Camila cercava di seguire quella cartina, mentre nelle sue orecchie risuonavano le note di " Little Do You Know - Alex & Sierra "
Diciamo che Camila e l'orientamento non sono mai andate d'accordo, è veramente pessima nell'orientarsi, ma in quell'occasione come se davvero esistesse qualcuno lassù che ascoltava le sue preghiere si ritrovò davanti ad una porta, era la numero 87.
- Finalmente! - Pensò la mora.
Entrò in quell'aula, non credeva che già ci fossero tutti gli studenti, era davvero imbarazzatissima, non si era resa conto di aver fatto tardi, il suo viso iniziò a bruciare e il rossore aumentó fino ad arrivare ad un rosso peperone, molto acceso. Tutti la fissavano, alcuni ridevano, forse per come era vestita, non le interessava molto la moda, nonostante i vari rimproveri di Normani e Dinah, ha sempre avuto uno stile molto semplice e comodo, solitamente metteva felpe molto molto grandi, amava l'idea di perdersi dentro alle maglie e sentirsi piccola... le sembrava una cosa dolce il fatto che le maniche siano sempre molto più lunghe delle sue braccia in più era un'ottima tattica per poter passare inosservata e all'occorrenza nascondersi da bulli o prof che volevano interrogare qualcuno. Forse però agli occhi dei teenager americani, era strana. L'insegnante, iniziò a squadrarla da capo a piedi, era un signore, con i capelli grigi, un po' stempiato con un look abbastanza hippy; sorrise e la invitò ad entrare. Così chiuse la porta alle sue spalle, scusandosi per il ritardo e porgendogli il foglietto per certificare il fatto che sarebbe stata una nuova alunna della classe. Il professore prese quel pezzo di carta, aveva le mani rovinate e molto grandi rispetto alle sue, sorrise e fece una battuta sui nuovi alunni e il fatto che è normale che il primo giorno si perdano e arrivino in ritardo. Quando il professore notò il nome della ragazza le chiese se fosse la ragazza dell'estero per l'exchange. Camila rispose molto entusiasta un « Si sono io, vengo da Cuba » ; dal suo tono di voce si sentiva quanto fosse elettrizzata, credeva che in quel momento qualcuno avrebbe cercato di essere gentile con lei e che l'avrebbero riempita di domande per conoscerla; un po' come si faceva nella sua città natale nei confronti delle persone straniere, forse era più la tipica visione delle elementari pensandoci bene, ma la piccola Camila viveva un po' nel mondo delle favole e le sue aspettative si basavano sulle serie televisive americane dove tutti sono curiosi, soprattutto nei confronti della nuova arrivata e all'improvviso diventano tutti molto amici.
Nella sua mente Camila aveva immaginato un milione di volte quel momento prima della sua partenza... ma non fu come nei suoi sogni, nessuno la osservò. Nessuno. Era così demoralizzata, ma sopratutto delusa da quella situazione.Il professore le fece solo segno di andarsi a sedere in un posto libero, il quale si trovava in fondo alla classe. Durante il resto dell'ora, la ragazza cercò di stare attenta ed ascoltare, nonostante i compagni non si siano comportati come sperava voleva riuscire ad essere una studentessa modello, almeno in questa nuova scuola dove nessuno la conosceva e aveva la possibilità di ricominciare da zero.
Quell'ora in realtà fu davvero bella, Camila aveva sempre sognato di studiare scrittura creativa, amava scrivere, sin da bambina aveva avuto diversi diari nei quali faceva scarabocchi, scriveva piccoli frammenti di momenti vissuti che non voleva dimenticarsi e addirittura , grazie alla passione per la musica e per la chitarra e il piano scriveva canzoni, o meglio alcune frasi che in realtà si incastravano bene ma non aveva mai potuto fare lezione di canto né imparare a suonare gli strumenti, sempre a causa delle finanze della propria famiglia, ma nonostante sapesse che le cose che scriveva non sarebbero uscite da lì quando le sembravano buone le frasi o le melodie che aveva in testa le appuntava.
La campanella suonò e il professore diede una sorta di bonus che avrebbe evitato la prova finale del corso, dava la possibilità ad alcuni studenti di portare una presentazione, una sorta di tema o manoscritto personale che parlava di qualcosa che gli stava a cuore, di un tema che li aveva aiutati a capire qualcosa, i ragazzi avevano fino alla fine dell'anno per scavare dentro se stessi, trovare qualcosa e avere il coraggio di esporlo davanti a tutti. La nostra protagonista ce la farà?
