24 - Volere

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Non sapeva più cosa fare o dove andare

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Non sapeva più cosa fare o dove andare. Aveva passato i successivi due giorni ad ignorare Kyra. In compenso, passava molto tempo nella stanza che, a quanto pare, Andreas le aveva cortesemente concesso. Oppure stava con il suo amico nelle cucine ad osservarlo mentre lavorava e, qualche volta, anche aiutarlo. Cosa strana per lei, Nath si stupì della cosa. Si sarebbe aspettato qualche frase maligna, maliziosa, qualche frecciatina ma non una ragazza che tutti vedevano come una minaccia ad offrirgli il proprio aiuto.

Ma Sheera avrebbe fatto di tutto pur di distrarsi. Le bastava non stare ferma e camminare tra vassoi, pentole e cibi non era il massimo certo, specialmente per la temperatura che non sopportava tantissimo, però era già qualcosa. E sapeva anche bene che il suo amico aveva notato che qualcosa in lei non andava da un po', già da quando avevano parlato, ma non le disse nulla e lei lo apprezzò.

Normalmente alle persone esprimersi aiutava, aprirsi con qualcuno. Con lei però non funzionava per niente la cosa. Non riusciva mai a dire pienamente cosa le passasse per la testa a meno che non fossero pensieri maligni. Ad esempio, non disse mai al suo unico amico che gli voleva bene, in fondo. Che in parte si odiava per avergli fatto avere una vita difficile con la sua presenza. Anche se lui non si era mai lamentato, probabilmente se lo aspettava.

Tra un po' impazzirò! pensò mentre chiuse la porta del bagno collegato alla sua camera dietro di sé, appena uscita da sotto una bella doccia ghiacciata per riprendersi dal caldo delle cucine e abbandonandosi sopra il letto a fissare il soffitto. Erano passate un paio di ore dal tramonto e sapere che il tempo passava così lentamente era straziante. E anche stare rinchiusa in quella villa era una tortura.

Finirò con distruggere qualsiasi cosa mi ritrovi davanti! Erano giorni e giorni che sia la sua magia sia la sua indole venivano repressi e iniziava a sentirsi strana, come se da un momento all'altro avesse potuto perdere il controllo di ogni cosa. Tutto per colpa di un uomo che ancora la teneva d'occhio. Non vedeva l'ora di andarsene da lì ed essere finalmente libera di fare ciò che voleva senza alcuna limitazione come quel fresco vento che entrava dalla finestra ad accarezzarle la pelle.

– Ehi.–

La porta che si aprì e che si richiuse e poi lei, dietro di sé. Aveva dimenticato di chiudere la porta a chiave. La voce di Kyra era l'ultima che voleva sentire in quel momento. L'aveva evitata apposta tutte quelle ore per cercare di staccarsi da lei. E sentirla non aiutava.

Più l'aveva intorno a sé, più la voleva nella sua vita. Più sentiva la sua aura, più lei si sentiva completa e contemporaneamente una piccola parte di sé si sentiva oppressa, bloccata. A pensarci, perché quando non era con Kyra tornava sé stessa, la ragazza che amava il sangue, il buio, il torturare e ferire? Era cambiata da quando era entrata in quella casa. Era tutta colpa della chiara?

– Ho da fare.– le disse brusca senza nemmeno voltarsi a guardarla distraendosi dai suoi pensieri, ancora stesa a fissare il soffitto bianco, troppo pulito per i suoi gusti. L'unica luce che io riesca a sopportare è la sua... Perché?

The Fate of OppositesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora