CAPITOLO 32

332 8 3
                                    

Didn't know what I was feeling
But the adrenaline just rushed through my veins

The message and the meaning
When you hear two hearts are beating the same
Craig David – When You Know What Love Is

Kristen prima

21 marzo 2019

«Cosa farei in questi mesi senza di me?» chiede Damian, abbassando lo sguardo su di me.

Trattengo il fiato. Non mi aspettavo questa domanda. Ringrazio la posizione strategica in cui sono che non mi permette di guardarlo. So che non troverei le parole se mi perdessi nei meandri verdi dei suoi occhi. Così mi concentro sulle luci calde della città e trovo una risposta dentro di me.

Il mio primo impulso è quello di rispondergli: niente.

«Il solito – esordisco dopo qualche momento di esitazione – Studierò, uscirò con gli altri, andrò da Roll's. Vedrò qualche film, finalmente potrò sceglierne uno romantico – rido e lui con me – Forse canterò qualche canzone su quel palchetto, ma non so se ci riuscirò senza di te.»

Mi prende il mento tra le mani e mi gira verso di sé: «Non hai bisogno di me. Io so che tu ce la puoi fare anche da sola. Hai una splendida voce. Puoi sempre far finta che io sia lì con te.»

Impossibile. Lui non ci sarà. Fingere che sia con me? Come? La sua presenza è inimitabile ed insostituibile. Eppure, nei suoi occhi, vedo solo sincerità. Crede davvero in me, nelle mie capacità. Riesce ad infondermi una forza che io non mai avuto e che ho sempre cercato. Riesce a rendermi sicura di me stessa, ad avere una maggiore consapevolezza di quello che sono e che posso fare.

«Ci proverò», gli sorrido.

«Magari potrei essere tra il pubblico qualche volta – si gratta la nuca in imbarazzo – potrei videochiamarti e sarebbe come se fossi lì con te.»

Il sorriso sul mio viso si amplia ancora di più e comincio a fare dei calcoli: «Dunque considerando che a San Francisco sono 8 ore indietro, se noi dovessimo andare da Roll's alle 9, tu dovresti essere a pranzo...»

Damian mi interrompe, scoppiando a ridere. Si sdraia mentre si tiene la pancia per le troppe risate.

«Cosa c'è di tanto divertente?» chiedo imbronciandomi.

«Sei forse la persona più disorganizzata che io conosca, vederti predisporre qualcosa è esilarante», scoppia di nuovo a ridere.

Lo schiaffeggio malamente e grido: «Non sono disorganizzata!»

Diciamo che potrebbe, potenzialmente, aver ragione, ma non lo lascerò burlarsi di me in questo modo. Lo picchio cercando, inutilmente, di placare le sue risa. Ad un certo punto, con uno scatto repentino, ribalta la situazione, mi prende le mani e sono sotto di lui.

L'aria smette di circolare nel mio corpo quando il suo sguardo malizioso si posa sulle mie labbra. Mi formicolano le mani incrociate alle sue e la pelle d'oca è ormai in ogni parte del mio corpo. Sento l'adrenalina scorrere nelle mie vene.

«Chi l'avrebbe mai detto?» sussurra ad un passo dal mio viso.

«Cosa?»

«Tutto questo. Io e te. Pensavo che non saremmo mai potuti andare d'accordo. Invece, adesso...»

Vedo una punta di tristezza passare nei suoi occhi. Si sposta e mi porta su a sedere con sé. Mi mette tra le sue gambe e mi stringe forte. Mi lascio cullare dalla sua stretta.

AMNESIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora