13°Manoscritto: Buonanotte, cavalluccio

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"Voi sareste la classe d'élite? Che siete venuti a fare qui? Non fate paura a nessuno." Cinny si posizionò davanti a Isabel Hummingbird con aria di sfida, per nulla intimorita dalla sua imponenza e dagli almeno venticinque centimetri d'altezza che le dividevano.

Lei dal canto suo la squadrò dall'alto come fosse una sorta di animale domestico disobbediente. E di certo la criniera giallina simile a quella di un leone, che ancora sostituiva i suoi capelli naturali, non aiutava a prenderla sul serio.

Senza nemmeno risponderle, Isabel la superò e fissò il resto dei presenti, compreso Miles, sul quale i suoi occhi indugiarono per appena un attimo in più.

"Scommetto che non avete nemmeno eletto un rappresentante di classe che possa parlare per tutti, siete come scimmie da circo inserite in società." disse, intimidatoria. "Ho sentito che voi nullità vorreste sfidare la nostra classe in una Battlestone, ma a giudicare da ciò che vedo, mi sembra più uno sciocco capriccio infantile, il vostro."

Cinny la scrutò, inferocita per il fatto che l'avesse ignorata, e agognante di chiuderle lei stessa quella bocca larga.

"Isabel fa paura quando si impone." mormorò Winter, sempre ferma e posata, pochi metri alle spalle dell'alta ragazza che dominava la scena.

"Fa solo il suo dovere nel miglior modo possibile, Winter Crio. Se imparassi a essere meno insensibile, forse saresti nel consiglio studentesco anche tu." la ammonì Elia Goldsmith, sistemandosi come sempre gli occhialini sugli occhi castani.

"Non sono insensibile, sono riservata." rispose lei, senza scomporsi minimamente.

"Su, su, Winter! Divertiamoci un po' a spennare questi maghi inferiori! Siamo l'élite e dobbiamo farli tornare al loro posto, no?" esclamò la ragazza peperina accanto a lei, dalla pelle ambrata e i capelli castani a circondare degli occhi verdi e luminosi.

"Non vi trovo diletto, Vaalia. Voglio solo dar lustro alla mia classe e alla mia famiglia al meglio delle mie possibilità."

Vaalia la fissò, stranita e imbronciata, senza riuscire a leggere emozioni chiare nelle profondità ghiacciate dei suoi occhi celestini. Non era mai stata capace di comprenderla appieno, ma per lei provava ugualmente una spontanea simpatia ed era affascinata dalla sua fredda bellezza.

Holly nel frattempo si era rialzato, in seguito alla pallonata subita alla testa, e teneva l'oggetto sferico in mano, con un'aria che definire contrariata sarebbe stato un eufemismo. "Chi è il finocchio che mi ha lanciato questo schifo addosso?" tuonò. "Lo aspetta un bel culo arrosto." aggiunse, per poi vaporizzare la palla con una scarica repentina di fuoco.

Vedendolo, Isabel cambiò d'improvviso espressione, le guance avvamparono e il suo fiato si fece più affannoso.

"S-sono stata io..." squittì, speranzosa.

"Eh? Tu? Ma non sei la ragazza di ieri, quella con le manie di grandezza?" chiese Holly, confuso.

Lei arrossì ancora di più. "Si ricorda di me! Oh, che sensazione celestiale... non ha dimenticato il nostro incontro dettato dal destino!" pensò, con occhi che sembravano diventati due cuori palpitanti.

"Isabel, ma cosa diamine dici? Sono stato io a tirare la palla a quel cespo di banane." intervenne Lion, anteponendosi alla compagna. "Qualche problema?" fissò poi Holly in cagnesco.

"No, amico, tu invece hai problemi se ti infilo una palla di fuoco in gola e te la faccio mangiare?" Il ragazzo dai capelli biondi e gli occhi dorati non riuscì a contenersi, e dal suo corpo fuoriuscì una fiammata rovente color oro, che lo circondò.

Lion parve stupito per un attimo, mentre tutti intorno osservavano incantati la scena, compresa Isabel.

Poi il ragazzo fulvo ghignò, divertito.

My Entrance in Wizardry SchoolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora