-Capitolo 30-

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Lauren allentó la presa sul suo corpo e le indicó con lo sguardo un piccolo recipiente pieno di riso posizionato sul bancone, all'interno del quale c'era il suo cellulare ormai asciutto e a quanto pare perfettamente funzionante.
-Phone On-
<<Pronto?>>
<<Sweetie, mi hai fatto preoccupare, ormai è un ora che provo a chiamarti, dove sei finita? Stai bene?>>
<<Si Kath, sono da Lauren... >>
La donna sospiró come se finalmente ogni preoccupazione fosse scomparsa come per magia.
<<Quando torni a casa avvisami okay Mila? Mi raccomando parla con lei...>>
-Phone Off-
Lo sguardo di Lauren non l'aveva abbandonata neanche un istante, quando capì che si trattava della sua host mom sorrise leggermente, ricordandosi di quanto fosse apprensiva. Camila tornó tra le braccia della corvina con il cellulare tra le mani, le sue dita tremavano per l'agitazione, ma in fondo il suo cuore sapeva che le cose che potevano accadere erano due... o Lauren si sarebbe sentita in colpa per tutto ciò che era accaduto la sera prima, oppure si sarebbe semplicemente scusata per non ricordarsi e ovviamente per averlo fatto essendo fuori di se.
<<Cosa stai cercando?>> Chiese curiosa la maggiore, tentando di capire per quale motivo d'un tratto Camila si fosse focalizzata solo su quel apparecchio tecnologico.
<<T-t-tu ieri hai bevuto tanto... ed è successa una cosa, io... io t-ti avevo detto che avevo paura di dimenticassi e-e-e tu hai-hai scatto queste foto>>
Disse porgendole il suo cellulare con quella foto del loro bacio, Lauren inizió ad osservare Camila poi di nuovo lo schermo per attimi che sembravano infiniti, mentre nella sua mente poco a poco comparivano le immagini della notte scorsa dopo quella cena, come se fosse un rullino di una cinepresa che si stava riavvolgendo piano piano.
<<Io mi ricordo Camz... ora ricordo tutto, credo>> Disse osservando di nuovo la ragazza negli occhi.
<<Ti penti di averlo fatto vero?>> Chiese la minore mentre i suoi occhi cercavano disperatamente qualcosa su cui appoggiarsi per non crollare di nuovo.
Lauren sorrise e scosse il capo in segno di negazione, prese delicatamente il cellulare della minore e lo poggió sul divano un po' più a distanza da loro, in modo che l'altra ragazza avesse la sua totale attenzione.
<<Non mi pento Camz... sentivo che volevo farlo. Io sono ancora innamorata di Lucy, tu...tu lo sai bene. Non posso offrirti molto se non del tempo in questa casa oppure in qualche luogo dove so che possiamo essere lontane da occhi indiscreti. Io... non so perché abbia avuto così tanta voglia di baciarti, è stato un bisogno... non- non riesco neanche a capire come in un solo giorno tu sia riuscita a capirmi così tanto, sei stata in grado di tranquillizzarmi, ascoltarmi... mi hai fatto ridere e divertire, tu mi hai fatto sentire normale per una volta... non posso darti tanto, però so che vorrei poterti dare tutto ciò che ho>>
Camila la guardó immergendosi in quegli occhi profondi per poi osservare da vicino ogni dettaglio del suo volto, i suoi pori ancora leggermente aperti a causa del calore del Phone, il suo naso perfetto, la sua pelle così morbida e chiara... passó delicatamente una mano sulla clavicola della maggiore notando come il battito cardiaco stesse aumentando poco a poco, delineó la sua mascella, poi delicatamente la bocca rosea, senza interrompere quel contatto osservó di nuovo i suoi occhi e disse <<Mi stai dando la vera te, la Lauren che forse quasi nessuno conosce davvero... a me basta questo, mi basti tu>>
Lauren non potè più resistere e la bació, di nuovo, ancora e ancora sentendo come quel sapore sembrasse così famigliare. Inizió a torturare le labbra carnose della minore, facendoci passare delicatamente la punta della lingua, aspettando consenso dalla minore che non tardó ad arrivare. Mentre le mani esperte di Lauren lasciavano piccole e dolci carezze sul corpo della piccola cubana, quest'ultima interruppe il bacio.
<<Lo... io devo dirti una cosa>> Disse cercando di recuperare un po' il fiato, ma la corvina pareva quasi non ascoltare quelle parole, le sue labbra avevano iniziato a posarsi sulla guancia dell'altra ragazza, lasciando una scia fino alla clavicola fino a che i suoi occhi verdi non osservarono quella macchia violacea, che fino a quel momento era sempre stata coperta dai capelli di Camila, oppure dal tessuto del vestiario. Lauren inizió a soffiarci sopra delicatamente notando come la pelle della minore inizió a registe formando un po' di pelle d'oca; il sorriso della maggiore comparve di nuovo sul suo viso compiaciuta da tutto quel potere che riusciva ad avere sulla ragazza, poi quei suoi pozzi verdi si focalizzarono su Camila, di nuovo.
<<Rovinerebbe questo momento?>> Il tono era basso, ma comunque pieno di dolcezza e una piccola lacrima scese lungo il viso della cantante, senza sapere dove andare esattamente come quella pioggia improvvisa quando in realtà fini a pochi istanti prima nel cielo c'era sole.
Camila cercó di asciugare quella goccia, tentando di deviarne la traiettoria, ma ormai era già arrivata al mento e caddé sulla felpa chiara della maggiore.
<<Non piangere Lo ti prego...>> Disse la piccola cubana prima di posizionare le braccia attorno al collo dell'altra ragazza in modo da stringerla di più a lei. Quella donna non era affatto la Lauren Jauregui forte che tutti conoscevano, ma aveva così tanta fragilità da potersi infrangere in mille pezzi in qualsiasi istante.
I minuti passavano, ormai nessuna delle due si era effettivamente resa conto dello scorrere veloce del tempo; erano abbracciate su quel divano in pelle, un po' freddo a causa del materiale, ma l'unica cosa che provavano era il calore dei loro corpi. La testa di Lauren era poggiata sul petto della minore, il quale era un po' bagnato a causa di quelle lacrime salate che senza una ragione apparente la corvina non era riuscita ad evitare. Le mani delicate e minute della piccola cubana passavano delicatamente tra quei capelli morbidi e profumati; il battito di Camila a causa della loro vicinanza batteva talmente forte da poter sembrare il rumore di un orologio impazzito, la maggiore riusciva a sentirlo con le proprie orecchie, ma si limitava solo a stringere in un pugno gli angoli della felpa che le aveva prestato, come per assicurarsi che non si sarebbe mossa da lì.

E' veramente incredibile come al di fuori le persone possano credere di conoscere davvero qualcuno. Lauren Jauregui non era solo una cantante, l'audience non poteva di certo pensare che la vera Lauren fosse solo una canzone, un sorriso in qualche foto, un immagine formata da particelle tecnologiche in un cellulare... Le parole che diceva nelle interviste, non erano solo un copione, erano la prova di quanto fosse solo un oggetto; un giocattolo che il management muoveva a suo piacimento, in modo che agli occhi del pubblico apparisse gradevole e conforme agli ideali retrogradi della società. Lauren era come intrappolata in un box, dal quale anche se avrebbe potuto non riusciva ad uscire; la paura, la voglia di essere qualcosa per i fan, la fame del palcoscenico la portavano sempre alla decisione più sbagliata, accettare quel trattamento. Sapeva che se avesse davvero mostrato ogni sfumatura di se, sarebbe stata mangiata dal mondo intero, avrebbero rovinato la sua anima, ma in realtà si stava già disintegrando per colpa di quella realtà falsa che doveva mostrare da sempre sotto ai riflettori. 

Con Camila però era diverso... non c'erano scatole, mura, ma solo una donna, un essere umano che piangeva, urlava, rideva e che non voleva essere abbandonato dall'unica persona in grado di non farla sentire come se stesse affogando. La piccola cubana le permetteva di respirare, nonostante si conoscessero da neanche 24 ore... lei era stata l'unica in grado di vedere e capire la vera Lauren Michelle Morgado Jauregui, di certo non era qualcosa di scontato.

Continua...
-Arianna

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