Capitolo 1

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Giulia sorseggiava la sua tazza di thè mentre si perdeva a guardare il paesaggio di fronte a sé. Non che ci fosse molto da vedere in realtà, se non deserto e rocce. Erano già passati più di quattro mesi dalla sua partenza e si era ambientata abbastanza bene con il gruppo di volontari. Ogni tanto le capitava di pensare ancora a Niccolò, specialmente quando videochiamava Laura. Aveva pregato l'amica di non nominarlo, ma difficilmente la ragazza ci riusciva. Niccolò le mancava terribilmente e quando lo pensava puntualmente le veniva una fitta al cuore in contrasto con le farfalle nello stomaco. "Chissà cosa starà facendo?" si ritrovò a pensare mentre sorseggiava il suo thè bollente.

- Brr, freddino oggi! – disse Fatima, una sua collega e compagna di stanza con cui aveva legato più di tutte. La ragazza era di origini marocchine poco più grande di lei aveva la pelle olivastra e lunghi capelli ricciolini dei quali Giulia si era innamorata a prima vista. Fatima si era trasferita dal Marocco con la sua famiglia, quando aveva due anni. Viveva in provincia di Roma, ed era lì in Afghanistan già per la terza volta consecutiva. Diceva che più stava lontana da casa, più aveva la probabilità che la famiglia rompiscatole di suo padre non le appioppasse un marito. Era piuttosto spigliata e non si tratteneva mai dal dire la sua, anche con i superiori. Giulia l'ammirava molto.

- Già, il cielo è nuvoloso credo che possa persino nevicare! – disse la castana stringendosi nel giubbotto della divisa.

- E allora perché stiamo qui fuori? – chiese la riccia, facendo sorridere Giulia.

- Sei tu che mi hai raggiunta, io ero qui a bermi la mia tazza di thè in santa pace! – rispose mostrandole la tazza, con il logo del volontariato.

- A giusto momento di riflessione! Fammi indovina pensavi a Tu-Sai-Chi, vero? – le diede una gomitata giocosa mentre si appoggiava al terrazzino sul quale si trovavano. Giulia non rispose, ma tornò a guardare davanti a sé. Si era confidata con Fatima quasi subito, anche perché la ragazza se no non avrebbe smesso più di tartassarla sul perché lei fosse sempre così triste. Fatima capì di aver fatto centro dal silenzio della sua amica. E subito si apprestò a cercare qualcosa da dire per distrarla dalla sua malinconia.

- Oh, guarda ci sono i soldati! – fece con aria sognante indicando la truppa che correva attorno al centro di primo soccorso, dove anche loro erano distaccati per la sicurezza del personale sanitario. – Però devo dire che preferivo quando correvano d'estate a petto nudo! – osservò facendo ridere Giulia. – Che te ridi, me voi di che pure tu nun hai sgamato quei corpi da urlo? – domandò scioccata.

- Sssh che ti sento! – la rimproverò la ragazza ridendo.

- E chiessene, io lo grido. Ehi ragazzi ci fate vedere un po' di carne? – urlò voltandosi verso lo squadrone, facendoli voltare tutti. Qualcuno rise, qualcun altro fece qualche commento spinto, mettendo in imbarazzo Giulia e facendo invece ridere di gusto Fatima.

- Okay femminucce tornate a correre! Niente distrazioni! – gridò il capitano.

- Signorsì signore! – urlarono in coro i soldati, tornando a guardare dritto davanti a sé, tranne uno.

- Ehi guarda lì, il sergente Ferranti non smette di fissarti! – disse Fatima tirando una gomitata a Giulia. La ragazza ricambiò per un istante lo sguardo del sergente, per poi chinare il capo arrossendo, ricordando la prima volta che lo aveva visto. Lei gli stava medicando una ferita sull'addome che il soldato si era procurato a causa di un'esplosione di una mina. Per fortuna nulla di grave, ma era rimasto ricoverato per quasi due settimane. Dal primo momento in cui lei le si era presentata non aveva fatto altro che provarci, irritandola anche un po'. Da quel giorno, il sergente non perdeva occasione per parlarle, provare ad invitarla ad uscire, dove poi non lo sapeva nemmeno lei visto che erano in zona di guerra, e di fissarla. Dio come la fissava e la cosa la infastidiva non poco. Fatima le aveva detto più e più volte di lasciarsi andare, ma lei non ci riusciva. Forse perché consapevole che nel suo cuore c'era ancora Niccolò. "Niccolò!" pensò, rimmergendosi nei suoi ricordi, mentre Fatima parlava di quanto fossero affascinanti i soldati, ma lei non ci faceva caso, troppo persa a ricordarsi la sensazione degli abbracci e dei baci del cantante, ripiombando nella sua consueta malinconia.

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