Le due alte sagome troneggiavano davanti al gigantesco porticato composto da tante alte colonne nere che si susseguivano orizzontalmente, il quale a sua volta conduceva attraverso un passaggio dal suolo lastricato all'altissimo portone d'ingresso, che fungeva da entrata principale al castello. Quella era solo una delle numerose zone in cui si poteva sostare o passeggiare nell'accademia di Hearthstone, una struttura quasi infinita nella sua estensione.
Appariva come un palazzo di immense dimensioni, con quattro torri principali situate ai punti cardinali, dai tetti spioventi di un blu cobalto, mentre diverse torrette minori e guglie della stessa tonalità sorgevano lungo il perimetro, ognuna adibita a specifici utilizzi. Sopra il portone di ingresso, a decine di metri d'altezza, spiccava un grande orologio dall'aria piuttosto antica.
I due che si trovavano sotto al porticato, accarezzati dalla piacevole brezza del venticello serale di fine estate, fissavano l'ampissimo cortile verdeggiante che seguiva la foresta e precedeva il castello.
"Booker, ma quando arrivano questi ultimi alunni? Sicuro che non siano schiattati per la fatica? Forse dovremmo andarli a prendere..." sbottò una voce femminile chiara e squillante, ma dal tono sensuale.
L'altro rimase inflessibile nel suo impermeabile grigio scuro svolazzante. "Smettila di latrare e fa' il tuo dovere fino in fondo per una volta nella vita, Kayleigh." ribatté con fare indolente.
"Antipatico." disse lei, imbronciata.
Nella penombra si potevano scrutare i suoi capelli mossi legati in una lunga coda, dal tenue colorito arancione che sfumava a tratti nel vermiglio. A differenza del collega, aveva la divisa nera slacciata e mostrava apertamente la vita piatta e tonica, con solo un reggiseno giallo scuro a coprire il suo corpo allenato.
Dopo pochi secondi, i suoi occhi viola scrutarono una figura solitaria in avvicinamento, seguita da altre quattro molto più lontane.
"Era ora..." si lamentò. "Dai, prepariamoci ad accogliere le nuove bocche da sfamare." ammiccò, sarcastica, a Booker, che alzò gli occhi al cielo, infastidito.
"Ecco! Quel porticato deve essere l'ingresso!" avvertì Cinny, mentre indicava con il dito le numerose serie di colonne nere, sotto le quali attendevano due sagome adulte, e di fronte a esse un'altra che aveva l'aria di essere una studentessa come loro.
"È immenso, questo castello..." commentò Miles.
"Sembra uno di quei posti dove affronti i boss finali nei giochi di ruolo." disse Holly, tutto estasiato.
"Ma che paragone è?!" replicò Cinny.
"Ce semo, amici! Nun vedo l'ora d'entra'!" Sion sembrava la più eccitata di tutti, tanto che si lasciò scappare un acuto gridolino quando furono arrivati davanti ai tre individui in lontananza.
Riconobbero subito il professor Booker, con il suo atteggiamento misto tra l'austero e l'indolente. Accanto a lui c'era un'insegnante dai capelli rossi e arancio molto bella. Sembrava addirittura una ragazza, dal suo aspetto giovanile, e le sue labbra sporte in avanti le conferivano sempre un'aria di cruccio, come se fosse irrequieta o annoiata.
STAI LEGGENDO
My Entrance in Wizardry School
FantasyHolly e Cinny sono due ragazzini rispettivamente di quattordici e tredici anni che hanno un grande tratto in comune: un forte senso di perdita per degli oggetti della loro infanzia. Infatti, Cinny è alla ricerca di un tigrotto di peluche che sostien...