-Capitolo 29-

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Una volta giunta al piano superiore la ragazza si focalizzò sul luogo, anche quella piattaforma non era così tanto grande, davanti ai suoi occhi poteva osservare una finestra che si affacciava anche essa su qualcosa di sconosciuto a causa del tempo meteorologico; davanti ad essa vi era un tavolinetto bianco con sopra un MacBook grigio, una candela di quelle profumate della linea yankee candle ed affianco un piccolo mobiletto in legno con un giradischi e sotto dei vinili impilati, lasciando intravedere quello di Lana Del Rey al di sopra di tutti. Davanti alla piccola scrivania c'era una di quelle sedie che si piegano su se stesse, con sopra un cuscino anche esso bianco e delle rifiniture in acciaio. Al centro della stanza tutta l'attenzione era catturata da quel letto immenso, sicuramente non era solo a due piazze; la testiera e la pediera non c'erano, le lenzuola erano disfatte e Camila poteva quasi sentire il profumo della corvina su di esse. Sembrava come se quella camera non fosse ancora finita, era incompleta esattamente come il piano inferiore. Al lato del letto vi era un piccolo tavolino bianco, con sopra solo una lampadina grigia e dalla parte opposta della finestra, alla sinistra della piccola cubana c'era un armadio, il quale era molto grande. Sicuramente non tanto quanto quello di qualsiasi celebrità, ma sicuramente più capiente di quello della quindicenne. Dopo aver analizzato quello spazio, la mora si focalizzo sull'unica porta alla sua destra, pensando che fosse il bagno. Una volta entrata in esso, non analizzó i vari particolari, in quanto le uniche cose che presenti oltre i sanitari erano un mobile bianco con sopra i tipici oggetti come i profumi, un diffusore per il sapone, asciugamani, una pochette che la minore azzardó si trattasse di un contenitore di trucchi, uno spazzolino ed un dentifricio dentro ad un bicchiere argento con tanti brillantini, esattamente come le rifiniture di tutto il resto dell'arredamento, una lavatrice ed in asciugatrice con sopra alcuni detersivi ed una cesta con forse i panni da lavare, verso destra subito dopo quello che sembrava un balcone, vi era una doccia molto grade con i vetri trasparenti, al suo lato un accappatoio in spugna rosso con ricamata una L, i sanitari erano all'estrema destra ed infine una vasca un po' rialzata grazie a degli scalini fatti in marmo, i quali potevano esser percorsi sin dall'entrata per potersi immergere in quella che sembrava una piccola piscina idromassaggio tipica degli hotel.
Quando Camila tornó al piano inferiore notó la corvina sul divano intenta ad asciugarsi quei suoi capelli ribelli a testa in giù, quando si accorse della presenza della minore spense il phone facendole segno di avvicinarsi e sedersi in modo da poggiare la schiena sul suo petto. Quando Camila potè sentire le mani della maggiore tra i suoi capelli e quella fonte di calore sulla sua cute si sentii le guance avvampare e la sua mente tornó a quando asciugava i capelli alla sua sorellina Sofia; il rumore del phone era l'unico in grado di calmare quella piccola peste, spesso in famiglia lo utilizzavano per farla addormentare, in quel momento senza neanche accorgersene Camila aveva iniziato a piangere, tanto era il trasporto che non si accorse del fatto che il calore che sentiva non era più quello dell'apparecchio per asciugare i capelli ancora bagnati, bensì il corpo di Lauren che la stringeva da dietro sussurrandole di non piangere.
<<Ora ti finisco di asciugare i capelli, poi mi spieghi come mai oggi sembra tu non riesca a fare a meno di piangere, okay?>> Il suo tono era delicato, le braccia calde non la smettevano di stringere la quindicenne, la quale annuii lasciandosi riportare nel presente ed inalando quel profumo che aveva sperato di risentire disperatamente.
Le mani affusolate di Lauren continuavano ad asciugare con premura i capelli mori di Camila, tentando di fare attenzione al fatto che l'aria non fosse troppo calda; una volta finito poggió il phone sul braccio del divano e strinse di nuovo la piccola cubana tra le sue braccia.
<<Mi vuoi raccontare cos'è successo oggi?>> Sussurró all'orecchio della quindicenne, cercando le sue mani ancora un po' fredde.
Camila si voltó leggermente con il capo, in modo da poter far scontrare i loro sguardi, poi peró abbassó lo sguardo.
<<No ti prego Camz, guardami di nuovo negli occhi>> Il tono di Lauren sembrava quasi supplichevole e Camila non potè trattenersi.
<<Non riesco a reggere per troppo tempo lo sguardo con te, lo sai>> Rispose dolcemente Camila osservando il suo più grande amore, mentre le sue guance continuavano a bruciare.

<<Mi piace sapere quanto potere io abbia su di te...>> Affermó la maggiore facendo poi un sorriso dolce <<Ora dimmi come mai eri lì da sola?, se non fosse stato per me ora avresti la polmonite>> Esordì la corvina cercando negli occhi color nocciola una qualche risposta.
<<Forse penserai che sono una disperata se ti dicessi cosa davvero è successo>>
<<Tu ieri mi hai visto quasi affogare nelle mie lacrime, non c'è nulla che tu potresti dire che ti faccia apparire più disperata di quanto non sembrassi io ieri...>>
Camila sorrise un po' ed abbassò di nuovo lo sguardo prima di iniziare a parlare.

<<Questa notte ho sempre pianto dopo che ci siamo salutate davanti a casa mia... avevo paura di non rivederti più>>
A causa della vicinanza Camila era sicura di aver sentito il cuore della maggiore rompersi in mille pezzi.
<<Camz... io...mi dispiace tanto, non avrei mai voluto che le tue lacrime fossero a causa mia. Forse ho fatto qualcosa di sbagliato ieri che ti ha fatto pensare questo? Sono stata un casino come al solito e ho rovinato tutto vero?>>
Ed ecco di nuovo la fragilità della corvina, l'ultima cosa che voleva era che le persone attorno a lei soffrissero per causa sua, eppure Camila le aveva appena confessato che il suo viso era ridotto così male a forza di piangere per lei.
<<No Lo... è stato tutto così perfetto>>
<<Allora perché ti ho fatto piangere?>> Il tono di Lauren era così insicuro e debole, quegli occhi verdi stavano iniziando a pizzicare inumidendosi sempre più.
<<Non sei stata tu... ma la situazione. Ieri mi hai fatto vivere la giornata più bella della mia vita, sapevo che al mio risveglio tu ti saresti dimenticata di tutto quello che ci siamo dette e di ciò che è successo tra noi... non volevo ti scordassi di me. Non riuscivo a smettere di piangere perché ero convinta che non avrei più potuto passare del tempo con te>> Quello sguardo era così sincero, Lauren ci si perse dentro senza neanche rendersene conto e sorrise istintivamente.
<<Ma io sono qui Camz... ti prometto che non me ne andrò, potremo passare insieme tutto il tempo che vorrai, basta che non soffri più così tanto. Io...io mi sono ripromessa che non avrei più fatto del male a nessuno, vedere il tuo viso pieno di dolore a causa mia mi fa del male, mi sembra di esser tornata a quando Lucy mi rinfacciava quanto per colpa mia stesse soffrendo...>> Lo sguardo di Lauren si fece più cristallino e quelle lacrime così salate non tardarono a scendere.
<<Lo, tu non mi fai soffrire... non lo faresti mai. Sono stata male perché tu non ti ricordi cos'è successo tra noi e vorrei tanto lo facessi>> Disse Camila asciugando quelle goccioline che avevano rigato il viso alla maggiore.
<<Ch-ch-che abbiamo fatto?>> Chiese tra un singhiozzo ed un altro,tentando di recuperare una respirazione regolare.
Camila, incerta sul da farsi, osservava quegli occhi verdi che erano diventati tristi e malinconici a causa di quei brutti ricordi... peró qualcosa interruppe quel momento, il cellulare della quindicenne.
Continua...
-Arianna

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