CAPITOLO 61

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And maybe, I'll find out
A way to make it back someday
To watch you, to guide you
Through the darkest of your days
The Calling – Wherever You Will Go

Damian oggi

Non ti rendi conto dell'importanza di qualcosa, finché non la perdi.

Avevo sempre dato per scontato il contatto fisico con Kristen. Sin dal primo giorno, le mie mani cercavano il suo corpo come due poli opposti che si attraggono inevitabilmente.

Ho sempre fatto di tutto per sfiorarla anche solo per pochi secondi, ma non avevo mai compreso quanto questo fosse importante per me, fino a quando lei non mi ha più permesso di toccarla.

È stata un'agonia averla ad un palmo dal naso e non poterla stringere, accarezzare, abbracciare, baciare.

È per questo motivo che da quando mi ha permesso nuovamente di averla tra le mie braccia non l'ho più lasciata andare.

Sono cinque giorni che mi sono accampato in camera di Kristen, nel suo letto, dove è voluta tornare solo perché c'ero anche io. Sono davvero contento di averla riportata in una stanza vera, in un letto vero. Caccerò i suoi incubi ogni volta che me lo chiederà e anche quando non lo farà.

«Credo che tu debba cominciare a pagare l'affitto.»

Questo è il buongiorno che mi riserva Ana, mentre entra assonnata in cucina, ma poi i suoi occhi si posano sulla tavola piena di cornetti, caffè, spremuta di arancia e altre leccornie che so essere le loro preferite.

«Ho pensato di dovermi sdebitare per avermi permesso di restare per tutto questo tempo.»

Lei mi guarda dritto negli occhi quasi come a volermi rimproverare, ma poi il suo sguardo si addolcisce.

«Non sei in debito con noi. La tua presenza fa bene a Kristen e questa è l'unica cosa che conta. Puoi restare tutto il tempo di cui le ha bisogno.»

Nell'ultimo periodo, io e Anastasia siamo diventati un team che non pensavo potesse funzionare così bene. Abbiamo caratteri parecchio discordanti, ma entrambi, anche se in modo diverso, amiamo Kristen e questo è abbastanza per farci giocare bene in coppia.

«Se tu non mi avessi spinto ad andare a bussare...»

«So essere molto convincente quando serve», mi lancia un sorriso sornione.

Prende posto difronte a me e comincia a mangiare un cornetto al cioccolato, mentre si versa un bicchiere di spremuta di arancia.

«Tu gli piaci davvero tanto», rompo il silenzio che si era creato.

Lei sbarra gli occhi e il boccone le va quasi di traverso. Non serve che io specifichi a chi mi stia riferendo perché la sua reazione è abbastanza esplicita.

«Non è il migliore ad esprimere i suoi sentimenti, ma credimi quando ti dico che è perso per te. Lo vedo da come ti guarda. Ha una luce negli occhi che non gli ho mai visto prima.»

«Perché me lo stai dicendo? Non ci dovrebbe essere un codice dell'amicizia che proibisce ai migliori amici di dire cose del genere?»

Cerca di ironizzare, perché so che sta metabolizzando quello che gli ho detto. Decido di fare il suo gioco per aiutarla come lei ha fatto con me in più occasioni.

«Sono sicuro che tu sappia mantenere un segreto.»

Lei mi sorride e poi fa finta di chiudersi una la bocca e di buttare via la chiave.

«Non ti sei accorta di come guarda male i ragazzi con cui parli o interagisci? Non ti perde un attimo di vista e fa sempre di tutto e di più per richiamare la tua attenzione. A volte dice delle assurdità e ci propina pessime battute, solo per vederti ridere o per farsi notare da te.»

AMNESIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora