Quasi ogni giorno c'erano balli e ricevimenti a Stavira tra tutti i grandi pezzi grossi della capitale e questo rendeva ogni giorno di cosiddetta festa come altri per tutti i suoi abitanti, con la differenza che bisognava vestirsi in un certo modo, tenere un comportamento decoroso e anche mostrarsi all'altezza di essere in grado di vivere tra i più ricchi del Regno Assoluto. Alla fine le feste erano solo un tranello, un inganno, una prova per dimostrare di essere degni di vivere agiatamente.
Tutto quello lo aveva dovuto affrontare una piccola Kyra appena entrata a contatto con il mondo esterno all'età di cinque anni. Era bambina, nemmeno sapeva realmente la differenza tra ricco e povero, né che esistesse un intero mondo al di fuori delle mura di casa pronto a metterti alla prova, a vedere e aspettare il momento in cui cadi per giudicare.
Era abbastanza difficile mostrarsi all'altezza con gli occhi puntati addosso a fissarti in trepidante attesa, alla ricerca di un difetto di cui sparlare e rovinarti non essendo degno. Come poterlo spiegare ad una bambina però? A tutti i bambini in realtà?
Molti erano stati educati dalle madri insegnando già l'arte del giudizio e del ridicolizzare. Solitamente erano le solite ragazze che si credevano le reginette dopo le valanghe di complimenti delle persone, nonché le più odiose. Ed erano anche le più invidiose e pettegole, sapevano tutto di tutti come le loro madri che nascondevano dietro a quel sorrisetto fastidioso la loro vera natura.
Poi c'erano i ragazzi umili ma che riuscivano a sopravvivere nella società grazie alla maschera che si creavano per evitare i problemi, di coloro che non si immischiavano nei fatti altrui. Infine, quelli che si mostravano per ciò che erano, i timidi, gli scaltri, i ribelli, i paurosi. Coloro che non volevano totalmente nascondersi per essere accettati completamente e venivano guardati con ribrezzo, non erano ideali per l'alta società.
Kyra rientrava a tratti nelle ultime categorie, forse un po' di più nell'ultima ma dipendeva dalla situazione. Veniva considerata un esempio da cui prendere spunto per alcuni. Non sapeva perché un gesto non decoroso, che veniva criticato, di un ragazzo o una ragazza faceva scalpore mentre se lo faceva lei la cosa cambiava. O almeno, non l'aveva mai capito prima ma ormai si rendeva conto delle sue abilità innate. La risposta era semplice: la sua energia. Infondeva positività, tutti la ammiravano come se fosse una luce, una via di fuga o una via verso la libertà, qualcosa di piacevole e rassicurante.
– Chissà oggi cosa accadrà.– sospirò mentre si sistemò i capelli chiari davanti lo specchio. Non aveva granché da fare ancora, perciò si stava preparando per raggiungere la casa di Nissa molto tranquillamente. Poco dopo sentì bussare alla porta e vide sbucare Gabrielle dietro la porta con un vassoio di oli e profumi.
– Già scelto l'abito?– le domandò poggiando il tutto sul tavolino accanto a lei di modo che potesse sentire le varie essenze da poter mettere, e la ragazza annuì precedendo la domanda successiva facendola sorridere.
– Lo vedrai tra poco se vuoi.–
– Tieni, è il solito.– le porse la donna ridacchiando quando la notò cercare una boccettina in particolare dal profumo che aveva sempre preferito di più tra tutti, ringraziandola.
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The Fate of Opposites
FantasyVOLUME I Sheera è temuta e odiata nel suo villaggio sperduto del Regno Assoluto. È una ragazza pericolosa e casinista, ammaliante e complicata. Pensieri sanguinolenti le attraversano la mente compiacendola, una magia distruttiva incontrollata e mai...