Capitolo 29

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E anche gennaio era volato e come un soffio di vento Giulia si era ritrovata a quasi metà febbraio senza nemmeno rendersene conto. Il lavoro l'aveva tenuta parecchio impegnata per non parlare del fatto che dopo il suo incidente, Niccolò non aveva voluto lasciarla da sola neanche per andare a fare la spesa. C'era sempre qualcuno con lei: Laura, Adriano e Gabriele quando Niccolò era troppo occupato e persino sua madre si era offerta di farle compagnia. Si sentiva un po' una sorvegliata speciale, ma almeno tutto questo aveva contribuito a farle sparire di dosso la sensazione di essere seguita. C'ho nonostante il giorno da lei più temuto era arrivato. Giulia sorseggiava il suo cappuccino tenendo fissa lo sguardo sul calendario. Era il 15 febbraio e sua madre compiva un anno dalla sua morte. Una lacrima solitaria le solcò il viso.
- Buongiorno! - sentì la voce assonata di Niccolò alle sue spalle. Si voltò verso il ragazzo che la guardava con gli occhi lucidi e piccoli di chi si era appena svegliato.
- Buongiorno! - sorrise lei posando la tazza sul tavolo e andandogli incontro, mentre con la mano si asciugava la guancia.
- Ho portato i cornetti! - gli disse dopo avergli lasciato un bacio a fior di labbra.
- Com'è andata la notte? - domandò Niccolò cingendole la vita.
- Tutto normale, hanno dormito tutti come ghiri e per fortuna non ci sono state urgenze! - rispose poggiando la testa sul petto del ragazzo, ma continuando a fissare triste il calendario. Come se avesse percepito il suo umore Niccolò la strinse più forte.
- Parti subito? - le chiese dopo attimi di silenzio dove l'aveva cullata.
- Pensavo di farmi una doccia prima! - rispose lei.
- Preferirei dormissi un po' prima di metterti a guidare. Hai appena smontato da un turno di dieci ore! - le disse con sguardo preoccupato. - Se mi mettessi a letto non so se troverei la forza di svegliarmi, ne so se avrei ancora il coraggio di mettermi in macchina! - disse poi con voce più flebile, guardandolo negli occhi e sistemandogli qualche ciuffo ribelle che gli faceva continuamente sbattere le palpebre. - Dovresti tagliarli un po'! - commentò sorridendo, cercando di sviare il discorso.
- Vorrei poter venire con te! - fece serio e dispiaciuto Niccolò.
- Devi lavorare, non preoccuparti starò bene! - provò a rassicurarlo lei.
- Ti prego riposa un po' prima di andare! - fece il moro provando a intenerirla con il suo sguardo da cucciolo. Giulia rise appena per poi annuire. - Se me lo chiedi così non posso dire no! - disse per poi baciarlo appena. Niccolò la trattenne contro le sue labbra, approfondendo il bacio.
- I cornetti sono ancora caldi! - disse lei quando il moro spostò le labbra sul collo di lei e con le dita si insinuava sotto il maglione.
- Saranno buoni anche freddi! - rispose fermandosi un secondo a guardarla negli occhi, sorridendo, per poi riprendere possesso delle sue labbra e guidandola verso la camera da letto.
***
Quando Giulia si svegliò il lato del letto dove dormiva Niccolò era vuoto. Sul cuscino un biglietto con la calligrafia del ragazzo: "Fa attenzione per strada" così c'era scritto. Giulia sorrise della premura e si ributtò a peso morto sul cuscino. Guardò la sveglia alla sua destra che segnava le 10.30 circa e sbuffò. Come sospettava non aveva più la forza di alzarsi dal letto e mettersi in macchina. "Accidenti a Niccolò e al suo adorabile sguardo da cucciolo " si ritrovò a pensare mentre stringeva più forte le coperte attorno al corpo, sentendo il profumo del ragazzo. Il telefono iniziò a squillare e con svogliatezza lo prese dal comodino, dov'era posato, e se lo portò all'orecchio.
- Pronto! - biascicò senza vedere il mittente.
- Giulia stai ancora dormendo? - riconobbe la voce di sua sorella. - Avevo capito che saresti arrivata in mattinata presto, dopo aver smontato da lavoro! - le sentì dire.
- Inizialmente erano questi i piani, ma Niccolò ha insistito che mi riposassi un po' prima di mettermi a guidare! - spiegò trattenendo a fatica un rumoroso sbadiglio.
- Beh non ha tutti i torti! - rise la sorella. - Ascolta per me puoi riposare un altro po' e metterti in macchina con calma, se ancora vuoi venire! - le disse.
- Certo che voglio venire, dammi il tempo di fare una doccia e...- si voltò a guardare la sveglia per farsi due conti sull'orario - per pranzo dovrei essere lì! - concluse alzandosi in piedi e recuperando le vestaglia sulla sedia nell'angolo.
- D'accordo, ma fa le cose con calma non c'è fretta! - le disse la sorella. Il campanello di casa iniziò a suonare facendo abbaiare Spugna come un matto.
- Che succede? - domandò Anna sentendo il frastuono che stava facendo il grosso cane.
- Qualcuno ha suonato. Sarà il portiere con qualche pacco. Sapevo che Niccolò aveva ordinato qualcosa online! - spiegò velocemente, mentre si infilava della biancheria pulita sotto la vestaglia e sistemava i capelli per cercare di sembrare un minimo presentabile al vecchio Signor Mazzocchi.
- Aspetta in linea - disse alla sorella mentre apriva di slancio la porta.
- Buon... giorno... - il sorriso le morì sulle labbra quando vide chi aveva di fronte.
- Anna ti faccio sapere quando mi metto in macchina, ciao! - riagganciò velocemente con voce gelida continuando a fissare di fronte a se.
- Che ci fai qui? - domandò glaciale.
- Noi due dobbiamo parlare! - rispose la bionda di fronte a lei con sguardo serio e allo stesso tempo preoccupato. - Si tratta di Niccolò e del bambino! -
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Angolo autrice
Salve gente sono finalmente tornata. Perdonate la mia lunga assenza ma è stato un periodo bruttissimo e non avevo più voglia di scrivere. Comunque finalmente l'ho fatto e volevo informarvi che siamo alle battute di arresto. Questi sono gli ultimi capitoli, quindi conto di pubblicare in questi tre giorni così da poterci dare un degno finale ☺️. Credo abbiate capito chi è alla porta di casa Morriconi. Secondo voi cosa avranno da dirsi le due? Lo scoprirete presto 👋🏼👋🏼👋🏼

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