-17:27-
Le lezioni per quel giorno erano terminate, come primo giorno era stato davvero un disastro. Nessuno aveva cercato un dialogo con Camila, aveva un sacco di compiti bonus da dover preparare per evitare la prova finale e doveva riuscire a eseguire tutto alla perfezione.
Nei due lavori che doveva preparare doveva metterci qualcosa di se stessa, ma non aveva ancora capito chi fosse, era partita proprio per scoprirlo e non sapeva se in quei mesi sarebbe riuscita a fare tutto quel viaggio dentro se... scoprire tutto di lei, vagare passato, capire il futuro, erano tante cose in poco tempo. Aveva scelto scrittura creativa e fotografia perchè erano due delle sue più grandi passioni oltre alla musica, ma non pensava di dover fare tutto questo lavoro su se stessa, se lo avesse saputo prima avrebbe scelto il corso di musica, anche se in quel caso avrebbe dovuto passare tutto il giorno compresa qualche sera nella sala delle prove ed era questa la principale ragione dello scarto a priori del corso, voleva viversi Miami, non rimanere rinchiusa dentro 4 mura.
Durante la pausa pranzo, aveva cercato di buttare giù qualcosa per il corso di fotografia, in fondo dovevano solo portare qualcosa che gli ricordasse un momento felice, ma non sapeva proprio da dove iniziare, tutte le foto che aveva le facevano provare malinconia non gioia. Forse era meglio iniziare a fare semplicemente i compiti per il mattino dopo di letteratura spagnola e inglese per le quali avrebbe solo dovuto fare delle ricerche e saperle esporre, ma il resto già la preoccupava e neanche poco.
Era stata sola tutto il giorno, nella pausa pranzo era finita a mangiare di fianco ad un cestino della spazzatura seduta su un muretto osservando tutti i gruppetti di amiche che ridevano e scherzavano, non vedeva l'ora di andarsene, una svolta scattate le 17 sarebbe tornata a casa e almeno lì avrebbe potuto parlare con qualcuno o giocare con Amy, Jess e il piccolo labrador.
Una volta finite le lezioni iniziò a ripercorrere la strada fatta quella mattina, a grandi linee se la ricordava ed era orgogliosa di questo dato che il suo senso dell'orientamento non era dei migliori. Ad un certo punto si ritrovò di nuovo davanti a quel bar, il Moon Caffè, quello del delizioso frappè al cioccolato, così decise di prendersene un altro, in fondo quell'intruglio al cacao era stata la cosa migliore in tutta la giornata, magari l'avrebbe consolata un po' durante il suo tragitto verso casa. Così entrò a passo deciso e ordinò ciò che desiderava, addirittura doppio e con la panna. Grazie al primo sorso, il sorriso da bambina felice tornò sul viso di Camila immediatamente, era incredibile come il cioccolato bastasse per essere di nuovo felici. Scese quelle piccole scale bianche, la felicità stava tornando piano piano, ma quello stato di enfasi non durò molto... mentre beveva il suo nuovo elisir contro la tristezza qualcuno le andò contro. Tutto quel gustoso liquido marroncino era atterra, come l'umore della quindicenne; Camila era distrutta esattamente come il frappè.
- La giornata peggiore della mia vita- Pensò con le lacrime agli occhi.
Credeva che sarebbe stato tutto come nei suoi sogni, ma di certo era impossibile diventare la popolare della scuola, con ottimi voti, quella invitata alle feste, la ragazza seduta dietro in macchina durante i viaggi con il vento tra i capelli e la musica a tutto volume, per le vie di Miami.
Tutto ciò che aveva ottenuto da quel giorno era zero nuovi amici e una solitudine interiore ed esteriore assurda; un dolore inimmaginabile che solo il cioccolato poteva curare, il quale era tutto rovesciato sugli scalini... Camila aveva solo voglia di piangere. Osservava quel bicchiere di frappè al suolo, trattenendo le lacrime, chiedendosi cosa aveva fatto di male per meritarsi quella pessima giornata; cercò di raccoglierlo, magari quel poco che era rimasto all'interno del bicchiere era ancora buono, la scena era un po' disperata, ma non sapeva cos'altro fare.
Appena prese il contenitore un'altra mano sfiorò la sua...
Continua...
-Arianna
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You Aren't Alone
Fanfiction"Camz, tu non sei sola. Okay? Mai. Non devi pensare questo. Mai. Perché ti ameremo sempre, per sempre. Io ti amo. Okay? l tuo viso mi rende così felice, e non so cosa farei se non ti dovessi più rivedere". - Best Places : 26/01/2018 #114 in Fanfi...