PROLOGO

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25 luglio 2020

Tornare indietro. Cambiare il passato. Rivivere un momento felice. Cancellare un avvenimento triste. Riparare ad un errore. Fare una scelta diversa. Sarebbe bello, no?

Tutti, almeno una volta nella vita, avremmo voluto premere il tasto reset e rincominciare dall'inizio.

Impossibile, starete pensando e credetemi, ero scettica quanto voi, ma la vita è imprevedibile e ci riserva una miriade di sorprese.

È iniziato tutto una notte di fine luglio. Ricordo che non mi sentivo tanto bene, né fisicamente, né mentalmente. Volevo andarmene da quella stupida festa il prima possibile. Volevo tornare a casa e mettermi nel mio letto a piangermi addosso come sempre. La mia vita non stava prendendo una bella piega in quel periodo e, per quanto mi sforzassi di fingere che andasse tutto bene, non era assolutamente così.

Avevo chiamato le mie amiche perché mi venissero a prendere. Ci eravamo date un punto d'incontro lontano da quel locale di qualche isolato. Non ce la facevo a stare lì un minuto di più. Nonostante il pre-serata non fosse stato dei migliori, mi stavo divertendo un sacco con i miei compagni di università. Mi dicevo: «Cosa potrebbe mai accadere?»

Col senno di poi, era meglio se mi fossi chiusa in casa per sempre. Siamo onesti, però, chi avrebbe potuto prevedere quello che mi sarebbe successo da lì a pochi minuti?

La vita è strana: nell'esatto momento in cui prendi una decisione, giusta o sbagliata che sia, tutto potrebbe cambiare in maniera drastica e assolutamente inaspettata. Prendere una strada piuttosto che un'altra, rimanere a casa o uscire, andare a scuola o in un bar. Indipendentemente da quello che scegliamo, il finale non si potrà mai sapere.

Ed io quella sera avevo preso troppe strade diverse.

In primis: andare a quella festa. Non mi erano mai piaciuti i posti caotici, la musica troppo alta e strusciarmi contro i corpi di sconosciuti.

In secundis: potevo aspettare qualche minuto l'arrivo delle mie amiche, ma ero brilla e mi sembrava di aver visto qualcuno che avrei preferito rimanesse fuori dalla mia vita per sempre.

Ed ecco come mi sono ritrovata vicino a quella pompa di benzina in piena notte, sola e con un vestito troppo corto e scollato.

A questo punto la maggior parte di voi penserà di aver capito l'epilogo della mia serata. Beh, mi dispiace deludere le vostre aspettative, ma nessun mal intenzionato si è avvicinato a me. Qualcuno, però, prima delle mie amiche, è arrivato.

«Kristen!»

Mi girai di colpo nell'udire quella voce familiare. Era visibilmente preoccupato e mi dispiaceva per questo.

«Ehi Drew», lo accolsi con un sorriso. Il ragazzo si era fermato a pochi passi da me, con il fiatone.

«Che ci fai qui?»

Sentivo di avere un sorriso stupido stampato sulle labbra. Non sapevo se fosse l'effetto dell'alcool o quello della sua presenza. Drew era un ragazzo speciale, dolce, eppure non lo dava a vedere spesso. Si proteggeva dietro ad una barriera impenetrabile che lo faceva sembrare insensibile agli occhi degli altri, ma non ai miei. Sin dal primo momento, sapevo che mi sarei potuta fidare di lui ciecamente e nonostante tutto quello che era successo negli ultimi tempi, non smisi mai di fidarmi di lui.

«Non mi sento tanto bene», mentii e lui lo capì all'istante. Era davvero strano il nostro rapporto e, forse, lo adoravo proprio per questo.

«Vuoi che ti riaccompagni a casa?»

Storsi la testa e lo guardai di traverso. Era visibilmente ubriaco e non volevo tentare la sorte.
Ah, se solo avessi saputo...

«Hai più bisogno tu che qualcuno ti accompagni», lo derisi bonariamente.

«Probabilmente hai ragione – mi assecondò – allora aspetto qui con te.»

Ci sedemmo l'uno a fianco all'altro sul bordo del marciapiede. Avevo i brividi di freddo e avevo lasciato la giacca chissà dove. Drew mi avvolse un braccio intorno alle spalle, nel tentativo di riscaldarmi ed in parte ci riuscì. Poggiai la testa sulla sua spalla e lui si appoggiò a me.

«Perché te ne vuoi andare?»

Sapevo perfettamente che non sarei sfuggita a questa conversazione e sapevo anche che mentirgli non sarebbe servito a nulla.

«Ve l'ho sempre detto che non sopporto tanto queste situazioni. Quando andiamo da Roll's è diverso. E poi... c'era qualcuno che non volevo incontrare», pronunciai l'ultima parte il più velocemente possibile nella speranza che non indagasse ulteriormente. Inutile dirvi che fu tutto vano.

«Kri, sei una bella ragazza, finalmente single. Sei tornata in questo 'mondo' da troppo poco tempo e dovresti essere ubriaca fradicia ogni sera della tua vita. Divertiti, cazzo. Chissenefrega di tutto e di tutti.»

Adoravo il modo di pensare di Drew da ubriaco. Anzi, se proprio devo dirla tutta, adoravo tutto di lui quando era sbronzo. Era più spensierato, istintivo e meno razionale e solitario.

«Lo sai che penso sempre troppo», ammisi.

«Vuol dire che non hai bevuto abbastanza», mi tirò un pizzico sulla guancia ed io sorrisi.

«Ti prometto che la prossima volta lo farò.»

Strinse la presa sulla mia spalla entusiasta e scoppiammo entrambi a ridere.

Drew ed io rimanemmo in quella stazione di servizio per circa un quarto d'ora. Cantammo tutte le canzoni che passavano alla radio e ridemmo come due stupidi. Quando Anastasia e Roxanne arrivarono eravamo tutti e due sobri, ma sempre sorridenti. Ana suonò il clacson un paio di volte dall'altra parte della strada, prima che io e lui ci alzassimo.

«Hai fatto una promessa, lucetta, la prossima volta voglio vederti ubriaca marcia», mi disse prima di stringermi.

«Una promessa è una promessa.»

Mi diede un bacio sulla fronte com'era solito fare ogni volta che ci salutavamo. Lo faceva solo con me, era il suo saluto personale per me.

Mi staccai da lui e cominciai a camminare verso l'auto. Mi voltai un secondo e lo salutai con la mano ed un ultimo sorriso. Una canzone di qualche anno prima suonava in quel momento. La conoscevo ma non ne ricordavo il nome. Eppure, in un certo qual senso, quelle parole si impressero sulla mia pelle, nella mia testa, con un marchio indelebile.
Non ci stetti molto a pensare, guardai a destra e a sinistra prima di mettere il primo passo in strada. Avevo quasi raggiunto le mie amiche quando qualcosa cambiò.

Tanti piccoli ricordi cominciarono a scorrermi davanti agli occhi.

Vidi mia madre e mio padre che mi sorridevano felici perché avevo fatto un bellissimo disegno.

Vidi la pancia grossa di mia madre perché incinta di mio fratello, Alex.

Vidi lui piccolissimo.

Vidi la vacanza in Italia con le mie vecchie amiche delle superiori.

Vidi Jeremy, Manuel e persino Sean.

Vidi Ana e Roxy stringermi forte in un abbraccio.

Vidi i miei compagni di università ridere del mio ennesimo tentativo di capire qualcosa di matematica.

Vidi Drew baciarmi la fronte.

Vidi gli occhi più belli del mondo, quegli occhi in cui mi ero persa un milione di volte.

Il cantante gridava e le sue parole mi rappresentavano alla perfezione.

I'm not ready to die, not yet.

Poi una luce forte e bianca. Sentii un grido straziante. Il mio nome. Poi un colpo e poi un altro. Ed infine il buio più assoluto.
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Hola mi Gente,
Benvenuti in questa nuova avventura.
Lavoro a questa storia da 5 anni, forse anche qualcosina in più e penso che sia arrivato il momento di buttarmi in questa avventura di Wattpad.
Accetto qualsiasi tipo di consiglio e soprattutto le critiche (sperando siano costruttive)
Vi aspetto nel prossimo capitolo
-loser xx

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