Giulia aprì lentamente gli occhi, sentendo un forte mal di testa sovrastarla. Si tirò su il busto dal materasso, guardandosi intorno stordita. La stanza in cui si trovava non era di certo quella degli ospiti che le aveva sistemato Anna. Frastornata provò a capire cosa fosse accaduto, ricordava che la sera prima era andata a ballare con gli altri e che ci aveva dato giù pesante con l'alcol. Poi ricordava vagamente Niccolò trascinarla via dal locale, il resto era vuoto totale. Ancora con gli occhi socchiusi provò a scrutare la stanza, vedendo riverso sul pavimento il vestito che indossava la sera prima. Portò uno sguardo sotto alle coperte scoprendosi seminuda e benché non ricordasse nulla, la sua mente fece due più due, arrivando ad una sola conclusione.
- Non può essere successo! – sussurrò stringendosi più forte al seno, il lenzuolo bianco di quella camera d'albergo. – Che diavolo ho combinato, come ho potuto essere così stupida! – borbottò portandosi le mani ai capelli che erano tutto un groviglio. La porta della camera si spalancò rivelando un Niccolò tutto sudato con le cuffie alle orecchie e i suoi immancabili occhiali da sole. Alla sua vista la ragazza sbiancò, stringendosi ancora di più fra le coperte.
- Ah, sei sveglia! – disse richiudendosi la porta alle spalle e togliendosi gli occhiali. – Buongiorno! – le sorrise poi. Giulia non disse nulla, restando a fissarlo sconvolta.
- C'è qualcosa che non va? – chiese lui dopo aver bevuto un sorso d'acqua.
- Q-qualc... - Giulia non riuscì a pronunciare le parole, tanto era sconvolta e stupita dalla calma (apparente) di Niccolò.
- Cosa è successo questa notte? – chiese poi dopo un respiro profondo. Niccolò la fissò profondamente negli occhi, cercando il modo migliore per dirle quanto era accaduto.
- Non ricordi assolutamente nulla? – domandò serio, incrociando le braccia al petto. La ragazza restò muta, scotendo lentamente la testa in segno di diniego. Combattuto se dirle la verità o meno, Niccolò prese un profondo respiro prima di risponderle.
- Non è successo nulla! – disse poi fissando di nuovo i suoi occhi scuri in quelli verdone di lei, dicendole una mezza verità.
- Ma se sono mezza nuda! – esplose la ragazza sentendosi presa in giro.
- È vero, ma non è successo quello che pensi! –
- E allora cosa? – domandò lei esasperata.
- Quando siamo arrivati qui hai dato un po' di matto perché non volevi stare sola con me. Poi ti sei spogliata e coricata. È finita lì! Te lo giuro! – spigò frettolosamente, tralasciando la parte in cui lei aveva cercato di sedurlo, certo che non sarebbe stato il caso di ricordarglielo né ora, né mai. Giulia lo guardò perplessa combattuta se credergli o meno.
- Ti assicuro che è la verità! – disse Niccolò avvicinandosi e sedendosi sul bordo del letto. – Giulia tu non eri in te, non mi sarei mai potuto approfittare della situazione, credo che tu mi conosca! – la guardò malinconico, pregandola con lo sguardo. Lei sospirò annuendo, Niccolò non era quel tipo di persona, era incredibile che avesse dubitato di lui, eppure dentro di lei sentiva che le stava nascondendo qualcosa, ma la sua mente, troppo scombussolata non ne voleva sapere di ricordare.
- Va a farti una doccia, intanto io ordino la colazione! – disse poi lui, alzandosi dal letto e porgendole una felpa per coprirsi, come ai vecchi tempi.
- Anna? – domandò Giulia, afferrandola con mano tremante.
- Sa che hai dormito da Laura, ma non che ti sei ubriacata! – rispose lui voltandosi per permetterle di alzarsi e vestirsi. Quando fu avvolta dalla felpa, il profumo di Niccolò, misto all'odore di tabacco le invase le narici e fu come sentirsi a casa. Il ragazzo era di spalle e non poteva vederla stringersi di più attorno alla felpa come in un abbraccio. Niccolò le mancava terribilmente e tutta quella situazione era uno schifo. Se solo fosse stata un po' meno orgogliosa. Proprio non riusciva a passare sopra alla storia del tradimento. Ma qualcosa dentro di lei la spingeva verso di lui. Come un magnete sul frigo, Giulia non riusciva a staccarsi da Niccolò. Ed era strano come la delusione si era fatta strada dentro di lei prima, quando lui le aveva detto che fra loro non c'era stato nulla. Era delusa, perché nonostante tutto lei lo amava, inspiegabilmente non riusciva a toglierselo dal cuore e dalla mente. Niccolò era la fonte del suo dolore, ma anche l'unico in grado di allietarlo. Lentamente, mossa dai suoi sentimenti si ritrovò ad avvicinarsi a lui. Posò la testa sulla sua schiena, proprio come la sera prima, e gli cinse la vita, tenendolo stretto. Niccolò sbarrò gli occhi a quel gesto. Perché Giulia si stava comportando in quel modo?
- Giulia? – chiese in un sussurrò, restando immobile, impaurito dal fatto che se si fosse mosso lei si sarebbe nuovamente allontanata. La ragazza si strinse di più contro la sua schiena, sentendo il suo dolore lottare con il senso di felicità. La sua mente le urlava di allontanarsi, ricordandole che Niccolò sarebbe diventato padre di un figlio che non era il suo, ma il suo cuore le diceva che era la cosa giusta, che non doveva più soffrire, che anche lei meritava la felicità. E dopo un lunghissimo silenzio e un'interminabile lotta interiore, finalmente Giulia parlò.
- Io ti amo! -
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Colpa delle Favole // Ultimo
FanfictionSalve gente, per chi mi conosce sa che questo è il sequel di Piccola Stella. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Giulia è partita per il volontariato...