CAPITOLO 20

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Melodies stuck inside your head
A song in every breath
Alan Walker – Sing Me To Sleep

Kristen prima

8 febbraio 2020

«Oggi è il compleanno di Damian, ci vediamo domani, va bene?»

Sono al telefono con un Manuel contrariato per l'ennesima buca che gli sto dando. Il tempo che passiamo insieme durante le settimane si sta riducendo sempre di più.

«Devi andarci per forza? Non hai detto che non ti stava tanto simpatico.»

Oh, se solo sapesse che passo la metà del mio tempo a parlare con lui di qualsiasi cosa. Non è affatto la persona odiosa e spocchiosa che gli ho descritto all'inizio. Damian ha dentro un intero mondo da scoprire che mi lascia senza parole ogni volta. Non dico che andiamo sempre d'accordo, né che sia un ragazzo facile da sopportare, ma la sua presenza costante nelle mie giornate, comincia a non dispiacermi affatto.

«Sono stata invitata e ho già detto che ci sarei andata. Non posso tirarmi indietro all'ultimo.»

Lo sento sbuffare dall'altra parte del telefono. Mi sento male per come lo sto trattando, per tutte le bugie che gli dico e soprattutto per quello che non gli dico. Chiaramente non sa della notte che Damian ha passato nel mio letto, né tanto meno che ci siamo risvegliati avvinghiati l'uno all'altro. La sua presenza ha cacciato tutti i miei incubi e adesso mi basta anche solo dormire con la sua felpa, sentendo il suo profumo, per fare sogni tranquilli. Come tutto questo sia possibile ancora non lo so, eppure funziona e non riesco più a farne a meno.

«Va bene amore, ci vediamo domani. Ti amo.»

«Anche io», ricambio esitante, chiudendo la conversazione.

Vengo pervasa da un profondo senso di colpa. Manuel non merita una fidanzata a metà. Non è giusto il mio comportamento. Non sto guardando in faccia la realtà, non riesco ad ammettere a me stessa che è tutto diverso da quando siamo a Londra.

«Kri posso entrare?» chiede Ana con la testa già dentro la mia stanza.

«Ehi! E se fossi stata nuda?» la schernisco.

«Come se non ti avessi già visto come mamma ti ha fatta», ride e si viene a sedere sul letto con me.

«Touché», le sorrido anche io.

Mi scruta per un po' in silenzio ed io mi sento messa sotto una lente di ingrandimento. Ana mi conosce troppo bene per non capire che in questo periodo qualcosa mi sta cambiando.

«E allora ne vuoi parlare?» chiede dopo un po'.

Se ammetterò ad Ana che sono confusa, che non so quello che voglio, che non capisco più niente, renderò tutto reale. Se aprirò bocca adesso non potrò più tornare indietro, perché so che quando mi sfogo con la mia migliore amica sono arrivata al limite della sopportazione.

«Non sono ancora pronta – ammetto – Ma qualcosa non è più come prima.»

Le basta questo per chiedermi: «Prima di Damian?»

A volte vorrei che non fosse così brava a rendersi conto di tutto quello che mi succede e sono certa che anche lei, ogni tanto, mi detesta quando mi accorgo di qualcosa che vuole tenermi nascosto.

Prende il mio silenzio come un tacito consenso a continuare: «Sai che io e Manuel non siamo mai andati d'accordo e sai che non mi è mai piaciuta la vostra relazione, ma credo che dovresti seriamente parlare con lui. Indipendentemente da quello che sta succedendo con Damian, è chiaro che i tuoi sentimenti nei suoi confronti siano cambiati. Prima di Londra non ti accorgevi neanche dell'esistenza degli altri ragazzi. Facevi di tutto per passare un po' di tempo con Manu, anche solo dieci minuti. Non vedevi un suo singolo difetto, mentre adesso stili liste infinite di quello che non sopporti. Prima non mi avresti neanche fatto parlare così di lui, mi avresti trovato una scusa buona per ogni suo atteggiamento e avresti chiuso il discorso con lui mi rende davvero felice

AMNESIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora