75 - Cadere nel desiderio

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Quando riapparve fuori dalla camera di Kyra, quasi vicino alle celle, Sheera percepì subito una presenza, un'aura negativa forte sebbene non fosse quanto la sua

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Quando riapparve fuori dalla camera di Kyra, quasi vicino alle celle, Sheera percepì subito una presenza, un'aura negativa forte sebbene non fosse quanto la sua. La riconobbe così come quell'ombra davanti a sé che sembrava in attesa di qualcosa. Forse stava aspettando lei da un po', poco le importava.

– La mia demone seduttrice e l'unica rimastami fedele, qual buon vento.– disse una volta poggiato le sue mani cadaveriche sulle spalle di Lilith con tono maligno, facendo sorridere l'altra con malizia. Le toccò la pelle con l'unghia dell'indice salendo sul collo e la mora si beò di quella forte energia che la corvina sprigionava.

– È il minimo che tu ti possa aspettare da me, anche se mi piacerebbe avere qualche informazione da te, non mi fido di tua sorella.– disse di rimando la demone sentendo qualcosa apparire tra le mani subito dopo: una gemma nera. La riconobbe subito e ghignò.

– Portamelo e vedrò cosa potrò fare, Lily.– continuò a quel punto la corvina sul suo orecchio ancora maligna percependo in Lilith la sua voglia di muoversi e uccidere qualcuno.

– Sarà fatto, magari becco qualcun altro di utile. E finiscila di chiamarmi così.– continuò l'altra che si leccò le labbra assaporando già la vendetta nel suo corpo e svanì in fumo nero senza lasciar traccia. Nessuno poteva trovare Sheera se lei non lo voleva, era la corvina a trovarti e quando accadeva potevi solo sentirti onorato o terrorizzato. Pagherai per quello che hai fatto, Damon pensò riprendendo il suo cammino e attraversando in una nube la porta chiusa bene a chiave, sigillata una volta alla sua meta.

Le fu strano ritrovarsi in quel luogo in cui era stata rinchiusa anche lei seppur per pochi giorni, sentiva ancora sulla pelle i graffi che si era autoinflitta a causa della notte, quel fischio insopportabile alla testa e i segni che aveva lasciato sulle pareti fredde di pietra con le unghie cercando come una via di fuga da quelle notti tormentate. E poi Kyra, quando l'aveva aiutata.

Ma ora, quella prigionia era di qualcun altro e riusciva a percepire il suo disorientamento quando la vide appoggiarsi alla cella accanto a quella che era stata la sua.

– Ma buongiorno.– gli disse con le mani appoggiate alle sbarre guardandolo attentamente. Era giovane e seduto su quella brandina lurida, perché rovinarsi già a quell'età?

– Ti hanno tagliato la lingua per caso?– gli domandò poi ridacchiando appena e attraversando le sbarre come se non fossero mai esistite, lasciandole dietro di sé.

L'uomo non disse nulla nonostante rimase stupito da quello che aveva appena fatto ma, a differenza della chiara, quella ragazza era magnetica, non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. Era totalmente vestita di nero ma che valorizzava il suo corpo seducente. Fortunatamente era ancora giorno e poteva ancora stare nei luoghi chiusi.

– Chissà a cosa stai pensando nella tua testolina. Ma non credo sia molto difficile, mi stai mangiando con lo sguardo, quindi.– disse Sheera facendo dei passi verso di lui che non aveva idea di chi fosse quella ragazza.

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