My Entrance in Wizardry School

27°Manoscritto: Si parte!

Un silenzio soverchiante imperava sul sentiero asfaltato all'interno della foresta che circondava l'Accademia di Hearthstone. Non si percepiva null'altro che il frinire delle cicale, il brusio dei cespugli e il fruscio dei mantelli al vento indossati dalle due silenti figure, in piedi tra i muretti di pietra di quel passaggio deserto.

Immobili, le chiome appena visibili sotto i cappucci scuri sollevati sul capo, la coppia era in attesa.

Una dei due, la più bassa e dalle fattezze femminili, si sporse appena in avanti quando vide giungere l'ospite che aspettavano, assumendo un'accennata aria di sollievo susseguente all'impazienza.

L'altro, invece, alto e largo come un monte, non batté ciglio e tenne lo sguardo fisso davanti a sé, impenetrabile.

"Sei in ritardo." La donna rimproverò il nuovo arrivato con tono flemmatico. "L'appuntamento era quasi un'ora fa."

La persona interpellata, anch'essa incappucciata, irriconoscibile sotto il buio manto della notte, scrollò le spalle, noncurante.

"Dovevo aspettare il momento propizio e assicurarmi che nessuno nell'accademia mi vedesse mentre mi avviavo qui. Non è affatto semplice, Ami Christensen." La sua voce era distorta sotto la sciarpa che gli copriva il viso fin sopra al naso, lasciando scoperti solo un paio di occhi taglienti, celati in parte dal copricapo.

Lei restò fredda, le labbra deformate da un lieve cruccio. Ai lati della veste precipitavano delle ciocche simili a lingue di fuoco arancio opacizzate dalla notte, eppure sempre brillanti. "L'importante è che tu rechi buone notizie. Altrimenti come spia non sei granché utile."

"Basilisk ha riposto molte speranze in te, ricordalo. Non è saggio deludere un Re Oscuro." chiosò l'omone dalla voce tonante, attraversata da una sinistra tonalità graffiante, come se trattenesse un istinto primordiale negli abissi della sua coscienza.

"Non avete nulla di cui preoccuparvi, Fenrir. Il prescelto è stato preparato, tutto andrà secondo i piani. Al momento giusto, farà ciò che deve senza problemi." sogghignò la spia. "Ho pensato a tutto, attenendomi agli accordi. Non falliremo. Il vostro padrone e gli altri possono dormire sonni tranquilli."

"Questo lo valuteremo quando sarà il momento. Adesso va', e fa' finta di nulla, senza destare sospetti. Il giorno del torneo avrà inizio la seconda fase del piano." affermò Ami, sbrigativa. "Se pensano che durante la manifestazione tra Hearthstone e Lambda sarà tutto tranquillo, allora avranno una brutta sorpresa." I suoi occhi erano glaciali, ma allo stesso tempo accesi di una fiamma ardente e luminosa come un incendio.

"Bene, spero che i nostri alleati si dimostrino davvero temibili come si dice, e non solo dei ciarlatani." mormorò l'ospite, prima di voltarsi e incamminarsi di nuovo verso il castello alto e tenebroso nell'oscurità che ombrava le sue guglie blu zaffiro, appuntite e rivolte verso il cielo come se volessero squarciare il velo di pace che lo ottenebrava.

"Andrà davvero tutto bene? Possiamo fidarci?" chiese Fenrir, rimasto solo con la compagna.

"Non dubitare. Lo fai sempre troppo, Fenrir. Abbiamo pensato a tutto, dobbiamo solo assicurarci che fili liscio, ricorda che l'effetto sorpresa è dalla nostra." controbatté Ami, con un mezzo sospiro. "Per adesso ritiriamoci, prima che qualcuno ci localizzi."

"Potrebbero farlo nonostante abbiamo azzerato il nostro mana?" domandò l'altro.

"Zack Gremlin Stormy potrebbe, lo sai." sbuffò lei, irritata dalle troppe domande del suo insicuro compagno, cosa che stonava alquanto con la sua enorme stazza. "Forza, vieni. Torniamo da Basilisk."

"Sì, Ami."

I due sparirono ben presto tra l'infittirsi della nera vegetazione, nella direzione opposta rispetto alla persona che avevano appena ricevuto, dove invece la natura si faceva più rada sino a cedere il posto al prato del cortile.