Controllo. Qualcosa che per lei, per la sua anima nera, significava molto. Lo bramava per la sua vita, volendo essere lei stessa artefice delle proprie idee senza essere manipolata da nessuno di più grande o superiore a lei, la sua figura. Il pensiero di essere in grado di controllare gli altri era così allettante, se doveva essere sincera, e un posto come Superior non era qualcosa da buttare via. Lì non avrebbe avuto problemi, come aveva detto Maestro. Lì tutti l'avrebbero rispettata e lei avrebbe goduto di quella sensazioni di sentirsi così potente di fronte a persone che l'avevano disprezzata. Però, oltre quel tipo di controllo, si celava ben altro. Avrebbe accettato senza dubbi quell'incarico se avesse dimenticato perché per lei il controllo era qualcosa di accattivante: insicurezza.
Era dentro di sé da sempre, non la mostrava quasi mai nemmeno a sé stessa. Era insicura su ogni cosa riguardasse la sua magia distruttiva. Quando aveva ucciso quelle persone che aveva dietro alle spalle, non aveva avuto alcun controllo sul suo corpo, le sue azioni. E, una volta risvegliata da quella specie di trance, si ritrovava così impotente davanti alla sua anima nera. Non riusciva ad avere controllo su di sé e, forse, averlo sugli altri l'avrebbe aiutata. Ma sapeva che in fondo non era così, che nulla sarebbe cambiato e che sarebbe finita con il creare ancora più problemi. Era meglio stare da soli, isolati, senza ferire persone a cui lei teneva.
– Devo calmarmi, devo calmarmi, devo calmarmi!– continuò a ripetersi con una risata nervosa mentre cercava di raggiungere in fretta l'aula di Enver. Non sapeva più come fermare quel turbine che continuava a premere nel petto, a farle tremare la mani.
– Dannazione!– esclamò colpendo la parete grigia accanto a sé con un pugno, creando una crepa che partì dal pavimento fino al soffitto. Indietreggio e la osservò, la sua mano non le faceva male per niente. Al contrario, le sembrava che il peso si fosse alleggerito alle sue spalle. Perché se uso la magia o sono violenta mi passa tutto quello che mi passa per la mente?
– Ehi Deathblack, sei in perfetto orario oggi!– sentì dire da Rohin appena apparso in fondo al corridoio, distraendola dal suo fissarsi le mani dalla pelle cadaverica. Si sbrigò a raggiungerlo prima che vedesse ciò che aveva combinato. Non lo salutò nemmeno, anche se lui ormai si era abituato alla cosa.
– Oggi faremo un esercizio diverso se non sbaglio. Useremo un elemento che siamo in grado di manipolare per entrare in pace con noi stessi.– le disse lui tutto contento, creando in lei solo più preoccupazione.
– Sicura di stare bene?–
– Sta zitto.– gli ringhiò lei aumentando il passo ed entrando in quella stanza-stagno e prendendo velocemente posto. Notò che Fenrid fosse già lì dietro di sé e, con lo sguardo, cercò di capire cosa avesse ma la corvina gli rispose con un'occhiataccia, portandolo a fissare il suo amico che fece spallucce. Rimase quindi in silenzio a fissare l'acqua che per un poco la calmò con i suoi movimenti lenti.
– Buongiorno a tutti!– esordì con una delle sue solite entrate gioiose l'insegnante raggiungendo il suo solito masso.
– Questa mattina iniziamo con il lavorare sulle emozioni negative.–
STAI LEGGENDO
The Fate of Opposites
FantasiaVOLUME I Sheera è temuta e odiata nel suo villaggio sperduto del Regno Assoluto. È una ragazza pericolosa e casinista, ammaliante e complicata. Pensieri sanguinolenti le attraversano la mente compiacendola, una magia distruttiva incontrollata e mai...