CAPITOLO 57

246 5 0
                                    

I won't run, I won't fly
I will never make it by without you
I can't rest, I can't fight
All I need is you and I
David Guetta (ft. Usher) – Without You

Damian oggi

È passato Natale. È passato Capodanno. È finito gennaio. È già iniziato febbraio.

Nonostante il giorno e la notte continuino ad alternarsi, la terra a girare e le persone a vivere, lei non si è mossa dalla soffitta per tutto questo tempo.

Da quel maledetto giorno, in cui ho sentito per l'ultima volta la sua voce e toccato per l'ultima volta il suo corpo, Kristen non è più stata la stessa.

Si è chiusa in una bolla di dolore e sofferenza che non le permette di interfacciarsi con il mondo. Non parla, non piange, mangia a mala pena ed esce da quella che è diventata la sua nuova stanza, solo per andare in bagno.

Un giorno Ana e Roxy hanno trovato le cose che erano in soffitta nella camera di Kristen, mentre lei si era trasferita lì.

L'unica spiegazione plausibile è che non riuscisse a vivere in quella stanza in cui i suoi incubi sono diventati realtà ed ha scelto la soffitta perché è il luogo più isolato di tutta la casa. Il luogo in cui nessuno può disturbarla.

Ci domandiamo cosa faccia tutto il giorno lì dentro, non permette a nessuno di entrare, nemmeno ad Anastasia che sembra ogni giorno più preoccupata. Voleva avvisare i suoi genitori, ma quando Kristen l'ha saputo le ha scritto un biglietto in cui la supplicava di non farlo, che aveva solo bisogno di tempo per guarire.

Eppure, i giorni passano, ma lei non sembra mai stare meglio del giorno precedente. Più la guardo, più capisco che non sta migliorando.

È uno straccio, uno straccio strizzato troppe volte. Stropicciato. Consumato.

No, decisamente non sta migliorando. Si sta lasciando andare, si sta lasciando... morire. Non è più la Kristen di sempre, quella combattiva, quella che non si è fermata neanche davanti alla perdita di memoria.

Questa volta è stato troppo. La goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il peso che portava sulle spalle ha finito per schiacciarla. È agonizzante, sta solo aspettando di esalare l'ultimo respiro.

Passo la maggior parte del tempo qui, anche solo per vederla due minuti, il tempo esatto che ci impiega per andare in bagno e per tornare in camera.

Cammina sempre a testa basta, si accorge della mia presenza, ma non mi degna mai di uno sguardo.

Perché Kris? Perché non riesci nemmeno a guardarmi? Cosa c'entro io con tutto quello che ti ha fatto Sean?

Mi sento troppo impotente, completamente inutile e particolarmente colpevole. Sento che se l'avessi messa al corrente dal primo momento della minaccia di Sean, non avrebbe dovuto sopportare tutto questo. A partire dall'incidente, passando per la perdita di memoria, fino allo... stupro.

Drew mi ha suggerito di parlarle, anche attraverso la porta chiusa, ma non ho mai trovato né il coraggio, né le parole adatte. Sono certo che qualsiasi cosa io possa dirle, non la scalfirebbe. Quindi mi limito a guardarla, in silenzio, senza neanche incontrare i suoi bellissimi occhi.

«Devi fare qualcosa Damian. Sono sicura che tu sia la chiave per farla riaprire al mondo.»

Anastasia sta provando ancora a convincermi ad andare a parlare con lei.

«Come puoi pensarlo? Non riesce nemmeno a guardarmi in faccia, cosa posso fare io che tu, Roxy, Drew e gli altri non abbiate già fatto?»

«Avete un legame Damian. Avete un qualcosa che lei non condivide con noi. Ci dev'essere un modo perché tu possa aiutarla più di noi», si aggiunge Roxy alla conversazione.

AMNESIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora