TRENTASEI

138 5 2
                                    


ALESSANDRO

Presente...

Il nostro mondo è cambiato, il nostro stile di vita è cambiato.

Da due mesi a questa parte viviamo in una realtà a noi sconosciuta. Il mondo per come eravamo soliti conoscerlo non c'è più. Ma ci siamo rialzati, ci siamo adattati, perché è così che fanno gli uomini davanti ad un problema, lo affrontano, tentano di comprenderlo. Per mesi abbiamo vissuto con la didattica a distanza, senza poter vedere o abbracciare i nostri cari, gli amici. La scuola non sappiamo più nemmeno cosa sia. Riusciamo a turno ad uscire di casa per portare fuori Duchessa e le liti non cessano mai di esistere. Pure mio padre si è messo a far polemica per portarla a fare una passeggiata, lui che sosteneva di non avere mai tempo per il cane, ora è diventato il suo passatempo preferito. 

Tutti i giorni Camilla e Susanna, da brave tutor quali sono, ci fanno studiare e ci preparano per la maturità. Oltre a Chiara, anche Susanna è ospite fissa da mesi a casa nostra, dal momento che la madre con Melania è stata bloccata in un altra Regione per assistenza alla nonna. Inoltre c'è Francesca, che essendo insegnate, nel momento in cui non è occupata con la didattica a distanza, ci aiuta come può con compiti ed interrogazioni.

Ammetto che in questo possiamo ritenerci fortunati, viviamo in una bella casa grande in cui riusciamo ad avere i nostri spazi per quanto le pareti possano essere soffocanti a volte. Ormai Chiara si è trasferita ufficialmente nella mia camera e ogni mattina, quando apro gli occhi resto incantato dalla sua bellezza. Anche se le cose con Eros sono migliorate, non è tornata a casa. Lui ha bisogno di spazio, ha bisogno di affrontare i suoi demoni da solo prima di poter tornare da lei. So che Chiara ci soffre ma ha accettato la cosa ormai.

«Buongiorno Occhi Belli», la saluto appena le sue iridi di colore diverso incontrano le mie. «Hai dormito bene?»

«Come sempre», risponde con un sorriso.

Scendiamo mano nella mano verso la cucina dove Camilla e Cesare stanno discutendo animatamente.

«No Cece è inutile che mi freghi, guarda il calendario!», esclama lei indicandolo. «Era il mio turno di portare fuori Duchessa e tu me l'hai soffiato! Dico davvero sei un bastardo!»

«Avanti Cami! Lo sai che è sempre stato compito mio e sono un po' infastidito sinceramente che vi preoccupate tutti per il cane solo perché è il vostro lasciapassare!»

«Sei uno stronzo, lo sai? Mi sembra che da quando vivo qui non sei stato più il solo a portarla fuori o sbaglio?»

«Già, ma lo facevi se avevi bisogno di schiarirti le idee, oppure...»

«Oppure cosa?», domanda lei dubbiosa.

«Per passare il tuo tempo con me», le rinfaccia lui scherzosamente.

Camilla gli allaccia le braccia al collo e lo bacia teneramente sulle labbra. «Ammetto che hai ragione, però...»

«Però...»

«La spazzatura stasera la butto io.»

«A dire il vero era il mio turno», m'infilo nella conversazione.

«Oddio, Ale! Che palle che sei, ti ci metti pure tu?», esclama mia sorella.

Mi stringo nelle spalle. «Tranquilla, ti cedo il mio posto, sai non sono molto contento di gettare il vostro pattume se è per questo.»

«Il nostro pattume?»

«Sì, insomma intendo dire le vostre... cose da donna», balbetto.

«Le nostre cose da donna, come le chiami tu, hanno un nome Ale», dice Susanna entrando in cucina seguita dal mio gemello. «Si chiamano assorbenti.»

«E dovresti essere felici che ne facciamo buon uso, come d'altronde ti ricordo che ci sono anche altre cose assieme nel cestino dei rifiuti e se non sbaglio si chiamano preservativi», rimbecca Chiara.

«Parla per te», dice Cesare e Camilla gli da una pacca sul petto, paonazza in volto.

«Okay, va bene, mi arrendo. Cami puoi portare fuori la spazzatura, io andrò a fare la spesa», dichiaro e il mio gemello mi da un coppino forte. «Ehi! Che ho detto?»

«La spesa la vado a fare io, è il mio turno!»

«Possiamo sempre andare assieme», gli faccio notare.

«No che non potete, siete fratelli, gemelli addirittura e nessuno ci cascherebbe, si vede lontano un miglio che fate parte dello stesso nucleo famigliare», sostiene Susy.

«Io ho una proposta!», alza la mano Cami.

«Sentiamo.»

«Allora, la spazzatura la butta Ale dal momento che fa lo schizzinoso direi che è il minimo, invece accompagnerò io Filippo a fare la spesa. Inoltre siamo una squadra di calcio ormai in questa casa, non ci crede nessuno che un carrello della spesa sia sufficiente, ne serviranno almeno due!»

«D'accordo, e sia. La spazzatura è mia!»

Come ogni sera passiamo il nostro tempo a fare giochi da tavolo oppure in web con i nostri cugini. Nonostante anche Ottavio abbia il cane non ci è possibile vederci durante la passeggiata giornaliera poiché viviamo in due zone diverse di Cusano. Stasera anche Regina è dei nostri. Si è ripresa dopo l'incidente e sta pian piano guarendo. Il nostro rapporto invece... credo che quello ci metterà un po' di più.

«Allora, obbligo o verità, oppure non ho mai?», domanda Ottavio e tutti optiamo per quest'ultima alternativa. «Okay, chi inizia?»

«Inizio io», esclamo. «Io non sono mai stato sorpreso a fare sesso», dichiaro e i miei fratelli, Cami e Susanna bevono un bicchiere di alcool.

«Oddio Susy, davvero? E quando?», scoppia a ridere Chiara.

«Colpa del tuo ragazzo che non ha la decenza di bussare», risponde lei lanciandomi un cuscino addosso.

«Okay, tocca a me», prende la parola Ottavio. «Io non ho mai... fatto sesso nel letto di mio cugino.»

Cece beve una lunga sorsata dal bicchiere e mentre io mi sto avvicinando il mio alle labbra, la voce di Ottavio risuona dalle casse del pc. «Camilla, perché tu non stai bevendo?»

«Hai detto che non hai mai fatto sesso nel letto di tuo cugino e tu non sei mio cugino, quindi...»

«Oh bambolina, così mi ferisci, okay riformulerò la domanda allora: Non ho mai fatto sesso nel letto di Ottavio Rossi.»

«Non ci crede nessuno tanto», scoppia a ridere Filippo.

«È vero, non ho mai fatto sesso nel mio letto, troppe complicazioni», sostiene. «Avanti Cami, non ti vedo bere!»

Sia io che Chiara scoppiamo a ridere e facendo cin cin buttiamo giù una lunga sorsata, facendo restare di stucco tutti i presenti, sia in camera che in web.

«Se è per questo cugino, quel letto era già stato battezzato anni prima», scoppio a ridere seguito dai miei fratelli.

«Sapete ragazzi, mi dovete un materasso nuovo!»

«Vai Rere, tocca a te!»

«Okay, io non ho mai... non ho mai immaginato che avrei deluso le persone a me care e non ho mai immaginato di sentirmi sola.»

Il silenzio cala da tutte le parti. Chiara afferra la bottiglia e si versa l'alcool nel bicchiere, lo alza verso il monitor e un attimo dopo beve una lunga sorsata, seguita da Camilla, da Susanna, da Ottavio, dai miei fratelli e anche da me. Non potevamo non bere davanti a quella verità, sarebbe stata una bugia. L'importante è riconoscere un errore e superarlo, andare avanti, solo così sapremo di aver vinto, una volta per tutte. Fisso Chiara e le stringo la mano. Tutto ciò che ci è successo ci ha condotto qui, insieme e non vorrei essere da nessun'altra parte al mondo, mai.

Forse è stata la lontananza da lei in questi anni, forse è il periodo storico che stiamo vivendo, ma mai prima d'ora mi sono reso conto di quanto sia importante la famiglia, gli affetti, gli amici. Tutto questo non voglio perderlo mai più. Sono stato una persona solitaria per la maggior parte della mia vita ma ora... non voglio più esserlo.

Sono Alessandro Rossi e non sono solo, non più.

Colonna Sonora Della Mia Vita (the Rossi's Series 4)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora