capitolo 25

32 4 1
                                    

(punto di vista di Naomi)
Non possiamo stare qua ancora per molto, siamo tutti senza cibo e con pochissima acqua.
Il mio braccio peggiora di ora in ora, ho paura finisca per andare in putrefazione... e potrebbe accadere visto il colorito che sta prendendo.
Poi mi venne un'idea fortunatamente.
In questi due giorni ho analizzato ogni angolo di queste mura, e ho memorizzato gli orari delle guardie.
Non sono sicura di farcela ma non provare sarebbe come lasciarsi morire trattenendo il fiato sott'acqua e non riemergere.
<< Ei Ju hai una forcina? un fermaglio o qualcosa del genere?>>
<< avevo una forcina ma l'ho persa nel furgone, perché? a che ti serve?>>
Mi guardai intorno, per fortuna mi accorsi che la prof aveva una forcina per tenersi ferma la coda ormai disfatta del tutto.
<< professoressa può prestarmi una delle sue forcine perfavore?>>
<<perché Naomi? che devi fare>> intanto me ne diede una;
piegai a fatica con una mano la forcina, e appena la guardia uscì per la sua pausa, la utilizzai per forzare la porta delle sbarre.
<< sapresti fare una cosa del genere?>> disse julie
<< Naomi se ci scoprono ci ammazzano quelli! hai visto che ti hanno fatto?>>disse la prof;
dopo appena due minuti la porta fece un click e si aprì da sola .
<<uscite senza fare rumore>> dissi ai miei compagni;
<<si fidi di me professoressa>> dissi rivolgendomi alla prof che stava per farsela sotto da un momento all'altro.
Aprì diverse porte e, un po' per fortuna un po' per l'aver studiato la planimetria di questo castello a casa in un pomeriggio estivo noioso con Percy, sono riuscita a portare tutti fuori sul retro del castello.
Ora c'era la parte difficile: superare le guardie e superare il ponte. Senza morti o ulteriori feriti.
Non so quale divinità ringraziare ma nello stesso momento in cui pensavo a come fare per superare la barriera di guardie, vedo l'esercito del mio regno, combattere contro i nemici.
Questo li terrà occupati per un po' quindi potevamo passare dal bosco e poi andare al ponte; e così facemmo.
Quando fummo tutti al sicuro le porte del regno si chiusero, mi assicurai fossimo tutti e 20, mi guardai intorno... erano mesi che non vedevo il verde lucente dei giardini del castello o il cielo così blu.
Arrivarono i soccorsi, non sapevo come comportarmi, non si doveva sapere niente del mio legame col regno.
Intanto in lontananza vidi mio padre che corse da me non curante della situazione.
Mi accarezzò il viso dolcemente, mi abbracciò e mi baciò la fronte.
Abbracciandomi io feci inevitabilmente una smorfia di dolore e, preoccupato, mi alzo immediatamente la manica.
Il mio braccio  aveva un pessimo aspetto.
Papà mi guardò negli occhi, percepì la rabbia e i sensi di colpa nel suo sguardo. Aveva gli occhi lucidi, stava per piangere.
Mi prese in braccio e mi portò subito nel suo studio del castello.
La situazione era troppo grave ormai, o dicevo addio al mio braccio o doveva farmi una complessa operazione.
Mi diede dei medicinali e intanto mi lasciò riposare nel lettino, fece tante chiamate finché dopo circa 10 minuti venne da me, mi diede un bacio sulla fronte, una carezza e mi fece addormentare con l'anestesia.

Naomi Evans - la figlia dei quattro elementi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora