UNO

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CHIARA





Otto anni prima...








   Il profumo di zucchero filato invade l'aria attorno a me. Se chiudo gli occhi riesco a percepire la gente che corre per le strade, le bancarelle di caramelle all'angolo del marciapiede e l'odore inconfondibile delle frittelle. Il chiacchiericcio vicino alla sagra, la musica in lontananza di una band dal vivo, la quale sta suonando da circa dieci minuti le canzoni di Grease.

«Chiara!»,mi richiama la mamma vicino ad una delle bancarelle di caramelle gommose e liquirizie. La raggiungo perché so che non devo allontanarmi troppo. «Eccomi mamma.»

La festa di paese, la mia prima festa di paese. Ci siamo appena trasferiti a Cusano Milanino e a settembre inizierò le scuole medie in questo paesino. Papà è entusiasta perché ha trovato un nuovo lavoro,mentre la mamma potrà stare a casa e curare noi. Già, io e mio fratello. Volto lo sguardo alla sua ricerca, ma non riesco a vederlo da nessuna parte. «Mamma, dov'è Miky?», le chiedo chiamandolo col soprannome che solo io utilizzo.

Scuote latesta, ignara. «Non ne ho idea di dove si sia cacciato tuo fratello,vuoi andare a cercarlo?», chiede. Annuisco immediatamente. «Va bene, però sai quali sono le regole, okay? Non allontanarti troppo e tieni sempre a portata di mano il cellulare,capito?», si raccomanda dandomi un bacio sulla fronte.

D'istinto infilo la mano nella tasca dei pantaloncini di jeans e mi assicuro di avere tutto quello che mi serve. Inizio a camminare attraverso la folla che si riversa sulle strade chiuse al traffico. Cerco Miky da tutte le parti senza scorgerlo da nessuna.Chissà dove si sarà cacciato. Mio fratello è più grande, un adolescente ormai e proprio come da copione è la solita testa calda che si mette costantemente nei pasticci. È un duro con tutti tranne che con me. Io sono la sua adorata sorellina. Cammino sentendo l'asfalto, sotto i miei sandaletti nuovi, un po' sconnesso in alcuni punti e più volte rischio di cadere. Mi porto una mano alla fronte e mi scosto la frangia bionda che mi ricade sugli occhi.Svolto l'angolo, attraverso il cancello e mi addentro nell' oratorio dove l'odore di carne alla brace e di patatine fritte copre quello di zucchero filato e dove la musica è decisamente più alta. Sbarro imiei strambi occhi verso quel mondo fatto di suoni e sapori, di odori e di luci colorate che danzano sulla pista come se fosse la cosa più bella del mondo. Sono felice lì in mezzo.

Attirata come da una forza invisibile indirizzo i passi verso la pista al centro del campo da calcio, mentre un gruppo di ragazzini mi corre affianco. Uno di questi mi urta una spalla facendomi cadere. Atterro col sedere sulla terra del campo, sporcandomi i vestiti. La mamma non sarà affatto contenta.

«Scusa!»,grida un ragazzo che sempre correndo si allontana da me assieme al gruppo.

Cerco di rialzarmi ma non riesco a fare leva sulle mani dal momento che il palmo è ricoperto di sangue, grandioso!

Vedo un'ombra davanti a me e lentamente alzo lo sguardo verso il bambino che mi sta tendendo la mano. Non è lui il responsabile della mia caduta, ma faceva parte del gruppo che correva. È tornato indietro,per me. Fisso il suo volto nascosto dal cappuccio della felpa grigia, calato sul suo capo. Afferro la sua mano e lentamente mi rialzo.Appena i miei occhi incontrano i suoi mi sento esposta, forse perché anche lui mi sta fissando e questa cosa mi mette piuttosto a disagio.Abbasso lo sguardo sui miei jeans decisamente sporchi e li riporto su di lui appena lo sento pronunciare: «Figo!»

Osservo nuovamente i suoi occhi che scopro essere azzurrissimi, i quali non si spostano dai miei e per la prima volta non mi sento in imbarazzo.

«Grazie»,dico impacciata accorgendomi che non mi ha ancora lasciato la mano.

Colonna Sonora Della Mia Vita (the Rossi's Series 4)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora