capitolo 47

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(Punto di vista di Aaron)
Mi sono ritrovato in una stanza buia e fredda, ho ricordi confusi, non riesco a muovermi, ho polsi e mani bloccate.
Sento la mia spalla sinistra bruciare, riesco a sentire il sangue scorrere. Ad ogni mio minimo movimento sento dolori atroci, sento di avere almeno una costola rotta. E la testa, la testa mi fa malissimo.
Quel bastardo si è divertito a ridurmi così, pensai.
In questa stanza mi sento mancare l'aria, ho i brividi dal freddo, e non riesco a vedere nulla, non entra un briciolo di luce.
Mi sembrano essere passate ore da quando sono stato portato qui.
Mentre riflettevo iniziai a sentire rumore delle chiavi e subito dopo il cigolio della porta che si apriva, fece un forte rumore, e mi arrivò una luce che mi costrinse a chiudere gli occhi dal fastidio causato da tutto quel tempo al buio.
Il tempo di riprendermi da quella luce intravedo l'uomo che mi ha preso a pugni qualche ora prima, avvicinarsi e lo sento prendermi dal braccio ferito per alzarmi, sento un dolore lancinante che mi porta a fare un lamento. Intanto mi porta fuori dalla stanza buia e mi spinge verso l'altro tizio più robusto e iniziano a spintonarmi per un lungo corridoio.
Vorrei tanto sapere chi dei due ha rotto il braccio a Naomi, che appena mi riprendo un pochino lo ammazzo con le mie mani.
I due mi trascinano a forza, mi fanno fare delle scale e arriviamo nella sala grande del castello del regno del buio; non ero mai stato in questo posto, mi mette un senso di tristezza paradossale. C'è un trono al centro della stanza dove è seduto quello stronzo di Axel; ha la coscia fasciata e almeno sento un po' di soddisfazione dopo queste ore.
<< Aaron >> disse il bastardo avvicinandosi,
non rispondo.
Si mette davanti a me, mi guarda e mi tira un ceffone. Vorrei reagire ma i suoi uomini mi tengono stretto, non riesco a muovermi.
<< come sta Naomi? si è ripresa?>>
<< bastardo come osi parlare di lei>> appena ha pronunciato il nome di mia figlia ho sentito il sangue ribollire nelle mie vene.
<<ringrazia che è ancora viva perché non penso lo sarà per molto se non mi da quello che voglio>> <<quella stronzetta è riuscita a far scappare tutti si meriterebbe una bella lezione>>
sta solo cercando di provocarmi ma sentirlo parlare così mi sta facendo davvero arrabbiare, cerco di liberarmi da quei due ma hanno la presa troppo potente e io non sono nel migliore delle mie condizioni fisiche.
<< rilassati Aaron suvvia>> <<sai bene che tua figlia mi serve viva per quello che voglio...>> si ferma e mi tira un'occhiata soddisfatta <<...a meno che>>
So bene dove vuole arrivare, e non accadrà mai, non lo permetterò. <<finiscila Axel>>
<< ti consiglio di parlare Aaron o per tua figlia non finirà bene>>
il tizio che mi teneva alla sinistra mi stringe la ferita e sento un dolore acuto, faccio una smorfia di dolore.
Axel mi solleva il viso, mi costringe a guardarlo negli occhi e di nuovo, mi tira un pugno.

Naomi Evans - la figlia dei quattro elementi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora