24°Manoscritto: Hai tutto ciò che a me manca

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Seduto su di una poltroncina in tela rossa, nella balconata che affacciava sulla sala comune del pianterreno, Holly fissava i polverosi tomi di una delle librerie accostate alla parete dietro di lui. Teneva i piedi comodamente appoggiati sul tavolino quadrangolare sopra il quale c'era il suo zainetto sportivo, da cui sporgevano alcuni quadernetti per gli appunti. Il chiacchiericcio degli studenti di passaggio per raggiungere la loro aula, e quelli liberi che consumavano bibite e stuzzichini comprati al MagicAngolo attorno ai vari tavoli, lo rendevano di buon umore.

Holly di tanto in tanto apprezzava gli ambienti frequentati o rumorosi, stare in mezzo alla gente lo faceva sentire vivo. Sapersi mettere in gioco e divertirsi in compagnia erano per lui attività importantissime, in cui riusciva a esprimere al massimo lati più socievoli di sé stesso.

"Non sarebbe affatto male lavorare qui part-time, eh?" rifletté.

Tra un pensiero utopico e un altro, era intento ad armeggiare col cellulare, controllando i messaggi che i suoi amici d'infanzia, Clarin e Joseph, gli avevano inviato.

La ragazza pareva starsela passando davvero bene nella scuola statale che frequentava a Dusk, la città in cui erano cresciuti insieme. Gli aveva inviato un lunghissimo resoconto tramite vocale di tutto quello che aveva fatto in quei mesi impegnati, e a Holly aveva fatto piacere riascoltare la sua voce. Sembrava che addirittura fosse in gara per un'esclusiva borsa di studio.

Joseph dal canto suo se la cavava come sempre, d'altronde la scuola non aveva mai fatto per lui. Finita l'età dell'obbligo voleva lavorare insieme a un suo zio che gestiva un negozio di articoli magici per le pozioni. In compenso, sembrava essere piuttosto popolare e il suo legame con Clarin era rimasto intonso.

Holly sorrise a quelle notizie liete e passò alla chat privata con Beverly, in cui lei gli aveva inviato la foto di un grazioso gatto nero tra le sue braccia. Solo dallo scorcio di camera alle sue spalle, il ragazzo si rese conto di quanto dovesse essere immensa la dimora in cui lei abitava.

In fondo, come gli aveva spiegato il primo giorno di scuola, Beverly viveva in un antico tempio religioso.

"Sono felice che si stia aprendo un po'." pensò il maghetto, sorridente.

"Holly, che stai a fa'? T'ho portato er cappuccino." Sion lo aveva raggiunto con un vassoio tra le mani contenente la calda bevanda, più uno strano succo violaceo che doveva essere la sua ordinazione. "Io invece ho pigliato una spremuta de mirtilli!" risolse il mistero l'arzilla ragazza in gilet.

"Ehi, mandavo a Beverly i compiti e gli appunti sull'incantesimo imparato alla lezione del professor Zack. Absturz è piuttosto difficile da usare... solo Cinny l'ha imparato subito, quella casinista." affermò Holly.

Sion ridacchiò di gusto. "Lei è brava con gli incantesimi de impatto."

"Già, spamma Stoßwelle manco fosse in Dragon Sphere Legends..." mugugnò il biondo. "Comunque, sapevi che Beverly aveva un gatto?"

"No! Famme vede'!" Sion gli sfilò con uno scatto fulmineo il telefono dalle mani ed emise un verso addolcito alla vista del felino in braccio alla ragazza. "Che bello!" esclamò, prima di scrivere qualcosa di sicuramente imbarazzante in risposta a Beverly.

"Ehi, è il mio telefono! Che hai scritto?" fece Holly.

"Oh, scusame, me so dimenticata..." La compagna gli porse indietro l'apparecchio.

Quando controllò, Holly lesse il messaggio che Sion aveva inviato in sua vece: "È troppo un amoruccio!", con tanto di cuore come accompagnamento. E non poteva cancellarlo poiché Beverly l'aveva visualizzato in un lampo.

My Entrance in Wizardry SchoolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora