

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Giulia si era chiusa la porta alle spalle con un tonfo sordo che, a causa della musica, nessuno udì a parte Niccolò che era rimasto nella stanza a rimuginare sulle parole della castana. Fatima era appoggiata a muro del corridoio e guardava l'amica con un sorriso misto all'incredulo e al malizioso.

- Cosa stavate facendo? – chiese maliziosamente tutta euforica.

- Nulla! – rispose prontamente Giulia, arrossendo come un peperone maturo.

- Ah certo, perché ficcarsi la lingua in gola reciprocamente tu me lo chiami nulla! Certo, certo adesso capisco! – la prese in giro la bruna, agitando le mani come suo solito.

- Smettila! – la rimbeccò Giulia diventando, se fosse stato possibile, ancora più rossa.

- Come siete complicati voi occidentali. È palese che entrambi vi amate eppure siete qui che giocate a rincorrervi! Poi dite a noi orientali e alle nostre regole! – bofonchiò Fatima. – Davvero non capisco perché rendete delle situazioni semplici, così difficili! -

- Sta per avere un bambino dalla ragazza con la quale mi ha tradito, ti sembra semplice? – disse Giulia a denti e pugni stretti. Fatima la guardò intensamente negli occhi, prima di sospirare.

- Lasciamo perdere! – fece sventolando una mano in aria con fare esasperato.

- Chi è che mi cerca? – chiese l'altra per cambiare discorso, mentre sentiva la porta di camera sua aprirsi. Fatima guardò oltre la sua spalla, vedendo Niccolò uscirne a testa bassa. Sorrise maliziosamente, per poi tornare a guardare l'amica.

- Oh sì, guarda ne sono rimasta sorpresa anche io quando l'ho visto entrare! – disse la mora, prendendo Giulia sottobraccio, mentre Niccolò le passava accanto, senza guardare nessuna delle due, ma tendendo bene le orecchie.

- Allora? – fece Giulia, continuando a non capire.

- Il sergente Ferranti! – rispose Fatima.

- Marco? – disse Giulia stranita.

- Oh vedo che siete passati a darvi del tu adesso. Ma non lo portavi sulle scatole? – chiese la ragazza con sguardo malandrino.

- Fatima ci ha salvato la vita... - rispose solamente Giulia, mentre usciva dal corridoio scuro per tornare in soggiorno, seguita dall'amica.

- Oh sergente, spero non l'abbiamo fatta attendere! – disse la marocchina con voce languida, avvicinandosi al ragazzo. Marco era rimasto in piedi vicino alla porta dell'appartamento guardandosi intorno un po' spaesato. Giulia lo osservò sorridente, salutandolo con un gesto della mano. Niccolò dal canto suo rimase appoggiato con la spalla, alla porta che dava nel corridoio osservando la scena in silenzio.

- Ciao! – salutò Marco, andando incontro alla ragazza.

- Beh, io vi lascio! – disse nel frattempo, Fatima, salutando il sergente con la mano e ammiccando nei confronti di Niccolò, per poi avvicinarsi a Laura.

- Chi è quello? – chiese la bionda rivolta alla sua nuova amica, mentre tutte le ragazze del gruppo di Giulia si mettevano ad osservarlo.

- Il sergente Ferranti. Faceva il filo a Giulia, quando eravamo a Kabul. Poi senza di lui, non saremmo qui! – spigò brevemente la mora. – Non sono carini? – chiese alle altre con un sorriso. Laura parve infervorarsi, prese la mora per le spalle e la guardò dritta negli occhi.

- Fatima, il vero amore di Giulia è Niccolò. Noi dobbiamo aiutarli a tornare insieme, non a mettersi con altre persone. Te lo ricordi sì? – disse tutta seria.

- Sta tranquilla, so per certo che torneranno insieme, ma un po' di gelosia non guasta mai! – sorrise maliziosa, tornando a guardare Giulia.

- Che ci fai qui? – chiese la castana al sergente.

- Sono venuto a riportarti questa. Con il freddo che fa, suppongo che ti debba servire! – sorrise mostrando una fila drittissima di denti bianchi, mentre le porgeva la sua sciarpa blu notte intrisa del suo profumo.

- Oh sì, la cercavo come una pazza! – disse la ragazza accaparrandosi di tutta fretta la sciarpa, che molti anni prima sua madre le aveva lavorato ai ferri, come regalo di Natale. – Me l'ha fatta mia madre! – spiegò brevemente, stringendola a sé.

- Capisco! – disse lui, sorridendole appena. – Vedo che c'è una festa! – aggiunse poi, volgendo lo sguardo al soggiorno, per cambiare repentinamente il discorso.

- Sì, è il compleanno della mia migliore amica Laura, vuoi unirti a noi? – chiese la ragazza, indicandogli gli altri invitati.

- Non vorrei dar fastidio! – allungò le mani lui.

- Ma no! – rise la ragazza invitandolo ad avvicinarsi al tavolo delle bevande, mentre si sentiva bruciare addosso lo sguardo penetrante di Niccolò.

- Chi diavolo è quello? – chiese il ragazzo al suo vecchio amico Adriano, che si era avvicinato a lui.

- Fatima dice che è il sergente che le ha salvato la vita... - spiegò, mordendosi il labbro non sapendo se continuare o meno.

- E? – chiese Niccolò intuendo che c'era dell'altro.

- E che va dietro a Giulia sin da Kabul! – disse frettolosamente Adriano, guardando dispiaciuto l'amico. Niccolò strinse la mascella ma non disse nulla, limitandosi ad osservare i due in ogni loro movimento. Già detestava quel ragazzo! Detestava il modo in cui le sorrideva, come la guardava, il fatto che la facesse ridere e soprattutto detestava il fatto di dovergli esser grato per averle salvato la vita. Mentre tutti si divertivano, ballavano e chiacchieravano allegramente, lui se ne rimaneva in disparte ad osservare la sua ex ragazza divertirsi con un altro, mentre sulle labbra sentiva ancora il sapore del loro bacio, che nemmeno la birra riusciva a lavare via. Poi accadde qualcosa, un passo di troppo portò Simone, uno degli invitati ad incespicare nei suoi stessi piedi, capitolando all'indietro sui palloncini che erano stati gonfiati per addobbare la casa, facendoli scoppiare tutti assieme, dando vita ad un rumore assordante. Un rumore che tre presenti nella stanza scambiarono per qualcos'altro. Fatima urlò di colpo, coprendosi il capo e cercando un posto dove nascondersi. Giulia si pietrificò sul posto, lo sguardo divenne vacuo, le orecchie le ronzavano ed improvvisamente davanti ai suoi occhi si presentò lo scenario di un mese prima. Le urla dei suoi colleghi le rimbombavano nella testa, mentre iniziava a tremare e respirare affannosamente. Non si era nemmeno accorta di essersi accovacciata a terra e che Marco e Laura le stavano parlando. Li guardava senza vederli veramente.

- È un attacco di panico! – disse il ragazzo alla bionda, che continuava a scrollare l'amica. Niccolò fissava la scena con il fiato mozzato, sentendo il sangue nelle vene raggelarsi.

- Giulia, non è reale, guardami. Giulia! – la richiamava il sergente, mentre la stanza era diventata al quanto silenziosa, se non fosse stato per i singhiozzi rumorosi di Fatima, accovacciata sotto il tavolo. Marco prese il viso di Giulia fra le mani, costringendola a guardarlo negli occhi e la richiamò ancora. A poco a poco il ronzio nelle orecchie sparì e la voce del ragazzo non le arrivava più ovattata. Giulia ritornò alla realtà guardando il ragazzo spaesata e sentendo il suo corpo scosso da singhiozzi silenziosi.

- Va tutto bene, è passato! – disse lui, sorridendole dolcemente, per poi stringerla al suo petto. – È tutto finito! – sussurrò stringendola forte, sotto lo sguardo contrariato di Niccolò.

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Angolo autrice

Salve genteeeeee auguri per il nuovo anno. Scusate l'enorme ritardo, ma ho avuto problemi con il computer, ci sono state le vacanze natalizie e ho passato la maggior parte del tempo a correre dietro ad Azzurra hahahaha. Spero che il capitolo vi piaccia, tornerò ad aggiornare regolarmente  e a breve aggiornerò anche Amici mai! Che dire, buon 2020 e ci vediamo al prossimo capitolooooo

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