CAPITOLO 43

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I'm in need of a savior, but I'm not asking for favors
My whole life, I've felt like a burden
I think too much, and I hate it
Marshmello (ft. Khalid) - Silence

Kristen prima

20 dicembre 2019

È pomeriggio inoltrato quando arrivo nella stazione di King's Cross.

Il cielo di Londra è sempre grigio e si sente odore di pioggia nell'aria. Nonostante ciò, la mia voglia di tornare a casa è pari a zero.

Comincio, quindi, a camminare per le strade affollate, cercando di farmi contagiare dalla frenesia della moltitudine di turisti che si guardano attorno incantati dalla bellezza della capitale inglese nel periodo natalizio.

Sarà l'abitudine, sarà il malumore, ma non riesco più a guardarmi intorno con lo stupore che ho sempre riservato ad ogni angolo di quella che è ormai diventata la mia città. Londra è talmente unica che potresti fare ogni giorno la stessa strada e accorgerti di qualcosa che non avevi mai notato prima.

Eppure, la curiosità e lo stupore sono svaniti dai miei occhi che adesso guardano i miei piedi che si alternano, avanti e dietro, sul marciapiede.

Sono così concentrata sui miei passi che mi accorgo di essere arrivata proprio davanti al Roll's. Come il resto della città anche il mio posto preferito è addobbato con tutte le decorazioni natalizie.

Scruto all'interno e noto Ned sul palchetto che starà probabilmente annunciando l'apertura del microfono.

Mossa da un moto di adrenalina, spalanco la porta e mi dirigo direttamente sul palco. Non perdo tempo a guardarmi intorno e cerco di non concentrarmi sulla moltitudine di clienti che affollano il locale.

Sono sempre salita sul palco accompagnata da Damian, oggi, invece, sono sola. Completamente sola, ma ho bisogno di farlo. Ho bisogno di buttare fuori tutto lo sconforto e l'inettitudine che provo dentro.

Collego il mio telefono alla cassa e faccio partire la base di Falling di Harry Styles. Poi prendo il microfono in mano, mi siedo sul piano, chiudo gli occhi e immagino che a suonare ci sia Damian.

«I'm in my bed

And you're not here

And there's no one to blame

But the drink in my wandering hands.»

Mentre canto la prima strofa, parola dopo parola, ho sempre più coraggio e apro gli occhi. Mi guardo intorno, fino a quando non incontro proprio i suoi.

È qui. Damian è qui.

«Forget what I said

It's not what I meant.»

Ed improvvisamente, come sempre le parole della canzone parlano per me. Il suo sguardo è imperturbabile. Mi sembra scostante e freddo, ma non interrompe il contatto visivo.

«What am I now? What am I now?

What if I'm someone you don't want around?

I'm falling again, I'm falling again, I'm falling

What if I'm down? What if I'm out?

What if I'm someone you won't talk about?

I'm falling again, I'm falling again, I'm falling.»

Il mio tono di voce trasuda esasperazione, ma più canto e più mi sento libera. Tutti i pensieri cominciano ad allontanarsi dalla mia mente. Tutto il dolore comincia diventare più sopportabile. Tutta l'angoscia sembra zittirsi.

AMNESIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora